In Sardegna col suv. Anzi, le suv: Audi Q5, Q7 e SQ8
È duro a morire il luogo comune per cui la maggior parte dei suv odierni non possa andare fuori dall’asfalto. È un luogo comune che si nutre di pneumatici ribassati, mamme parcheggiate sui marciapiedi in doppia fila – questa me la segno! – e potenze sempre più esagerate. Certo, nel periodo invernale le quattro ruote motrici aiutate dai pneumatici invernali garantiscono una marcia in più sui fondi innevati, ma è innegabile e sotto gli occhi di tutti che andare a fare fuoristrada con cerchi da 20” non sia la scelta migliore. Per questo eravamo un po’ preoccupati quando, dopo aver imboccato il sentiero in mezzo al bosco nella zona a Ovest di Cagliari, abbiamo ripensato alle parole dell’organizzazione: “Tenete pure i 70 all’ora costanti, le macchine sono robuste”. Di fronte a noi, pietraie, spuntoni e curve ad angolo retto, con tutta la buona volontà impossibili da superare anche a 30 all’ora. Nella nostra carovana nessuno osava accelerare, ma a un certo punto, di fronte a un passaggio quasi trialistico, è stato chiaro che forse avevamo sbagliato strada. Il tempo di due telefonate per capire che invece di girare a sinistra, a un certo punto avremmo dovuto girare a destra, ed ecco il fuoristrada da 70 all’ora di media. Un bello sterrato in mezzo alle montagne della Sardegna del Sud, ricco di buche, ma davvero piacevole da percorrere, oltre che deserto.
IBRIDA PLUG-IN. Noi lo abbiamo percorso quasi tutto in silenzio, a bordo della Q5 TFSI e quattro S tronic, ibrida plug-in, (d’ora in poi la chiameremo solo Q5), con motorizzazione 55. Si tratta di un duemila quattro cilindri turbo a iniezione diretta, abbinato a un propulsore elettrico calettato nel cambio automatico a sette rapporti, per un totale fruibile di 367 cavalli (252 il termico, 143 il ‘diversamente a scoppio’). La Q5 è infatti capace di viaggiare fino a 135 km/h a emissioni zero, con una brillantezza sufficiente a non farti rimpiangere la benzina. L’autonomia omologata è di 45 km, con una batteria al litio da 14,1 kWh, ricaricabile anche in corrente alternata in 2 ore e mezza (potenza massima di ricarica 7,4 kW, 7 ore se si ricarica da casa). La coppia prodotta dai due propulsori insieme è davvero elevata, 500 Nm, ed è disponibile interamente da 1250 giri; nell’uso quotidiano permette accelerazioni mozzafiato per un bestione che sfiora le due tonnellate. Inoltre, la prima parte della frenata è gestita dalla parte ibrida e permette di non usare i freni normali, recuperando fino a 80 kW.
TRAZIONE INTEGRALE ULTRA. Attivata la modalità off-road col drive select, la vettura predispone al meglio sterzo, motore, cambio e sospensioni, e nel caso siano installate quelle ad aria, permette di regolare l’altezza aggiungendo fino a 45 mm di luce utile per non toccare il pianale. E la famosa trazione integrale quattro? Qui è in versione ultra, un nome che è stato dato al sistema meno nobile, che sfrutta una serie di sistemi elettronici per attivare le ruote posteriori in caso di necessità. In questo modo la Q5 risparmia carburante nell’uso normale, viaggiando come una normale trazione anteriore, e qualora il sistema ravvisi o preveda una perdita di aderenza, provvede ad inviare la potenza anche alle ruote posteriori, in tempi dell’ordine dei millisecondi. Senza ovviamente farsi sentire. Il viaggio è proseguito col sottofondo del motore termico, molto brillante, ma l’assenza della batteria carica si nota quando si chiede la massima potenza.
COPPIA DA VENDERE. Per rifarci, siamo saliti a bordo della SQ8, equipaggiata con quello che al momento è il motore diesel più potente disponibile sul mercato europeo. Otto cilindri con cambio automatico a otto rapporti, in grado di sprigionare 435 cavalli e soprattutto 900 Nm di coppia da 1250 giri, vera protagonista della brutalità delle accelerazioni, praticamente senza cali apparenti di spinta fino a velocità ben oltre i limiti. Una nave con la spinta di un sottomarino atomico. I due turbo sono aiutati ai bassissimi regimi da un compressore elettrico gestito dalla rete di bordo a 48V del sistema mild-hybrid, o MHEV (batteria da 0,5 kWh e recupero fino a 8 kW), per garantire risposte immediate a ogni minimo tocco dell’acceleratore. Anche dal punto telaistico la SQ8 è ai vertici, con sospensioni pneumatiche adattive di serie (sette diverse modalità di guida e un range di 90 mm) e altre tre dotazioni tecniche di assoluto rilievo disponibili come optional, lo sterzo integrale (quattro ruote sterzanti, in controfase alle basse velocità. In fase sopra i 60 km/h), il differenziale posteriore sportivo (esatto, per fare i traversi veri), e le barre antirollio attive, che si ‘sganciano’ quando non servono, e nella guida sportiva si muovono attivamente per contrastare il rollio garantendo un assetto piatto. C’è molta Urus in questa SQ8 (o forse il contrario) e sulla costiera che da Piscinas porta a Capo Spartivento si può godere appieno di quello che sa anche diventare: una sportiva, per prestazioni pure e piacere di guida. Noi l’abbiamo anche spiaggiata per esigenze fotografiche ed è uscita dalla sabbia con la nonchalance di chi ha una sorella che vola sulle dune del deserto (cit.). Il comfort a bordo rimane sempre elevatissimo, con i più recenti sistemi di assistenza alla guida a tenere sotto controllo distanza, pedoni e sede stradale.
SCHERMI SU SCHERMI. La terza vettura che abbiamo provato, per un breve tratto di sterrato e principalmente su asfalto, è la nuova Q7, con motorizzazione 50 TDI (3.0 turbodiesel da 286 cv mild-hybrid), e condivide con la SQ8 la nuova veste grafica degli interni, evoluti in chiave digitale visto che praticamente sono scomparsi tutti i pulsanti fisici in virtù di due grandi schermi touch, con feedback acustico e tattile. Anche dopo averci fatto l’abitudine, l’utilizzo non è così immediato, specialmente per la quantità di opzioni disponibili. Anche la strumentazione davanti al guidatore può cambiare aspetto a seconda del mood e fornire praticamente tutte le informazioni possibili sull’auto, l’entertainment, la climatizzazione e il viaggio. Scordatevi di imparare ad usare tutto in una giornata, serve un periodo di apprendimento. Che invece non è necessario per la guida: la Q7 è dotata tecnicamente dello stesso telaio della SQ8, con barre attive, sospensioni pneumatiche e sterzo integrale, che grazie ai ‘soli’ 286 cavalli di potenza risulta sovradimensionato. Non che con questo motore la Q7 sia lenta, ma dopo essere scesi dalla SQ8 qualsiasi confronto sarebbe impietoso. Si muove comunque con piacevolezza e allungo dignitoso. Chi volesse più brio potrà optare, nel corso del 2020, per le versioni plug-in a benzina da 381 o 456 cavalli.
IL MICRO-IBRIDO FA LA SUA PARTE. Audi ha voluto anche rimarcare che l’elettrificazione MHEV su Q7 e SQ8 consente di di risparmiare fino a 0,7 litri per 100 km (è poco ma è pur sempre qualcosa), e l’omologazione come vettura ibrida in alcune regioni permette di non pagare bollo e superbollo, di avere libero accesso alle ZTL e sosta gratuita sulle strisce blu, e di poter circolare liberamente durante i blocchi del traffico (tralasciando eventuali follie dell’ultimo minuto).