Porsche 917 a 16 cilindri: la bestia mai nata

Porsche 917 a 16 cilindri: la bestia mai nata

C’è stato un microuniverso dove è stato possibile trasformare i sogni in realtà. È stato una vera Fabbrica di cioccolato, un terreno quasi privo di regole, un Far West automobilistico, il luogo dove ogni ingegnere e ogni pilota (animato da quella sana follia che l’ha convinto a intraprendere una folle professione) poteva scatenare ogni più ludibrico sogno e pensiero peccaminoso. Il campionato Can-Am è stato, dal 1966 al 1974, un paradiso per Case e piloti: le prime potevano sperimentare ogni tipo soluzione tecnica per le loro auto. I secondi avevano la possibilità (idealmente, si intende), di stra-farsi di cavalli.

1500 cavalli… e oltre. La Porsche fu un ammazzasette della serie. E quando iniziò ad utilizzare la 917/30 biturbo si iniziò a esagerare per davvero (questa palla di cannone raggiungeva, in assetto da qualifica, 1500 cavalli). Eppure la Casa di Stoccarda riuscì a concepire qualcosa di ancora più spaventoso, il risultato di un intenso esercizio di stile tra il progettista Hans Mezger e il Responsabile del Reparto Sportivo Ferdinand Piëch.

16 cilindri. 16 cilindri non erano una novità nell’Automobile anche se si era trattato di esperimenti degli Anni 20/30, in cui non esisteva pudicizia: Alfa Romeo Bimotore e 316, Maserati V4, Bugatti Type 45 del ’29, Marmon Sixteen del ’31, l’Auto Union Type C del ’36, BRM V16… Poi gli eventi spensero quel delirante desiderio di grandeur e si tornò a ragionare. Ma la Ca-Am tolse nuovamente ogni freno inibitore.

Il telaio 917-027. Nel 1971, in una fase ancora di crescita del Campionato Can-Am la Porsche cominciò a considerare varie soluzioni per aumentare la potenza della 917, ancora parca di soddisfazioni. Il reparto Sportivo di Weissach scelse la sua vittima sacrificale: dal telaio 027 della gamma 917, una versione PA, ovvero la barchetta della 917 Kurz (con coda corta), fu prelevato il 12 cilindri boxer 4.9 (con presa centrale per la distribuzione e ventola orizzontale). Furono quindi aggiunti due cilindri a destra e due a sinistra. Si ottenne un clamoroso boxer 16 perfettamente equilibrato. Furono individuati diverse soluzioni di cilindrata, da 6 a 7,2 litri e furono raggiunti circa 880 cavalli.

Una bestia. La Porsche costruì quattro motori a sedici cilindri e produsse i componenti per produrne una decina. Il motore fu installato nella 917/PA e fu affidata a Mark Donohue per alcuni test a Weissach. Si racconta che in quel breve ma intenso periodo il pilota americano (che conquisterà il Campionato Can-Am del ’73 con la  917/30) l’avesse trovata pazzesca e che, probabilmente, con due turbo avrebbe potuto raggiungere anche 2000 cavalli.

Già, la turbompressione. I presupposti per fare della 917 16 cilindri una macchina vincente c’erano. Ma presto il reparto realizzò che dotare la macchina di turbo sarebbe stato più economico e, d’altro canto, più efficace in termini di risultati. La sedici cilindri, quindi, restò un affascinante esperimento tecnico che non ebbe seguito. L’unico esemplare esistente è oggi conservato al Porsche Museum a Stoccarda.

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