R5 Turbo 3E, ma che sorpresa!
PROTOTIPO CELEBRATIVO. Nello scorso autunno scorso vi avevamo parlato delle R5 Turbo 3E, il prototipo elettrico con il quale la Renault ha voluto celebrare in modo ecologicamente corretto i cinquant’anni della R5 e i 40 anni della sue versioni Turbo e Turbo 2. La Casa francese l’aveva presentata come veicolo per il drifting e la vettura mostrava un’aggressività fuori scala – grazie all’immenso alettone posteriore, ai parafanghi e ai pneumatici esagerati, alle innumerevoli prese d’aria – e dichiarava prestazioni incredibili, frutto dei suoi due motori posteriori da 380 CV e 700 Nm totali, ma anche della leggerezza conseguente all’uso esteso della fibra di carbonio: solo 1500 kg, che sono pochi per un’auto elettrica. Il tutto per ottenere, sulla carta, una velocità massima di 200 km/h e un’accelerazione sullo 0-100 di 3,5 secondi. O 3,9 con la modalità “drift”, che regolata in modo da consentire alle ruote posteriori di pattinare per innescare il sovrasterzo.
EPPUR SI MUOVE. Al di là dei dati dichiarati, però, pensavamo che la R5 Turbo 3E fosse solo una showcar per attirare un po’ di attenzione nei saloni e invece abbiamo scoperto che la R5 Turbo 3E non è affatto solo un “manichino” da esposizione, ma un’auto vera, perfettamente in grado di muoversi. E anche di muoversi forte, come ha dimostrato su circuito francese di Magny Cours.
ACCELERA COME UN FURIA. Bastano pochi metri per scoprire che il pedale dell’acceleratore ha un’azione molto progressiva, contrariamente a quello del freno che, invece, ha una corsa minima anche perché non c’è nessuna servoassistenza. Non è facile andare a prendere subito l’interno delle curve per l’assenza di un vero e proprio differenziale posteriore, quindi bisogna lavorare molto con i freni per accompagnare la R5 Turbo 3E al punto di corda. Poi, quando ci si immette in tratto di pista dritta e ci si dà dentro con l’acceleratore, emerge una capacità impressionante di guadagnare di velocità e si finisce schiacciati contro lo schienale del sedile di guida.
SILENZIO ELETTRICO? MACCHÈ… Tutto questo avviene tra strepiti e fischi a ben altro volume rispetto a quelli delle auto elettriche alle quali siamo abituati. Certo non suona come un grosso V8 a benzina, però è un concerto che si accorda bene con la sensazione violenta della spinta. E nei rettilinei bisogna attaccarsi presto al pedale del freno per evitare errori che sarebbero imperdonabili perché, dopotutto, della R5 Turbo 3E esiste un solo esemplare.
FUMATRICE ACCANITA. Lo sterzo molto diretto e l’assenza di rollio, in effetti, fanno sembrare la vettura più leggera della sua tonnellata e mezzo, ma un po’ di sottosterzo rimane. E questo è sorprendente, data l’impostazione della R5 Turbo 3E. Però basta tirare brevemente la leva del freno a mano idraulico, che agisce sulle ruote dietro e ha un funzionalità simile a quella delle vetture da rally, perché la super R5 a batteria si metta subito di traverso, anche a oltre 120 km/h. A questo punto ci si trova immersi in un florilegio di emozioni provocate dal frastuono interno, dall’ululato delle gomme e dal fumo denso prodotto dai pneumatici stessi che entra nell’abitacolo attraverso i finestrini laterali.
DIVERTE TANTO, DURA POCO. Peccato che tutto questo duri troppo poco, perché se si usa la R5 Turbo 3E in questo modo si ha a disposizione un’autonomia di circa 20 minuti, dopodiché servono un paio d’ore per ricaricare completamente la batteria da 42 kWh.