Alle origini del restomod: Eagle E-Type
Nel rurale e affascinante Sussex esiste la Eagle, azienda inglese specializzata dal 1984 in restauri conservativi e migliorativi di Jaguar E-Type, ovvero una delle sportive classiche più attraenti, eleganti e sexy di tutti i tempi; non a caso Enzo Ferrari la definì “l’auto più bella del mondo”. 265 cavalli da un 3.8 litri sei cilindri che trasforma decibel in poesia, quattro freni a disco, 240 km/h di punta, sospensioni indipendenti e una guida coinvolgente completano il tutto anche se francamente, con quella linea, la E-Type resterebbe irresistibile anche se avesse sette cavalli e il rollio di una Citroen Ami 6. I ragazzi della Eagle hanno progredito talmente tanto e sono diventati così esperti nel restaurare queste bellezze d’epoca da aver spianato la strada – quasi quindici anni fa! – al mondo dei restomod, insieme ad Alfaholics e Singer. Negli anni la Eagle GB ha sfornato delle creazioni che rasentano il miracoloso, dalla Speedster alla Lightweight GT, ecco le più importanti.
EAGLE SPEEDSTER. Nata più di quattordici anni fa la Eagle Speedster è la prima vera opera d’arte dell’azienda britannica, una rivisitazione talmente bella della E-Type da far venire le fitte al cuore. Jeremy Clarkson disse: “Non ho mai provato una vettura così speciale. Penso, e con ampio margine, che sia l’auto più bella che abbia mai visto, anzi, probabilmente è la cosa più bella che abbia mai visto”. Ridisegnare un tale simbolo di classe e stile poteva essere un disastro, eppure Eagle – abbassando e inclinando il parabrezza e slanciando ulteriormente la linea – è riuscita a rendere ancora più seducente le forme della sportiva inglese, e non solo. Il motore arriva a 4.7 litri, oltre 310 cavalli e 461 Nm a muovere 1008 chili di peso, sospensioni, gomme e freni sono attuali e gli interni sono ritappezzati e rivisti per essere lussuosi ed accoglienti. Il risultato è qualcosa di spettacolare… ma forse passerete più tempo ad ammirarla che a guidarla.
EAGLE LOW DRAG GT. Già la Speedster è di una bellezza sconvolgente, la Low Drag GT rischia di essere ancora più sbalorditiva con quella carrozzeria in allumino e le forme che rasentano la pornografia. La creazione della Eagle celebra l’esemplare a tetto chiuso realizzato da Jaguar nel 1962 e destinato alle competizioni, più leggero, potente e aerodinamico, tuttavia il reparto corse preferì portare avanti il progetto ‘Lightweight’. I ragazzi della Eagle invece non si sono fatti distrarre, scolpendo una vettura turismo dalla bellezza non misurabile, con un 4.7 litri sei in linea da 350 cavalli e 488 Nm di coppia a muovere una sola tonnellata, prestazioni da sportiva moderna, interni accoglienti ma squisitamente d’epoca e un feeling corsaiolo.
EAGLE LIGHTWEIGHT GT. Tra il 1963 e il 1964 la casa del Giaguaro produsse dodici E-Type Lightweight destinate alle corse (che per l’appunto scavalcarono il progetto Low Drag Coupé) ma prive di un tetto fisso (solo un hard top) come la C-Type e la D-Type prima di lei. 300 cavalli, carburatori Weber da 45, cambio ravvicinato e una linea quasi a livello della Low Drag; ebbe un buon successo nelle mani dei privati. La Eagle – partendo da una E-Type prima serie – crea un’erede spirituale della Lightweight, stesso affascinante look e stessa indole racing, 380 cavalli ma sufficientemente confortevole da poter essere usata nei lunghi viaggi. Nonostante il comfort moderno questa sublime GT pesa 1017 chili grazie a Inconel, titanio, magnesio e alluminio, ha un rapporto CV/ton migliore (e non di poco) di una 991 GT3 e una guida dal sapore unico. Fossimo milionari avremmo sicuramente una Eagle in garage… il problema è che per questa qualità ossessiva, questo sapiente mix di fascino retrò e prestazioni moderne e la linea paradisiaca dovrete sborsare almeno 700.000 euro. Ahia.