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Lamborghini Countach

Lamborghini Countach

Quotazione da 590.000 € a 760.000 €

La Lamborghini Countach è probabilmente il modello più rappresentativo della casa di Sant’Agata Bolognese, della quale è sinonimo e simbolo in tutto il mondo e che, grazie al suo successo, ha contribuito a mantenere grande protagonista tra i costruttori di auto da sogno in uno dei periodi finanziariamente più complicati della sua storia. Tra le supercar più belle e venerate di tutti i tempi, non solo del marchio del toro, la Countach deve a Marcello Gandini (già “papà” dell’antenata Miura) il suo fascino unico e intramontabile, fatto di superfici piatte e spigoli amalgamati in una linea a cuneo che ha fatto letteralmente scuola, ispirando tutte le future generazioni di Lamborghini. Curiosamente, è uno dei pochissimi bolidi della casa emiliana battezzato non con un nome di toro: “Countach”, infatti, è un’espressione che indica meraviglia, traducibile con “perbacco!” dal dialetto piemontese, e nelle lunghe notti di lavoro per allestire il prototipo era uno degli intercalari più utilizzati da un addetto alle serrature della Bertone. Svelata sotto forma di concept car al salone di Ginevra del 1971, la Lamborghini Countach è entrata in produzione due anni più tardi ed è rimasta sulla breccia fino al 1990, anno in cui ha ceduto il testimone alla Diablo. La sigla LP 400 che distingueva la prima versione della Countach sta a indicare la disposizione posteriore longitudinale e la cilindrata di quasi quattro litri del motore V12. Si trattava, in pratica, dell’unità che aveva già equipaggiato la Miura, e con 385 CV prometteva una velocità massima di ben 315 km/h. Alla LP 400 seguì, nel 1978, la LP 400 S, equipaggiata con pneumatici ribassati su cerchi di 15 pollici e senza il tipico periscopio sul tetto. Il dodici cilindri rimase inizialmente quello, alimentato da sei carburatori doppio corpo Weber, della LP 400, ma in seguito, essenzialmente per motivi di affidabilità, fu depotenziato a 353 CV. Nel 1982 la Lamborghini tolse i veli alla Countach LP 5000 S, mossa da un V12 con cilindrata accresciuta a 4.754 cc e 375 CV. Questa versione della Countach fu, tra l’altro, la prima dotata di accensione elettronica, e raggiungeva una velocità massima di 290 km/h. La 5000 Quattrovalvole del 1985 segnò il primo, significativo step nell’evoluzione del modello, ormai nel pieno della sua maturità: la cilindrata del V12, che ricevette nuove teste con quattro valvole per cilindro, salì fino a quasi 5,2 litri. L’alimentazione era assicurata da sei carburatori Weber 44 DCNF, la potenza era pari a 455 CV e la punta massima di 295 km/h. Nel 1988 la carrozzeria della Countach fu dotata di minigonne laterali che nella zona posteriore si raccordavano a una presa d’aria per il raffreddamento dei freni. Due anni prima, invece, Luigi Marmiroli aveva messo allo studio un esemplare della Countach con il telaio in fibra di carbonio, novità assoluta per un’auto stradale, ma il progetto non vide mai le luci della catena di montaggio a causa dei costi, all’epoca esorbitanti, necessari per la lavorazione di quel materiale. La lunga e favolosa carriera della Lamborghini Countach si concluse nel 1988 con la 25º Anniversario, edizione celebrativa per il primo quarto di secolo della casa del toro e alla quale lavorò Horacio Pagani, all’epoca 33enne; un’auto nella sostanza molto simile a quelle che l’avevano preceduta, ma composta da 3000 pezzi completamente nuovi. La meccanica era identica a quella della Quattrovalvole con 455 CV, ma un miglior coefficiente di resistenza aerodinamica le consentiva di toccare i 300 km/h.

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la scelta di veloce
Lamborghini Countach LP 5000 Quattrovalvole
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