L’Amg Driving Academy con gli occhi a mandorla
Facile parlare, per noi italiani ed europei, che da anni abbiamo la possibilità di partecipare alla Amg Driving Academy nel nostro paese guidando in circuito e su strada le più belle Mercedes firmate Amg. Pensate invece che nel sud est asiatico, e specialmente in Thailandia, questo tipo di attività non era ancora arrivato. Anzi, a sorpresa anche per chi scrive, Amg in Thailandia è arrivata da pochissimo tempo e ha subito ottenuto risultati incredibili di crescita (+309 per cento nel 2018!) meritandosi così il pieno supporto dell’headquarter tedesco per gettare le basi della Driving Academy. Che, come alle nostre latitudini, è una scuola-experience dove i clienti possono migliorare le loro capacità dietro al volante, provare le vetture, e progredire nella guida salendo di livello-in-livello con corsi successivi. Fino ad arrivare, eventualmente, all’agonismo. Noi di Veloce siamo stati invitati, unici occidentali, a presenziare a questo incredibile evento che si è svolto sul Circuito Internazionale di Buriram, con la bellezza di oltre 40 macchine a disposizione dei partecipanti.
FACCIAMO GLI ESERCIZI. Il circuito è una cattedrale nel deserto, anzi nelle campagne, e pensare che ci abbiano corso le MotoGP è incredibile: non tanto per la struttura, che ha box e servizi eccellenti, ma per le poche tribune e per lo spazio intorno al nastro d’asfalto, che è ridotto. Sembra un circuito facile, ma ci sono dei curvoni veloci da fare in pieno, tanto spazio per allargare le traiettorie e le curve lente sono quasi tutte a chiudere. A dire il vero avevamo ancora nel cuore le prestazioni della C63 S (che qui viene presentata in anteprima per il mercato locale): i lunghi rettilinei del tracciato paiono fatti apposta. Invece ‘tocca’ cominciare dalle basi, ovvero dagli esercizi che servono a dare una prima infarinatura di guida ai partecipanti sulla conduzione dell’auto in determinate situazioni. Insomma, per noi italiani che abbiamo fatto le elementari con Fisichella, è stato un po’ come tornare bambini: le stazioni con ‘evitamento ostacolo in frenata di emergenza’ e ‘traiettorie nelle curve’ le abbiamo utilizzate per conoscere i nostri compagni (simpaticissimi i Thai, sappiatelo) e per approfondire la conoscenza del circuito. La situazione è migliorata con la skid-car, ovvero una Mercedes-Amg C43 Coupè dotata, sulle ruote posteriori, di copriruote plasticosi per simulare l’aderenza zero. Ci siamo guadagnati, a suon di controsterzi, le lodi del nostro istruttore, Marcus Both: australiano doc e giocatore di golf professionista, che avendoci inquadrato già dall’inizio ci ha sempre lasciati liberi di giocare. La mezza giornata di attività si chiude in serata con quella che probabilmente è stata la stazione più emozionante, ovvero una drag race a coppie sul rettilineo del traguardo, con l’obbligo di fermarsi però all’interno di un quadrato ben definito.
COSA GUIDIAMO? Ecco, parliamo un attimo delle auto, anche se non le abbiamo guidate tutte. Come detto, oltre 40 vetture a disposizione a rotazione, dotate di guida a destra e cambio automatico: l’unico problema è stato abituarsi agli ingombri del lato sinistro. Abbiamo cominciato con le piccole Mercedes A, CLA e GLA 45, non ancora equipaggiate col nuovo motore da 421 cavalli, ma con la ‘vecchia unità’ da 380. In pista abbiamo usato solo la Classe A e ci ha stupito non poco per l’allegria del suo retrotreno, tenuta a bada dall’Esp non disattivabile pena il pagamento integrale dell’auto in caso di danni (policy adottata per tutte le vetture, il massimo concesso era la modalità Esp Sport). A seguire la GLC e la C43, col motore sei cilindri 3.0 biturbo da 390 cavalli, delle quali abbiamo apprezzato la pienezza dell’erogazione e l’eccellente allungo; oltre alla curiosa differenza di prestazioni dovuta al maggior peso della GLC: auto che non riusciva a tenere la scia della C (sono le prove divertenti e utilissime che fai quando scendi da un’auto e sali subito su un’altra). Il suono? Meraviglioso. Entrambe in versione 4Matic ed equipaggiate con pneumatici Pirelli, ci hanno offerto un’eccellente esperienza di guida caratterizzata dall’assenza di sottosterzo e da un assetto veramente a punto.
SEMPRE PIÙ. Dopo di loro è stato il turno della pachidermica Mercedes-Amg GT 4 porte, in versione 53 4Matic+, che ci ha letteralmente stregato per l’assetto (le sospensioni sono pneumatiche) grazie al quale i cordoli sembravano non esistere; altra nota importante perché inattesa: la modulabilità del pedale del freno, la migliore mai provata per una frenata precisa al centimetro. Di contro i 435 cavalli sono risultati meno coinvolgenti a causa – forse – del peso elevato e del rumore di scarico fin troppo da berlina comune. L’escalation verso il top di gamma è proseguito con la C63 S, di cui potete leggere abbondantemente nel nostro servizio e che, come accennato, per la Thailandia era una primizia in assoluto. A seguire abbiamo avuto modo di provare la balistica E63 S, da 612 cavalli, che purtroppo abbiamo usato solo per le drag race; ma che motore ragazzi, bassi da camion e allungo imperioso. Guidando così tante auto l’una di seguito all’altra, è molto facile apprezzarne le differenze e coglierne le similitudini: ecco, da questo punto di vista, è stato incredibile constatare come tutti i comandi siano sempre allo stesso posto, sulla plancia e sul volante, e di quanto lavoro sia stato fatto per uniformarne la disposizione. Di contro, a un certo punto in corsia box, non siamo più stati in grado di distinguere il posteriore della C da quello della E, e le relative varianti coupè tra di loro.
CLIMAX DI GUIDA. La ciliegina sulla torta, la mattina successiva, dopo aver compiuto numerosi giri di pista in trenino con l’istruttore è stata la possibilità di guidare la Mercedes-Amg GT R (la verdona nelle foto, ndr) prima seguendo il mitico Bernd Schneider e poi cedendogli il volante per qualche giro al cardiopalma di cui trovate il video qui sotto. Eravamo già stati in macchina con Bernd, un simpaticissimo musone tedesco che ormai è diventato testimonial della Stella, e ancora una volta abbiamo apprezzato l’eccellenza della sua guida, sempre sul sottilissimo filo del sottosterzo, con una precisione incredibile nelle traiettorie. Giro dopo giro Bernd ci ha mostrato le vere possibilità della GT R e del suo telaio, capace di affrontare le curve a velocità inimmaginabili per una stradale (tanto che poi abbiamo controllato se per caso fosse dotata di gomme slick, ma no, erano le classiche Michelin Sport Cup2 da trackday). Fine della seconda giornata di questa Amg Driving Academy con gli occhi a mandorla.
QUANTO COSTANO LE AMG IN THAILANDIA! Ma il racconto non finisce qui: durante la cena abbiamo scambiato due chiacchiere con Frank Steinacher (Vice Presidente, responsabile vendite e marketing di Mercedes Thailand). Frank è un uomo di mondo, tedesco, laureato in Canada, sposato con un’italiana, e ha contribuito alla crescita di Amg in Cina, prima di arrivare in Thailandia, dove, visti gli ottimi risultati conseguiti, è stato inviato a sviluppare il marchio in… Messico! Ci ha raccontato che la scommessa commerciale in Thailandia è stata davvero grande, per via delle tasse complicatissime che gravano sui veicoli di importazione, che sono del 328%. Si, avete letto bene, tre volte il valore iniziale dell’auto solo di tasse. Come testimoniano le schede tecniche che abbiamo fotografato, una ‘semplice’ GLE 43 4matic Coupè (listino italiano di 87mila euro) costa la bellezza di 232mila euro. Il panzer G63 430mila euro, la GT C Roadster 544mila euro. Chi volesse risparmiare può sempre optare per la C43, che al cambio odierno viene ‘solo’ 121mila euro. Abbiamo chiesto subito se non fosse presente un ‘mercato sommerso’ di importazione parallela, e lui ha confermato questo scenario: da qualche tempo il governo ha dato un taglio netto a questo fenomeno confiscando e mettendo all’asta centinaia di auto di lusso. Pensate: 315 in una singola asta del 2017.