Nissan Skyline GT-R
Quotazione da 25.000 € a 250.000 €
La Skyline GT-R sta alla Nissan come i modelli griffati Motorsport stanno alla BMW o quelli AMG alla Mercedes. Il parallelo non è affatto campato in aria, perché sia nel caso della giapponese che delle tedesche si tratta di declinazioni in chiave sportiva di auto di grande serie. La leggenda della Nissan Skyline, vero oggetto di venerazione da parte dei seguaci delle jap sportive, comincia nel 1969 con la prima GT-R, acronimo che sta per Gran Turismo Racer, all’inizio proposta in un’unica variante con carrozzeria a quattro porte. Quell’auto nasceva con uno scopo ben preciso: correre. E proprio in funzione di un impiego agonistico fu realizzato il suo motore, un sei cilindri a 24 valvole che, all’apice dello sviluppo, arrivò a fornire 250 CV. Da allora, la Nissan Skyline GT-R si guadagnò i gradi e la reputazione di sportiva vera, proseguendo una carriera lunga e piena di successi fino al 2002, anno del pensionamento dell’ultima GT-R “classica”, l’idolatrata R34 che, anche grazie alla saga cinematografica di Fast&Furios, è diventata un mito nel mito. “Maschia” e aggressiva nelle sue forme muscolose e squadrate, sotto il cofano nascondeva un sei cilindri in linea biturbo a benzina da quasi 2,6 litri di cilindrata con 280 CV. Tanti cavalli, per l’epoca, ma anche un’agilità e una tenuta di strada eccezionali, grazie alla trazione 4×4 e all’asse posteriore sterzante. E poi, un bel cambio manuale per “giocare” con i giri del motore, che chiamato a dare il massimo garantiva accelerazioni paragonabili a quelle di una supercar, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi (la velocità massima, invece, era limitata elettronicamente a 250 km/h). Nel corso del 1999, l’anno di lancio, arrivò la più estrema V-Spec, dotata di sospensioni più rigide, di un differenziale a slittamento limitato e di una strumentazione di bordo più completa, con un display che indicava la forza G, i tempi sul giro, la pressione del turbo e altri parametri utili da monitorare nella guida in pista. Il 2000 salutò il debutto della versione V-Spec II: ancora più votata alle prestazioni pure, aveva il cofano anteriore in fibra di carbonio, la pedaliera in alluminio e nuovi sedili di foggia più sportiva. Due anni dopo la famiglia Skyline accolse la V-Spec II Nur, dedicata, come lascia intuire il nome, al mitico circuito del Nürburgring, e forte di ben 450 CV (a puro titolo di confronto, una supercar come la Ferrari 360 Modena, all’epoca, di cavalli ne aveva “solo” 400…). Sempre nel 2002 la Nissan realizzò anche la R34 M-Spec, dove la M omaggiava Kazutoshi Mizuno, storico ingegnere della Nissan e responsabile dello sviluppo dei modelli GT-R. Nel 2003 arrivò la ricercatissima Nismo Z-Tune: una macchina a dir poco sofisticata, realizzata in appena 20 esemplari e rinforzata con un ampio uso della fibra di carbonio nel tunnel centrale e nei duomi degli ammortizzatori; fu rivisto anche il sistema di trazione integrale, per inviare più coppia alle ruote anteriori. Ma il piatto forte era il motore, un 2.8 biturbo con la bellezza di 500 CV. E poi non mancavano finezze come l’albero di trasmissione in carbonio e l’impianto di scarico in titanio. Esteticamente si distingueva per i parafanghi allargati, le prese d’aria nei paraurti più grandi, le minigonne e lo spoiler posteriore regolabile in carbonio. Come la precedente R33, a partire dal 1999 anche la R34 dimostrò il suo valore in pista nel JGTC (Japan Grand Touring Car Championship), e con l’avvento del campionato Super GT, nel 2000 con le Nismo GT-34 pilotate da U. Katayama, M. Krumm, Érik Comas e Masami Kageyama la Nissan chiuse al secondo posto la stagione. Oggi la Nissan Skyline GT-R è il desiderio proibito (viste le quotazioni, già elevate e in costante ascesa…) per moltissimi fan delle auto Made in Japan.
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