Lancia Delta Integrale
Quotazione da 35.000 € a 250.000 €
Ancora oggi molti la rimpiangono e c’è chi sarebbe disposto a fare carte false pur di averne una parcheggiata in garage. Perché la Delta HF Integrale è un modello che certo ha scritto pagine memorabili nella storia della Lancia, ma è anche una di quelle poche vetture che fanno parte dell’immaginario collettivo degli appassionati. Inesorabilmente rapiti dalla straordinaria parabola di questo modello progettato per dominare i rally, dove ha gareggiato sbaragliando la concorrenza e conquistando ben cinque titoli a cavallo (sei, se si considera quello ottenuto dalla versione HF 4WD nel 1987) tra gli Anni ’80 e ’90. L’inizio della storia della “Deltona”, come la chiamano gli appassionati, può essere fatto risalire al salone di Francoforte del 1987: in quell’occasione, la casa torinese svelò una versione aggiornata della Delta HF 4WD. Venne ribattezzata Delta HF Integrale e presentava una serie di aggiornamenti stilistici e meccanici. All’esterno si distingueva per i parafanghi allargati, il nuovo disegno di paraurti e minigonne, le prese d’aria anteriori e sul cofano e i cerchi in lega da 15’’ invece che di 14”. Quanto alla meccanica, invece, migliorarono sospensioni e impianto frenante, mentre la potenza del 2.0 turbo a benzina con intercooler passava da 165 a 185 CV. L’incremento di potenza derivò in primo luogo dall’adozione di una turbina Garrett T3 e da una gestione elettronica del motore rivista. L’obiettivo della Lancia era chiarissimo: iscrivere la vettura al Campionato mondiale rally a partire dalla stagione 1988 e, possibilmente, bissare il trionfo ottenuto con la HF 4WD nell’edizione 1987. La missione venne centrata al primo colpo e, dopo aver vinto entrambi i titoli, Piloti e Costruttori, nel 1988, la Delta HF Integrale beneficiò di ulteriori migliorie l’anno seguente, con l’introduzione del nuovo motore a 4 valvole per cilindro e 200 CV di potenza: il nome venne perciò cambiato da Delta HF Integrale 8V a Delta HF Integrale 16V e l’auto debuttò al Rally di Sanremo, che vinse con Miki Biasion. La Delta continuò la sua straordinaria cavalcata ottenendo successi a ripetizione fino a quando la Lancia, al termine della stagione 1991, annunciò il ritiro dalle competizioni. A quel punto fu deciso che per il mondiale del 1992 la casa di Torino avrebbe affidato la gestione delle vetture e del materiale del reparto corse alla Martini Racing, che con il supporto tecnico del Jolly Club portò al debutto quella che sarebbe diventata la celebre Delta HF Integrale “Evoluzione”: il nome era ufficioso, ma ovviamente sottolineava i tanti rinnovamenti apportati, a partire dall’aggiornamento del 2.0, ora accreditato di 210 CV (215 sulla Evo2), oltre alle varie modifiche alla geometria delle sospensioni. Fu subito chiaro che anche nel 1992 la “Deltona” sarebbe stata l’auto da battere: con le avversarie non ci fu partita e il campionato si concluse con la conquista dell’ennesimo titolo. La Delta salì sul podio in tutte e dieci le gare del calendario, conquistando otto successi e quattro doppiette. Ma la Integrale aveva ancora qualcosa da dire: la Delta da corsa continuò a correre, e talvolta a vincere, nonostante la mancanza di aggiornamenti, anche nei periodi successivi. Nel corso degli anni la Lancia ha realizzato diverse edizioni limitate della Delta HF Integrale: la più celebre è senza dubbio la Delta Martini, confezionata per celebrare il titolo mondiale. All’interno si fregia di una coppia di sedili sportivi Recaro in Alcantara con cinture rosse, mentre i cerchi in lega leggera di 15’’ sono dipinti di bianco. La dotazione include inoltre l’ABS, i vetri elettrici e la chiusura centralizzata. Ne vennero costruiti appena 400 esemplari, e oggi le quotazioni hanno raggiunto livelli stellari.
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