Honda Civic Type R, l’anteriore da trackday
Ci sono poche auto a trazione anteriore che mettono d’accordo tutti o quasi gli appassionati, ma una di queste è sicuramente la Honda Civic Type R. Sulla breccia da quasi un quarto di secolo e costantemente aggiornata generazione dopo generazione, la pepatissima giapponese continua a far parlare di sé e soprattutto andare sempre più forte. Con l’ultima generazione, lanciata nel 2017, la Civic Type R ha toccato quota 320 cavalli, ma al contrario di molte sue rivali a trazione integrale, lei i ‘puledri’ continua a scaricarli tutti sulle ruote anteriori. Una ricetta che almeno sulla carta potrebbe sembrare foriera di criticità, ma che come hanno dimostrato i suoi record in pista (Nürburgring incluso) e l’opinione quasi unanime della stampa invece funziona. E davvero bene. Squadra che vince non si cambia e così a inizio 2020, la Civic Type R ha ricevuto un leggero restyling (qui per saperne di più) e una nuova versione dedicata a chi alla classica gita della domenica preferisce box e cordoli: si chiama Honda Civic Type R Limited Edition e finalmente – dopo un anno e mezzo di pandemia – abbiamo potuto metterla alla prova.
CURA DIMAGRANTE. Disponibile in Europa in soli cento esemplari – tutti nella speciale tinta gialla Sunlight Yellow con tetto nero (come la presa d’aria sul cofano e gli specchietti) – la Civic Type R Limited Edition monta pneumatici semi-slick Michelin Pilot Sport Cup 2 su raffinati cerchi in lega forgiati di 20” della BBS. Proprio queste ruote specifiche contribuiscono a ridurre di 10 kg la massa complessiva, mentre altri 37 kg rispetto alla versione standard sono stati limati eliminando non solo alcuni pannelli fonoassorbenti, ma pure il sistema multimediale e il climatizzatore. In totale, la vettura ferma l’ago della bilancia poco sotto i 1360 kg: poco più di un’utilitaria. A rendere meglio fruibile il potenziale della Honda Civic Type R Limited Edition contribuiscono pure le migliorie alle sospensioni: è stata velocizzata la gestione degli ammortizzatori a controllo elettronico, ora basata su sensori con frequenza di campionamento aumentata da 2 a 20 kHz, mentre nuovi componenti assicurano inferiori attriti e maggiore rigidità. Rivisto, infine, l’impianto frenante (Brembo), reso più pronto nella risposta accorciando la corsa del pedale (-15 mm), e alleggerito di 2,5 kg grazie anche a nuovi dischi anteriori flottanti bicomponente che, assieme ai cerchi forgiati, riducono le masse non sospese.
UN DIFFERENZIALE PREZIOSO. La Limited Edition ha poltrone più leggere e avvolgenti, ma per il resto l’abitacolo ricalca quello delle altre Honda Civic Type R Limited Edition: rispetto alla versione pre-restyling sono stati rivisti il volante – ora rivestito in Alcantara – e il pomello del cambio, che non è più sferico bensì conformato a goccia, e dotato di un contrappeso interno di 90 grammi che ne migliora la manovrabilità; esclusiva di questa edizione limitata è la targhetta nel tunnel che riporta il numero dell’esemplare prodotto. Da vera purosangue le prestazioni: complice la notevole coppia massima (ben 400 Nm disponibili fra i 2500 e i 4500 giri), i dati ufficiali parlano di uno ‘0-100’ in 5″7, mentre la velocità di punta dichiarata è di 272 km/h. La Honda Civic Type R Limited Edition rimane fedele al cambio manuale a sei marce ed è provvista di differenziale autobloccante meccanico, componente che migliora il comportamento in accelerazione in uscita di curva ed è prezioso in una vettura a trazione anteriore di potenza così elevata.
DUE ANIME. Come nelle altre varianti della Honda Civic Type R, a bordo si respira un’atmosfera racing, ma senza troppe rinunce in termini di qualità dei materiali e di cura dei dettagli. Ci si trova ben distesi, avviluppati in un guscio ben sagomato e aderente, impostati in una posizione di guida ottimale, nell’ambito della quale solo i piloti di maggior statura lamentano la necessità di arretrare il volante un po’ di più. A differenza di altre sportive estreme, la Type R è tutt’altro che ostica. Grazie al motore sornione dall’erogazione regolare e corposa anche ai bassi regimi, si va via in piacevole souplesse, quasi senza impegno, e si ha modo di concentrarsi sulla guida più fluida e armonica, pennellando con delicatezza le traiettorie, senza gingillarsi troppo col cambio.
DA MANUALE. Tuttavia, solo quando si decide di portarla al limite in pista, viene fuori la purissima anima racing della Honda Civic Type R Limited Edition, che si basa su tre colonne portanti: l’equilibrio di assetto e sospensioni, l’efficacia del differenziale autobloccante e il formidabile appoggio delle Michelin Pilot Sport Cup 2. Proprio il grip garantito dalle gomme francesi esalta il lavoro del differenziale, che anche quando si forza l’ingresso in curva, se si mantiene la pressione sull’acceleratore corregge magicamente l’avantreno, tirandolo verso l’interno della svolta. Questo comportamento permette di interpretare traiettorie anche fantasiose con la sicurezza che la vettura non farà brutti scherzi: l’avantreno come in un binario e la coda che segue diligente. Per ottenere un’adeguata precisione del retrotreno bisogna, però, curare di non chiudere mai del tutto l’acceleratore nelle veloci variazioni di traiettoria se si vogliono evitare alleggerimenti e fastidiose oscillazioni. Telaio e sospensioni con tanto margine di sicurezza in curva, talvolta portano quasi a desiderare ancora più potenza e grinta da un motore che, comunque, offre una curva di erogazione davvero efficace soprattutto fra 4000 e 6700 giri (anche se spesso è più redditizio cambiare prima, fra 6200 e 6500). Rapido e con la corsa corta il cambio manuale a sei marce, efficaci e grintosi i freni, che non richiedono forti pressioni per offrire il meglio. (Testo: Claudio Braglia)