Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio: come la prima volta
Era il 24 giugno del 2015 quando l’abbiamo potuta ammirare per la prima volta in carne ed ossa: rossa, accucciata sulle ruote posteriori, pronta a scattare in avanti per farci tornare a vivere il sogno delle “vere” Alfa Romeo, quelle con la trazione sulle ruote giuste e un potente V6 sotto il cofano. Proprio con la più potente Quadrifoglio l’Alfa Romeo ci svelava la nuova Giulia e dieci mesi dopo i giornalisti di tutto il mondo mettevano per la prima volta alla prova la nuova berlina del Biscione tra i cordoli di Balocco.
UN’ECCELLENZA. “Semplicemente entusiasmante“, la definì allora un mio collega di alVolante, e dopo tutti questi anni possiamo dire che questo giudizio non era affatto affrettato: l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio aveva ridefinito i canoni con cui valutare una berlina sportiva, non solo in termini di prestazioni – sebbene al lancio la Quadrifoglio fosse al vertice pure in quello -, ma sopratutto in fatto di piacere di guida, risposta di sterzo, telaio, cambio, eccetera eccetera. La Giulia primeggiava e – spoiler – primeggia ancora oggi, al netto dei difetti che purtroppo hanno condannato il successo commerciale non tanto della Quadrifoglio quanto della Giulia più in generale. Lo scorso anno è finalmente arrivato l’atteso restyling che ha regalato alla Giulia nuovi fari full led, un cruscotto digitale configurabile e, per la Quadrifoglio, un nuovo differenziale autobloccante meccanico.
INTORNO A LEI È CAMBIATO TUTTO. Per il 2024, invece, arriva una nuova edizione speciale in 275 esemplari, la Super Sport, che con il suo quadrifoglio verde su fondo nero ha riacceso i riflettori sulla più potente delle Giulia dandoci l’opportunità di vedere che effetto fa guidarla oggi. Nel frattempo, infatti, sono cambiate molte cose nel mondo dell’auto: le ultime BMW M3 e M4, per esempio, dichiara una potenza simile alla Giulia sulla carta, ma è ben più veloce, cronometro alla mano, specie se equipaggiata con la trazione integrale; la Mercedes-AMG C 63, al di là del flop nelle vendite imputabile al suo potentissimo, ma piccolo quattro cilindri, ha mostrato come si possa conciliare con ottimi risultati anche su una berlina di medie dimensioni un elevato livello di elettrificazione con il divertimento di guida tipico di una macchina sportiva. Per non parlare, poi, di vetture di altre categorie, ma sempre ad alte prestazioni, come l’Audi RS 3, che pur con un motore longitudinale, la trazione integrale e meno cavalli, ha prestazioni non troppo lontane dalla Giulia e va pure di traverso.
CHE MOTORE! Tutto questo per dire che i concorrenti non sono stati a guardare e per la Giulia è sempre più difficile mantenere i primati che ne hanno fatto una delle auto sportive più apprezzate degli ultimi vent’anni, e non solo tra le berline. Eppure una volta che premi quel pulsante rosso sul volante e attivi la modalità Race – cosa non più semplicissima, visto che bisogna prima disattivare dal menù del sistema multimediale alcuni aiuti alla guida – tutti i pensieri e le valutazioni del caso diventano un lontano ricordo. Sì, perché la Giulia Quadrifoglio entusiasma. Punto. A livello di sound, il 2.9 V6 biturbo è ancora uno dei, se non il miglior V6 in circolazione. È affamato di giri e spinge con una discreta linearità (passati i 2.500 giri); il cambio automatico ZF a 8 marce è sempre un punto di riferimento, con cambiate rapide e secche in manuale con il plus dei bellissimi paddle in alluminio che fanno capolino dietro il volante.
DA CAVALLINO. Lo sterzo – sebbene sia stato leggermente rivisto rispetto al comando delle prime Giulia Quadrifoglio – rimane il più simile di tutta l’industria a quello di una Ferrari: leggero in tutte le modalità, ma super reattivo e preciso, con un volante dalle dimensioni perfette sia per quanto riguarda il diametro sia per lo spessore della corona. E poi l’assetto, mai troppo rigido, ma poco incline al rollio, insomma ciò che si desidera per divertirsi su strada con asfalti ben lontani dalla perfezione. E infine il differenziale, efficace, vecchio stile nel funzionamento, ma progressivo nelle reazioni: farla andare di traverso è cosa semplice e piacevole, ma non appena le gomme entrano in temperatura il grip aumenta notevolmente permettendo una guida pulita e soprattutto molto efficace.
TUTTO BENE, MA… Insomma lo avrete capito, la Giulia Quadrifoglio ci fa innamorare come la prima volta: qualche rivale potrà anche essere più veloce, ma dal punto di vista del coinvolgimento, delle emozioni, della purezza dei comandi, la super berlina dell’Alfa Romeo è ancora un punto di riferimento e scommettiamo che continuerà a esserlo per un bel po’, almeno finché le case automobilistiche avranno capito come fare i conti con il peso delle moderne ibride ad alte prestazioni. Purtroppo però, come sempre, non è tutto oro ciò che luccica e la Giulia Quadrifoglio una volta terminate le curve e rimessa la modalità Normal – quella per la quotidianità – mostra in fretta tutti i suoi difettucci. Il sistema multimediale che già all’epoca non era proprio all’ultimo grido, nel 2024 è più che datato sia per definizione dello schermo che per velocità di risposta. La qualità degli interni non è alla pari delle concorrenti: tante plastiche rigide, assemblaggi non proprio perfetti e qualche fruscio di troppo a velocità autostradali non sono il migliore biglietto da visita, per un’auto che si pone in diretta concorrenza con le tedesche.
UNA BELLA SIGNORA. Problemi che, ne siamo praticamente certi, verranno risolti con la nuova Alfa Romeo Giulia, attesa tra un paio di anni; speriamo solo non a costo di perdere quel carattere che ha reso la Giulia così tanto apprezzata da chi ama la bella guida. In attesa di quel giorno, però, il consiglio è uno: se riuscite a chiudere un occhio sui suoi punti deboli e volete un’automobile diversa da tutte le altre e per molti aspetti più divertente, prendete in considerazione la Giulia Quadrifoglio. Ha qualche anno sulle spalle, ma è invecchiata dannatamente bene…