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BMW

Oggi i paradigmi e le priorità di acquisto delle automobili stanno cambiando rapidamente e così pure la BMW, con i suoi nuovi modelli sempre più tecnologici, suv ed elettrici. Ma basta fare due curve su una M2 per ricordarsi quanto sia vero il claim della metà degli anni ’70: “The Ultimate Driving Machine” La “Fabbrica Bavarese di Motori” o Bayerische Motoren Werke, alias BMW, nasce a Monaco nel 1917, in piena Prima Guerra Mondiale, per produrre propulsori per aerei. Alla fine del conflitto la BMW si trova nella necessità di differenziare la produzione e si dedica alla nautica e al motociclismo, ma ben presto tocca anche alle automobili, e comincia con un modello derivato dall'Austin Seven. Dopo la Seconda Guerra Mondiale deve affrontare una nuova crisi, dalla quale fatica a risollevarsi pur producendo modelli prestigiosi come la 507 e tentando anche la carta di una microvettura come la Isetta, di progettazione italiana. Ma nel 1959 il magnate tedesco Herbert Quandt, già socio, diventa l’azionista di riferimento, e la BMW mette in produzione un modello di fascia economica, la 700, e questo le fa raggiungere la tranquillità economica. Da qui in poi, il marchio riprende quota tornando a produrre modelli di categorie superiori. Diventando un costruttore di rilievo internazionale tra gli anni ‘70 e ‘80 e a questo processo contribuisce anche la vittoria di Nelson Piquet nel 1983 nel campionato mondiale di F1 con una Brabham motorizzata BMW. Senza contare la risonanza che le viene dalle vittorie a raffica nelle gare turismo con la prima M3 del 1986. Nel 1994 la BMW acquisisce il Gruppo Rover, ma se ne libera già nel 2000, trattenendo però il marchio Mini per la produzione di modelli di gamma più “bassa” rispetto a quelli storici. E nel 1998 acquista anche la Rolls Royce. Oggi ha una gamma straordinariamente estesa che copre la maggior parte delle categorie e produce le sue vetture in molti Paesi del mondo.

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