Porsche 911 Carrera 4 GTS, un’ibrida mozzafiato

Tutte le volte, ogni colpo di cesello rivela una nuova sfumatura, un nuovo strato di raffinata tecnologia accumulato sotto una superficie in cui il progresso evolutivo non è così semplice da cogliere in modo preciso. Soprattutto di questi tempi, in cui la transizione energetica e l’elettrificazione stanno inesorabilmente “appiattendo” il mondo dell’auto. Meno male, vien proprio da dire, che su un terreno di gioco sempre più “livellato” ci sia ancora spazio per auto come la Porsche 911…  

UNICA, PER TRADIZIONE. Se dovessero chiedermi cosa è oggi la Porsche 911, risponderei senza esitare che è uno degli ultimi baluardi di un piacere di guida ancora incontaminato, o quasi. Parliamo di una delle ormai rarissime super sportive offerte anche con il cambio manuale, senza contare il fatto che lo schema meccanico è quello dell’antenata degli anni ’60, con quel sei cilindri boxer montato a sbalzo dietro l’asse posteriore che, nel corso dei decenni, è diventato un marchio di fabbrica, nonché uno dei punti di forza di una macchina che, nelle mani giuste, ha sempre dato parecchio filo da torcere a rivali anche molto più potenti e bilanciate.

RIVOLUZIONE “CALIBRATA”. Dire che la rinnovata Carrera GTS sia una piacevole conferma di tutto questo darebbe un tono inutilmente sensazionalistico a quella che, in realtà, era praticamente una certezza matematica: abilissimi nel mantenere il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione anche nelle “rivoluzioni” più eclatanti (ricordate la serie 996 con i fari “a uovo fritto” del 1997 e lo shock iniziale del primo boxer raffreddato a liquido?), i progettisti della casa tedesca hanno sempre perfezionato “col bilancino” la 911, senza snaturarla mai. La prima ibrida della storia, quindi, non poteva che essere l’ennesimo gol all’incrocio dei pali. A renderlo più spettacolare, il momento storico in cui il pallone gonfia la rete (le ombre dell’elettrificazione non sono mai state così vicine al meraviglioso microcosmo delle sportive); a renderlo più romantico, il bell’effetto al cuore di chi, nella guida, ricerca emozioni e sapori di una volta.

L’ELETTRICO FA DA SPALLA AL BOXER. “Romantica” e “spettacolare” non sono certo aggettivi da dispensare con leggerezza, ma con la nuova Porsche 911 Carrera GTS non c’è alcun timore di venire colti dal tormento di essere stati troppo di manica larga. Per convincermene mi è bastato guidarla per un weekend. Un paio di affondi sul pedale dell’acceleratore e di curve e si mette a fuoco lo scopo più profondo dell’elettrificazione del sei cilindri boxer (al di là del fatto che ridurre le emissioni inquinanti, ormai, è diventato un must anche per i costruttori di auto sportive). Il motore è passato da 3 a 3,6 litri di cilindrata e ha un solo turbo (prima erano due): i cavalli in più sono appena cinque (485, contro i 480 della precedente GTS), ma ai bassi giri entra in gioco un altro motore, a corrente, da 54 CV, integrato nel cambio robotizzato a doppia frizione con 8 rapporti. Risultato: 541 CV, ben 61 in più, a fronte di un aggravio di peso di appena 50 kg.

PIÙ VELOCE DI UNA SAETTA. Per evitare meschine scazzottate con l’incredibile plateau di emozioni che un’auto del genere è in grado di regalare, a partire dallo sbuffo quasi animalesco del turbo ogni volta che si solleva il piede dall’acceleratore, meglio non dare troppi numeri. Vi basti sapere che i tre secondi netti per “bruciare” lo “0-100” dichiarati dalla casa sono stati confermati dal nostro centro prove e che i 309 orari di punta massima rilevati (non così lontani dai 312 promessi) si raggiungono dopo un breve lancio. Il merito di uno scatto così esplosivo è in gran parte del piccolo motore a corrente che, montato tra le due giranti del turbocompressore, mette in movimento “in tempo zero” le palette della turbina (aumentando la prontezza di risposta) e sfrutta l’energia dei gas di scarico anche per ricaricare la batteria di trazione.

GUIDARE È D’AMORE. Aggiungeteci la sicurezza della trazione integrale (nel caso della 4 del test) e un sublime lavoro di concerto tra il retrotreno sterzante (di serie) e uno sterzo così preciso e diretto che sembra di impugnare un pennello e di dipingerle, quelle curve e quei tornanti, e l’incantesimo è compiuto: impossibile, per chi ama la bella guida, non innamorarsi di una macchina così. Naturalmente, ciò non significa che questo meraviglioso anello di congiunzione tra le più “tranquille” Carrera e le più sportive GT3 che è la 911 Carrera GTS sia esente da difetti. Il cambio, nelle scalate, non è fulmineo come quando si sale di marcia. E a quei parafanghi posteriori “extra-large”, nelle svolte più strette, per non rischiare di rovinare la carrozzeria o i cerchi, bisogna farci l’occhio. Poi ci sono le sospensioni: così rigide, quando l’asfalto è liscio come la seta sono una benedizione, ma se siete un po’ giù di schiena e mettete in conto di guidare questa Porsche sulle strade più o meno sgangherate delle nostre città, il consiglio è di procurarvi il numero di un bravo osteopata. Una ragione di più, comunque, per non rimandare oltre quella famosa iscrizione in palestra e cercarsi una bella strada di montagna…