Maserati Grecale: la differenza la fa ciò che ti trasmette
Una vera Maserati. In un mondo dove le auto sono sempre più simili tra di loro e le sinergie di gruppo spesso appiattiscono il genio creativo di designer e ingegneri, dalle parti di Modena, con la Maserati Grecale, hanno fatto esattamente l’opposto. Si sono seduti a un tavolo prima e al volante, dopo, per studiare nel minimo dettaglio come dar vita a un qualcosa di unico. Di speciale. Non che la base tecnica di partenza fosse poco brillante. Parliamo della piattaforma Giorgio, l’ossatura dell’Alfa Romeo Giulia e Stelvio. Ma per quanto le due vetture del Biscione si siano sapute distinguere nelle loro rispettive categorie e abbiano eccelso per guidabilità, in Viale Ciro Menotti (la sede storica del Tridente) sapevano bene che per creare una vera Maserati ci voleva di più. Di più di una buona base meccanica, di più di un design, che a tre anni dal lancio possiamo dire sia stato azzeccato in ogni suo particolare: dal frontale aggressivo “figlio” degli stilemi introdotti dalla supercar MC20 al posteriore aggraziato ed elegante, senza manierismi di sorta ad appesantirlo.
Lusso e sportività, comfort ed esclusività, tecnologia e classicità: caratteristiche che paiono agli antipodi del modo di costruire un’automobile, ma che se messe insieme con sapienza regalano quell’esperienza di guida propria di un’auto come una Maserati. La stirpe GranTurismo tutto ciò ce lo ha insegnato molto bene e la Grecale doveva tradurre nel mondo delle auto a ruote rialzate le stesse sensazioni. Un compito tutt’altro che facile, specie quando bisogna dar vita a un’auto per la quotidianità che viene proposta anche con motori “umani” a quattro cilindri e con la multimedialità e i sistemi di sicurezza propri della nostra epoca. Ancora di più se tutto ciò va abbinato a quel livello di personalizzazione su misura (oggi riassunto ed “esploso” dal programma Maserati Fuoriserie) che fa di ogni singola Maserati un’esemplare unico. Come va la Maserati Grecale ve lo abbiamo già raccontato in più occasioni (qui trovate il test della più potente variante Trofeo e, credeteci, vale la pena dargli una letta), ma per capire fino in fondo tutte le sfumature, un test drive non è sempre tutto: vale la pena farsi raccontare i particolari da coloro che possiamo definire “le mamme e i papà” di questa splendida suv progettata e costruita in Italia. Buona visione!