Peugeot 205 GTI, 40 anni da brividi nella schiena

Quarant’anni fa nella baraonda delle piccole berline “tutto pepe” piombò come una saetta un’auto destinata a lasciare un segno indelebile nel cuore di intere generazioni di ragazzi dal piede pesante. Era la Peugeot 205 GTI, irriverente e arrabbiatissima versione sportiva della popolare utilitaria in cui nel 1983 la casa di Sochaux aveva riposto le sue ambizioni per un futuro più roseo dopo le difficoltà degli anni ’70.

CHE EMOZIONI… Quel filetto rosso nei paraurti e nei fascioni laterali e la scritta GTI sui parafanghi posteriori sono bastati a scaraventare gli appassionati in un vortice immaginifico fatto di accelerazioni brucianti e gomme fumanti. E oggi che di “piccole bombe” così non ne fanno praticamente più, tra chi comincia ad avere qualche capello bianco è forte la nostalgia di quegli allunghi mozzafiato, contornati dal rombo di un 1.6 che dimostrava ben più dei suoi 105, grintosissimi cavalli.  

UNA FEBBRE CHE NON PASSA MAI. In anni in cui fermi a un semaforo rosso spesso e volentieri gli occhi di chi guidava una Fiat Uno o una Renault 5 Turbo s’incrociavano come quelli di Armonica e Frank nel duello finale di C’era una volta il West, la Peugeot 205 GTI ha innescato una miccia che ha fatto esplodere con ancora più ardore la febbre per questo genere di vetture, derivate da modelli tutto fuorché sportivi eppure, grazie a una sapiente messa a punto e una corposa iniezione di cavalli, capaci di far correre un brivido intenso lungo la schiena.

ERA DAVVERO SCATENATA. Guidare alla garibaldina una Peugeot 205 GTI, che sia una 1.6 con 105 o 10 cavalli in più o una 1.9 da 130 CV, non era e non è cosa da tutti, ed è proprio nella sua fama di “piccola peste” tutta da domare che risiede una buona parte del mito. Bastava premere con un po’ troppo impeto il pedale dell’acceleratore o rilasciarlo di colpo con le ruote sterzante per farle spezzare con ferocia la catena della prevedibilità, facendo tremare anche i polsi dei piloti più “navigati”. Roba di altri tempi. E che tempi…