Lancia Fulvia Coupé
Quotazione da 9.000 € a 74.000 €
La storia della Lancia non sarebbe quella che conosciamo oggi, se non fosse esistita la Fulvia. Un modello iconico nel più puro senso della parola, e che ha segnato in modo indelebile il percorso della casa torinese a cavallo tra gli Anni ‘60 e ‘70. Disponibile nelle varianti di carrozzeria berlina, coupé e coupé Sport Zagato, le Fulvia sono uscite dagli stabilimenti torinesi da 1963 al 1976. In particolare la bella ed elegante coupé, presentata nel 1965, ha avuto un corposo successo, in buona parte legato alle tante vittorie ottenute nei rally, coronate dalla conquista del Campionato Internazionale nel 1972 (all’epoca non esisteva ancora il mondiale Rally). Realizzata a partire dal pianale accorciato della berlina, la Lancia Fulvia Coupé al debutto era mossa da un quattro cilindri a V stretto di 1216 cc e 80 CV. L’alimentazione era garantita da due carburatori a doppio corpo e il cambio a quattro rapporti. Pesava appena 950 kg e raggiungeva una punta massim di 160 km/h. Già nel 1966 i cavalli salirono a 88 nella versione HF alleggerita grazie ai cofani e alle portiere in Peraluman, una leggerissima lega di alluminio e magnesio, alla rimozione delle lame paraurti e al lunotto di plexiglas. In seguito la 1.3 diventò Rallye HF: la potenza salì a 101 CV, e per celebrare i numerosi trionfi sportivi nel 1968 arrivò la celebre HF con motore potenziato a ben 143 CV. Sulla carta l’auto non temeva confronti, ma rispetto alle rivali più agguerrite il piccolo 1298 cc aveva il fiato un po’ corto. Per questo il giovane Cesare Fiorio, responsabile del Reparto Corse Lancia, ottenne il benestare per sviluppare ulteriormente la HF. Il risultato fu la Rallye 1.6 HF del 1969, la mitica “Fanalone”: la cilindrata saliva a 1584 cc per 120 CV (160 CV nella versione da corsa), 850 kg, cambio a 5 marce, assetto rivisto, sterzo più diretto e cerchi in lega con pneumatici maggiorati. Fu grazie a questo modello, e alla bravura di piloti come il leggendario Sandro Munari, che la Lancia vinse il Campionato del 1972. Nel frattempo, la casa torinese era stata acquisita dalla Fiat, ai cui piani alti non sfuggirono le voci del bilancio relative ai costi di produzione delle Lancia, ritenuti eccessivi. E proprio in un’ottica di contenimento dei costi la Fulvia Coupé nel 1970 andò incontro al primo restyling della sua carriera. A livello estetico i cambiamenti non furono molti: una mascherina più sottile, paraurti con fascia in gomma nera. Da un punto di vista tecnico, invece, fu dotata del nuovo cambio a 5 marce anche la Coupé 1.3 S con 90 CV e modificata la geometria delle sospensioni anteriori. L’operazione risparmio caldeggiata dalla Fiat diede i suoi frutti soprattutto nell’abitacolo, dove il pregiato legno che foderava la plancia fu rimpiazzato da una più economica impiallacciatura fissata a una base in plastica. Oltre alla Coupé 1.3 S, la gamma includeva la Coupé 1600 HF da 115 CV e la 1600 HF Lusso. La prima era senza paraurti, aveva sedili sportivi e un allestimento semplificato, mentre la seconda offriva dotazioni più raffinate, come i sedili con poggiatesta e i deflettori sui finestrini. Le Coupé 1600 HF erano dotate di cerchi Cromodora in lega leggera e la carrozzeria con parafanghi allargati. La vittoria al Rally di Montecarlo del 1972 venne celebrata con una serie speciale della Coupé 1,3 S, dalla caratteristica livrea bicolore come sulla vettura da corsa. Al termine del 1972 la Fulvia berlina venne tolta dal listino: la Coupé invece era ancora richiesta e si decise di proseguire la produzione. In ogni caso, per non fare troppa concorrenza alla neonata Beta Coupé, nel 1973 la Lancia ridusse l’offerta della Fulvia 3 alla sola versione 1.3 da 90 CV. I ritocchi alla carrozzeria, mirati ad aggiornarne l’estetica, consistevano in una più economica mascherina in plastica nera, un nuovo volante in materiale sintetico e un cruscotto con strumenti a fondo bianco al posto di quelli neri della seconda serie. La produzione della Fulvia 3 cessò nel corso del 1976, in contemporanea al lancio della Beta Coupé 1300. La Fulvia fu l’ultima Lancia a essere mossa da un motore V4. Complessivamente fu prodotta in 140.454 esemplari, 6.419 dei quali in versione HF.
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