Mini Countryman JCW: ha cambiato carattere
Come è cambiata la nuova Countryman John Cooper Works rispetto alle due precedenti edizioni della Mini per la famiglia? Come si può intuire osservando le misure e le potenze in gioco, molto, moltissimo. Siamo passati infatti da 4 metri e 11 cm della prima generazione del 2012 agli oltre 4 metri e 40 (443 cm per la precisione) della protagonista della prova di oggi, e da 2015 a 300 CV (317 CV per gli esemplari destinati agli USA, che presentano un’elettronica del motore meno stringente quanto a emissioni e consumi), anche se con il restyling della seconda generazione si era toccata quota 306 CV. Anche la piattaforma non è più la stessa, o meglio, non ha più le stesse origini: oggi la Countryman è una sorta di BMW X1 con una scocca specifica, mentre in passato nasceva sulla base tecnica della Clubman. L’incremento in altezza di circa 9 cm e lo sbazo posteriore ben più accentuato hanno fatto il resto, in termini di abitabilità e spazio per i bagagli.
HA CAMBIATO TAGLIA. Tutto questo per dire che l’auto, immutata nel nome, è stata riposizionata in un segmento di mercato diverso, più alto: parlando in automobilese diciamo che ha cambiato segmento, dal B al C. Naturale, quindi, che le doti dinamiche non potevano rimanere immutate. Perché? Sembra quasi che a Oxford e Monaco di Baviera abbiano pensato che i clienti della prima John Cooper Works, all’epoca ragazzi, sono cresciuti, hanno messo su famiglia e non hanno più le medesime priorità di 12 anni fa quando si mettono al volante. Ma una cosa non è cambiata: la Mini Countryman JCW è sempre e solo disponibile con la trazione integrale All4, in grado di trasferire tutta la coppia su un solo assale o di ripartirla in maniera variabile. Non più previsto, però, il cambio manuale: qui c’è solo il robotizzato doppia frizione, a 7 marce.
È PIÙ “RIPOSANTE”. Una volta alla guida la prima grande differenza la troviamo nello sterzo: pur mantenendo le abituali doti di prontezza e precisione, è sensibile e diretto al punto giusto, senza gli eccessi che caratterizzavano la prima Mini Countryman JCW. Il punto zero, in altri termini, è meno evanescente che in passato, a prescindere dall’impiego che si intenda fare degli ADAS, controllo della traiettoria compeso. Sì, ma il go-kart feeling, chiederete? Bene, torniamo alla premessa precedente: siamo vicini ai 4 metri e mezzo, il peso supera i 17 quintali a vuoto e l’altezza supera i 165 cm. Oggi la JCW è più efficace sul misto-veloce, dove riesce a mantenere medie rispettabilissime, che sul misto-stretto, dove concede più di qualcosa alla sorella minore hatchback, che pure si deve accontentare di 231 CV ma che è anche più corta di 55 cm e più leggera di quasi 4 quintali. Il comfort non si discute e il divertimento neppure, ma è un divertimento più maturo, che permette di viaggiare in modo rilassato con la famiglia al seguito e divertirsi laddove c’è da effettuare un sorpasso rapido, anziché lasciarsi sulle strade alpine o appenniniche con il coltello tra i denti. Il cambio, un automatico a 7 marce, è ben accordato con il motore e i passaggi di marcia quasi non si sentono; le levette al volante per la gestione in manuale-sequenziale sono un po’ piccole per invitare a una guida più diretta, tanto più che il sound del 2 litri turbo 16 valvole da 300 CV e 400 Nm è sempre ovattato nonostante i 4 scarichi che escono da sotto il fascione posteriore sembrano promettere molto di più del rombo in fase di avviamento.
COMODA MA CON IL PEPE SULLA CODA. Come su tutte le Mini recenti, anche la Countryman JCW propone una marea di modalità di guida, sono 8 in totale, e in Sport o in Go-Kart è un bell’andare, con sterzo, cambio e motore più reattivi; non così l’assetto che non presenta settaggi dedicati privilegiando l’assorbimento delle asperità stradali. Non si soffre sul pavé, i movimenti della scocca sono ben controllati (c’è anche la barra duomi all’avantreno, ben nascosta tra i vari elementi che occupano il vano motore) ma non si avverte neanche quella premura di aggredire le curve come i numeri della scheda tecnica potrebbero lasciar pensare, con uno 0-100 km/h “bruciato” in 5,4 secondi e una velocità massima autolimitata a 250 km/h.
A MISURA DI FAMIGLIA. Dove la nuova Mini Countryman JCW guadagna molti punti è nella versatilità d’impiego (ci sono il divano posteriore scorrevole per 13 cm, lo schienale dietro sdoppiato in tre parti simmetriche 40%-20%-40%) e il bagagliaio vanta una capacità minima di 505 litri, ampliabile progressivamente abbattendo i sedili dietro fino a raggiungere quota 1530 litri. Per far fronte ai maggiori consumi il serbatoio contiene 54 litri di benzina, contro i 45 litri dei modelli meno potenti. Così le soste alla stazione di servizio saranno meno frequenti anche se, va detto, a velocità Codice costante questa John Cooper Works si accontenta di poco carburante, 7-8 litri ogni 100 km. Detto della plancia minimalista con il grande elemento circolare OLED che raccoglie strumentazione e infotainment riprendendo il motivo tondo della Mini del 1959, la nuova JCW dispone anche, in opzione, della guida assistita estesa, che permette di gestire pure i cambi di corsia in totale sicurezza. Va tutto bene, per carità, ma non fateci perdere la voglia di guidare!