Honda NSX: un’ode alla tecnologia
PASSATA ALLA STORIA – Anche in campo automobilistico per passare alla storia occorre azzeccare un modello ‘giusto’; magari in una fase aziendale in cui – senza saperlo – si sta apparecchiando un posto nella leggenda. Come nel caso della NSX: la prima supercar del marchio giapponese, nata nel 1990, arrivava in un momento d’oro per la Honda visto che vinceva in F1 con la McLaren bianca e rossa di Ayrton Senna mentre il listino era disseminato di piccole sportive che amavano giocare con la parte alta del contagiri. A quella notevole parabola seguì un periodo meno glorioso, che oggi – però – appare definitivamente chiuso.
GRANDI PERFORMANCE – A più di 25 anni dallo sbarco sul pianeta terra della prima Honda NSX, nel 2016 arrivò finalmente il tempo della sua erede. Come l’antenata, la supercar giapponese è spinta da un sei cilindri messo in posizione centrale. Potremmo dire che le similitudini meccaniche si fermano qui; l’unico vero denominatore comune è la voglia di innovare. Oggi la NSX è una super sportiva ibrida: l’unità termica è accoppiata a tre diversi motori elettrici per una potenza totale di 573 cv e 645 Nm di coppia. Passa da 0 a 100 km/h in 2”9 e raggiunge i 307 km/h. Prestazioni di altissimo livello, ma che non possono bastare, però, a descriverne la meravigliosa complessità. Pensate un attimo alla sua elettronica: gestisce contemporaneamente tutti e quattro i propulsori: Il 3.5 V6 biturbo produce 507 cv che vengono scaricati a terra dalle ruote posteriori attraverso un cambio robotizzato doppia frizione a nove marce di progettazione Honda; tra il V6 e il cambio, poi, è montato uno dei motori elettrici, da 48 cv: entra in azione ai bassi regimi – garantendo una spinta istantanea – compensando il naturale ritardo d’intervento delle turbine.
L’AIUTO ELETTRONICO – Davanti, invece, trovano posto le altre due unità elettriche, una per ruota: erogano 36 cavalli l’una e rendono la Honda NSX una trazione integrale a tutti gli effetti. Il beneficio del loro intervento si avverte in percorrenza di curva dove l’azione indipendente dei due motori permette a questa fantaHonda di seguire fedelmente le traiettorie impostate. Sterzi e quei motori lavorano generando il ‘momento perfetto’, utile – insomma – a far eseguire all’avantreno i vostri desideri. Tutti i motori possono lavorare non solo in ‘tiro’, ma pure in negativo: è questo dettaglio tecnico che riesce a generare, per esempio, il torque vectoring utile a rendere istantanei i comandi che imprimete sulla corona del volante; ancora: il motore centrale può addirittura aiutare la NSX in inserimento di curva: se il sistema lo ritiene, aumentando la forza ‘rigenerativa’ applicata alle ruote posteriori attraverso il motore, si riesce ad ottenere una sbandata impercettibile che permette al posteriore di scivolare verso l’esterno; quel tanto che basta da agevolare l’inserimento dell’auto. Una manovra di guida di tipo ‘professionale’, messa a disposizione di chiunque guiderà questa NSX grazie a un’elettronica di guida sopraffina.
(NON) UN PESO PIUMA – La Honda NSXpesa, dato che sfiora i 1800 kg: non poco per una super sportiva, ma va detto che questo non rappresenta un problema in frenata visto che (optional) è possibile avere un impianto frenante di tipo carboceramico realmente potente. A proposito: anche in questo caso il contributo dell’elettronica nella messa a punto della frenata ha svolto un ruolo determinante perché si tratta di un sistema di tipo by-wire, ovvero senza un collegamento fisico tra pedale del freno e pompa. Il risultato di questa ulteriore show tecnologico è un pedale che risponde bene ai comandi: sia sotto il profilo della modulabili sia sotto quello della piacevolezza d’uso. Gli unici limiti emergono nella guida più spinta, magari in pista, dove la risposta del pedale diventa più mono-tono: on/off. A questo punto rimandiamo al video che abbiamo per conoscerla ancor più a fondo.
