Sapore di ottani: ASI in pista 2024
È come fare birdwatching, eccetto per i decibel e per il fatto che i soggetti in questione siano avvistabili senza ore di immota attesa. Sto osservando una Nissan Skyline GTR R32 abbondantemente preparata sputare fiamme ad ogni cambiata nel tentativo di seminare una Lancia 037 ex Gruppo B, mentre nel paddock di Varano una Delta S4 e una Fiat 131 Abarth stanno scaldando i motori. A circondare questo quartetto italo-giapponese ci sono una quantità impressionante di sportive classiche e youngtimer: Audi RS2, Alfa GTV, Porsche 996 GT3, TVR Griffith, Ferrari Testarossa, Uno Turbo Gr. A, Celica GT-Four, Lotus Elise S1… . Parrebbe un sogno lucido, invece è ASI in Pista, un evento organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano che negli ultimi anni sta acquisendo sempre più popolarità e sostanza.
LE SPECIAL. Spiegare il suo funzionamento è piuttosto semplice: pagando una quota di iscrizione (davvero equa) ogni tesserato ASI ha la possibilità girare in pista a Varano de’ Melegari per quattro turni con la propria sportiva ultraventennale, che sia da corsa (costruite fino al 1994) o stradale (costruite fino al 2004). L’evento include anche una sessione speciale di omologazione ASI dedicata alle supercar e alle storiche da competizione per l’emissione del CRS, mentre a fine giornata vengono assegnati numerosi premi tra cui l’ambito ‘Best of Paddock’ valutando le decine di rarità presenti. Entità piuttosto minacciosa è stata certamente la Lancia Beta Montecarlo Turbo Gruppo 5 del 1979: direttamente dal museo Dallara questa belva turbocompressa sviluppa oltre 500 cavalli da un piccolo 1.4 litri, che le permisero di dominare il Campionato Mondiale Marche nel 1980 e 1981; l’ASI ha consegnato la Targa Oro direttamente nelle mani dell’ingegnere emiliano. A tener compagnia alla Beta c’erano una recentissima Dallara Stradale (pronta a spaventare alcuni fortunati estratti a sorte lungo il circuito ‘domestico’ del marchio) e il campione di rally Fulvio Bacchelli, ex ufficiale Fiat negli anni ’70, per non parlare della rarissima (solo tre esemplari al mondo) Abarth SE027 del 1973, ultimo progetto di Sport Biposto realizzato da Karl Abarth.
PRENDERE CONFIDENZA. All’ASI tutto ciò pareva poco, così – come una nonna apprensiva verso il vostro scarso appetito – l’ente italiano si è portato dietro anche qualche centinaio di litri di biocarburante Sustain Classic prodotto dalla Coryton, lo stesso che abbiamo testato con mano lo scorso anno e che tanti partecipanti han voluto sperimentare. Non sappiamo se sarà il futuro, ma abbiamo ogni ragione per sperarlo. Quest’anno dobbiamo dimenticarci la luminosa e calda giornata dello scorso anno, è nuvolo e la vallata dell’autodromo è un frigo bar, però almeno non piove. I partecipanti sono accorsi da tutto il Nord e il Centro Italia per sfruttare al massimo le proprie sportive, con tutto il vantaggio di un trackday più calmo e a misura di neofita rispetto a tanti altri: immaginate chi si approccia per la prima volta alla pista con la sua piccola e tenera Suzuki Swift Sport, per poi finire in pasto ad un branco di 991 GT3, Exige, Caterham, Cayman GT4 e Nissan GTR; ecco, ad ASI in Pista il clima è più disteso e meno maniacale, più da appassionato romantico.
APERTO A TUTTI. Molti partecipanti sono guidatori esperti che ricercano limiti di grip e punti di corda come i porcini a Settembre, tanti altri si sono avvicinati da poco al mondo dei trackday, cogliendo al volo quest’occasione per migliorare. Vi consigliamo vivamente di appuntarvi l’evento per l’anno prossimo, anche solo da spettatori, l’ingresso è gratuito e potrete rifarvi gli occhi con una sfavillante varietà di storiche e youngtimer: dalle ‘semplici’ Mx-5 NA Merlot, Nissan 350 Z, Impreza, Alpine A310, TT 3.2, Duetto etc. fino a mezzi ancora più consistenti e rari come prototipi e formulini anni ’70 e ’80, Delta Martini, 911 Carrera 2.7 RS, Giulia GTA, svariate Ferrari e tante altre gemme di quando nessuno al mondo trovava intelligente fare il pieno attaccato ad una colonnina della corrente. Bei tempi, che fortunatamente continuano a vivere grazie ad enti come l’ASI e ad ogni petrolhead come noi.