Alpine A110: granturismo al sapore di rally
Un vecchio detto riguardo l’Alpine diceva qualcosa tipo: metti il muso nella direzione del naso e l’auto seguirà quella direzione. Ed è notevole vedere come, sotto questo aspetto, non è cambiata molto. La Alpine A110 è leggera (meno di 1100 kg) e agilissima, ma allo stesso tempo è stabile quanto basta per farti avvicinare al limite senza paura; cerca, maliziosamente, di farsi portare ‘più in fondo’ in staccata per farti vedere come volta bene su se stessa. Ha una frenata potente e tanta trazione in uscita di curva: un po’ come l’antenata; e come le vere auto da corsa. Il merito di questo suo comportamento va anche all’efficace impianto frenante Brembo e ai pneumatici Michelin, ‘compagni’ di guida fidati, bravi da far invidia a quelli che hanno reso famoso il piccolo marchio francese tra le prove del Rally di Montecarlo quasi cinquant’anni fa. C’è da scommettere che quei piloti, quei cavalieri della velocità, si sarebbero sognati materiali come questi.
Meccanicamente raffinata. Un’ode alla modernità è il cambio: niente leva e tre pedali, ma due palette dietro al volante per comandare il ‘doppia frizione’ a sette rapporti della Getrag rapido sia in scalata sia a salire di marcia. Il motore si trova al centro, appena dietro ai sedili: si tratta di un quattro cilindri turbobenzina da 1,8 litri che spinge forte questa massa magra della vettura e dà il meglio di se fino a circa seimila giri. Ma non bastano le specifiche tecniche di base per capire davvero cosa offre la coupé francese: occorre, invece, parlare di messa a punto, ovvero del suo fine-tuning. Le sospensioni sono analogiche, prive di regolazioni elettroniche, eppure regalano il giusto comfort (per una sportiva) senza compromettere la precisione in ingresso di curva, garantita, tra l’altro, da un rigidissimo telaio di alluminio, assemblato sfruttando moderne tecnologie aerospaziali.
Tutta da scoprire. All’inizio può capitare di mettersi al volante e prenderla sottogamba, ma la A110 è sempre pronta a stupire. E più la si guida più si capisce di che pasta è fatta. Come un’italiana famosa, la 4C, la Alpine utilizza diverse soluzioni radicali per contenere il peso. Certo la coupé del Biscione fa ancora meglio termini di massa assoluta: pesa 170 chilogrammi in meno, che vanno, però, a scapito del comfort necessario a godersi la vettura anche quando tra una strada di montagna e un circuito c’è da percorrere qualche ora di autostrada. Si, perché nonostante i cordoli non siano certo l’ambiente d’elezione della francesina, grazie alla modalità di guida dedicata, la Track, e al controllo di stabilità completamente disinseribile è possibile apprezzare il comportamento della vettura al limite. Il retro treno è vivo, ma mai scorbutico, quindi facile da gestire, mentre la massa ridotta non affatica l’impianto frenante stradale, pure se utilizzati per lungo tempo.