Alfa Romeo Stelvio 2023: a me gli occhi
NON CAMBIA CARATTERE. La buona notizia è: l’Alfa Stelvio rimane la stessa, cioè il suv più coinvolgente da guidare della sua categoria. Il restyling che debutta in questi giorni – il secondo dopo la presentazione avvenuta a fine 2016 – non tocca minimamente la parte meccanica e si limita a qualche aggiornamento esterno e interno.
MATRIX LED DI SERIE. La Stelvio 2023, come anche la Giulia dalla quale deriva, si riconosce esternamente per i fari a matrice led, più moderni ed efficaci rispetto ai precedenti bixeno, perché non si limitano a illuminare meglio la strada ma, quando la telecamera frontale rileva l’avvicinamento di un veicolo che proviene in senso opposto, creano coni d’ombra per non abbagliare chi ne è alla guida. Ma i proiettori cambiano anche nell’estetica, perché adesso hanno tre “fuochi” singoli ciascuno come quelli della sorella minore Tonale ma anche di modelli del passato: non solo la stravagante coupé S.Z. del 1989, ma anche la 156 restyling, la 159 e la Brera. È meno percepibile invece il leggero effetto fumé che adesso caratterizza la fanaleria posteriore.
NIENTE CORREZIONI AI TUBI. Per dirla tutta: poteva essere finalmente l’occasione per integrare meglio i tubi di scarico con i relativi sbocchi dal paraurti, ma è stata persa. E a questo punto sarà difficile che il “problema” venga affrontato in futuro, dal momento che per la Stelvio attuale non dovrebbero essere previsti altri ritocchi prima del “runout” che dovrebbe avvenire nel 2026.
IL CRUSCOTTO ORA È DIGITALE. L’altra novità dell’Alfa Stelvio è la sparizione della strumentazione analogica per far posto a una digitale, realizzata utilizzando uno schermo configurabile da 12,3 pollici, sempre inserito nel cruscotto a “binocolo”. Ci sono tre modalità di visualizzazione: una minimalista mostra solo le informazioni necessarie, mentre le altre due visualizzano i quadranti di contagiri e tachimetro in un formato moderno, oppure con una grafica classica ispirata a quella della Alfa degli anni ‘60, ‘70. Nel quadrante di destra, comunque, è possibile richiamare l’indicazione delle stazioni radio o quelle del navigatore.
STESSO ABITACOLO. A parte questo, l’interno dell’Alfa Stelvio rimane quello di sempre. È spazioso, ha comandi pratici e due bellissime leve in alluminio dietro il volante per pilotare il cambio. E il sistema di infotainment, pur rimanendo un po’ indietro rispetto alla migliore concorrenza, è funzionale e versatile: ha icone animate che attivano le varie funzioni, comandi vocali abbastanza reattivi e servizi on line aggiornabili “over the air”. Il baule è capiente, come si conviene a un’auto di questo tipo, e il portellone ha l’apertura motorizzata. E anche sull’Alfa Stelvio , c’è ora la tecnologia NFT (Non-Fungible-Token), cioè il registro digitale, non modificabile, di tutte le informazioni riguardanti la vita dell’auto per attestare il valore dell’usato.
BENZINA O DIESEL. La gamma motori per il 2023 comprende il 2000 turbo a benzina da 280 CV, accoppiato alla trazione integrale, e il 2200 turbodiesel da 160 CV (con trazione posteriore) oppure 210 CV (abbinato alla configurazione 4×4). In tutti i casi il cambio è automatico a otto rapporti.
COMPETIZIONE: QUELLA PER GLI “ALFISTI”. I prezzi partono dai 53.150 euro la Super con il diesel da 160 CV, per arrivare ai 70.650 euro della più ricca allestimento Competizione col diesel da 210 CV. Certo questo allestimento è il più intrigante per l’ “alfista” vero perché, oltre al resto, offre di serie le sospensioni a controllo elettronico e i cerchi da 21”. Oltre ai sedili anteriori con i fianchetti più pronunciati e contenitivi e il supporto delle cosce allungabile
Ovviamente è proprio questa la versione dell’Alfa Stelvio che abbiamo provato. La 2200 Diesel Competizione Q4 AT8 è agile, scattante e decisamente appagante. Nella modalità di guida più sportiva – cioè la “Dynamic” – le sospensioni si irrigidiscono il giusto. Non arrivano a spaccare le ossa, ma le risposte si fanno più rapide.
ANCHE COMODA E FLUIDA. In modalità Natural, comunque, l’Alfa Stelvio offre una buona souplesse di marcia, con un assorbimento convincente delle sconnessioni nonostante i pneumatici ribassati, e un motore regolare (ma un po’ rumoroso), che non ha un gran allungo rispetto a quello di altri diesel più recenti, però reagisce con prontezza ai comandi dell’acceleratore. Spinge sempre forte ed è coadiuvato bene dal cambio automatico, che è rapido ma senza essere brusco. Lo sterzo leggero rimane tra gli elementi più pregevoli dell’Alfa Stelvio: è leggero, pronto, diretto, preciso e lo si apprezza tanto anche quando c’è la necessità di “pennellare” le traiettorie. La trazione integrale e la generosa gommatura di 21” dell’Alfa Stelvio Competizione garantiscono una notevole motricità e tanta stabilità. E questa versione (come la Veloce, del resto) ha di serie il differenziale posteriore autobloccante. I freni sono potenti e il pedale ha una corsa breve e costante.