Mini Clubman JCW: 17 quintali di go-kart feeling
Da un paio d’anni sulle Mini a trazione integrale (Clubman e Countryman) il modello John Cooper Works è dotato del 4 cilindri 2 litri turbo (non elettrificato! c’è solo lo Start&Stop disinseribile) da 306 CV e 450 Nm di coppia massima, la stessa unità motrice che adottano le Bmw M135i e M235i. Ma se su queste ultime, la power-unit trasforma vetture comode e veloci in un qualcosa di più pepato sì, ma non del tutto coinvolgente, sulla Mini Clubman JCW l’effetto del trapianto è ben più robusto: il feeling al volante è decisamente più “hard”, complici l’assetto ribassato e il posto guida quasi rasoterra.
UN’ANIMA INESAURIBILE. Al punto che l’espressione “17 quintali di go-kart feeling” ci pare quanto mai azzeccata e non solo per un titolo “strappaclic”. L’adozione di questo motore (da 75 CV in più rispetto a quello di pari cilindrata disponibile sulle Mini hatchback e Cabrio in versione JCW!) su una scocca alta solo 3 cm in più delle sorelle minori ha un effetto quasi esplosivo, come testimoniato dai soli 4,9 secondi necessari per bruciare lo “0-100” e i 250 km/h d’ordinanza alla voce velocità massima. I chili sulla bilancia non sono pochi, specie pensando che la JCW a tre porte ne pesa 280 in meno, ma oltre alle due ruote motrici in più e all’iniezione di potenza, qui si può contare su tanta versatilità in più per la vita di tutti i giorni, grazie ai 360 litri di bagagliaio che diventano 1.250 a divano giù. Sempre originale il portellone, a doppio battente, che richiama le piccole Mini Clubman Estate degli Anni 70, allora importate dalla Bepi Koelliker.
GRANDE EQUILIBRIO. Trovate un percorso acconcio, per esempio su strade collinari o di montagna, impostate la modalità Sport con il cursore sulla consolle centrale e date il via alle danze. La Mini Clubman JCW pennella le curve con grande precisione, inserendosi alla svelta e rivelando in uscita una spinta possente e costante, ma mai così brutale da sorprendere o mettere in difficoltà. Quasi un miracolo della tecnica, considerato che i cavalli in più arrivano da una turbina dal diametro maggiore, compensando questa scelta quasi obbligata con la riduzione del rapporto di compressione (da 10,2:1 a 9,5:1) per evitare il fenomeno del battito in testa. Potenza e coppia esprimono picchi molto estesi sull’arco dei regimi di rotazione del motore: i 306 CV sono disponibili da 5.000 a 6.250 giri, mentre i 450 Nm di coppia massima sono da 1.750 a 4.500 giri, dando vita quindi a dei crescendo rossiniani che la rapportatura ravvicinata del cambio automatico a 8 marce, con levette al volante (piccole rispetto alle ambizioni della meccanica e solidali alle razze), asseconda piacevolmente, anche nella guida più rilassata (condizione nella quale la Clubman Cooper S JCW consente percorrenze sorprendenti, nell’ordine dei 15-16 km/litro).
ASSETTO E FRENI SPECIALIZZATI. Parlando di freno e assetto, troviamo generose pinze a quattro pistoncini davanti e dischi da 360 mm all’anteriore e 330 al posteriore, un bel passa avanti rispetto alle Cooper S da 178 CV, una sicurezza quando bisogna rallentare velocemente la sua massa molto poco “mini”. I supporti del motore sono rinforzati, molle e sospensioni presentano tarature più rigide (con ammortizzatori regolabili elettricamente scegliendo l’opzionale Dynamic Damper Control) e l’intera trasmissione integrale All4 è adattata all’impiego sportivo: il sistema di controllo della stabilità ha tarature specifiche leggermente più permissive (sulla neve, a DSC inserito, si nota la possibilità di lasciar scivolare via sulle quattro ruote l’auto in trazione), mentre il differenziale autobloccante anteriore, integrato nel cambio automatico, contribuisce a gestire in modo ottimale la coppia prima che l’elettronica entri in azione.
VERSATILE E PURE CONFORTEVOLE. Quando si torna in città, basta selezionare la modalità Green (o Normal) per passare a una guida se non più composta almeno più rilassata. Anche se, va detto, la Clubman da 306 CV non stanca e non affatica, complice il suo abitacolo ben allestito e la buona insonorizzazione che lascia filtrare solo le note più eccitanti del sound del 2.0. Indiscutibilmente agile, è ben parcheggiabile (al netto dei 40 cm di lunghezza in più rispetto a hatchback e Cabrio) grazie anche a sensori di prossimità e telecamere. Il sacrificio per questo giocattolo? Il listino parla di 51.100 euro per la versione d’ingresso Essential, di 54.000 euro per la Untold e di 55.600 euro per la Rockingham GT, in linea con il “prezzario” della più spaziosa ma forse meno coinvolgente Countryman JCW.