Fuga in Svizzera? Le strade giuste per il weekend

In questa frenetica vita abbiamo una miriade di modi diversi per rilassarci, che sia leggere un buon libro o farsi una nuotata, rastrellare giardini zen o bere in compagnia tutto fa brodo; in alternativa potete andare a caccia di passi montani in Svizzera. Quest’ultima opzione non è sicuramente la più riposante, ma rilassante lo è di certo: paesaggi sconfinati e mozzafiato, strade dove la guida è protagonista e un asfalto che sembra posato dagli angeli. Il roadtrip di cui parleremo in queste righe non è il classico ‘quadrilatero’ attorno ad Andermatt (che include il Furka, il Susten, il Grimsel, l’Oberalp eccetera eccetera) bensì un itinerario meno noto, ugualmente da sogno. Oh, e stavolta niente quattro ruote, solo due a testa. 

NUOVE ESPERIENZE. Piccola premessa: mai fregato nulla delle moto, zero al quoto, finché il confuso algoritmo di Marketplace (stavo cercando un bilanciere…) non mi ha posto davanti agli occhi una vecchia Ducati stradale gialla, il mio colore preferito. Profilo stupendo, prezzo abbordabile, classica, non troppi cavalli e dal sound rabbiosissimo; ho noleggiato un furgone, acquistato questa raggiante Ducati 750 Supersport HF i.e. del ‘99, fatto la patente A e iniziato a scoprire un nuovo mondo. Le auto restano saldamente al primo posto nella mia anima da malato di motori, ma macinare centinaia di chilometri in compagnia di qualche amico e con la comodità di una moto (comodità nel senso di evitare code o stress da parcheggio, la mia è confortevole quanto un’incudine) ha il suo perché, devo riconoscerlo. E ora passiamo al viaggio in Svizzera. 

IL GIGANTE SVIZZERO. Siamo partiti dal lago d’Iseo (provincia di Brescia) in direzione Edolo, per poi prendere il passo dell’Aprica e scendere verso Tirano, dove si trova la dogana italo-svizzera. Da quel punto in poi un paio di cose sono certe: evitate in qualsiasi maniera di prendere multe e preparatevi a dover ipotecare i vostri compagni di viaggio anche solo per una colazione. Passato Tirano appare il lago di Poschiavo e dopo poco uno dei passi più belli in assoluto, il Bernina: maestoso, imponente, con qualche sprazzo di sole e neve, il Bernina Pass è un nastro d’asfalto eccitante e scenografico capace di farvi godere fino al midollo. Con la boa gialla – com’è soprannominata la mia moto – mi sono divertito parecchio, ma quel passo sembra disegnato apposta per fare i criminali con una Exige o una Elise. 

VALLATE E INSONNIA. Salutiamo il Bernina e ci dirigiamo verso St. Moritz, deviando tuttavia verso La Punt-Chameus da dove si inerpica l’Albula Pass, un’altra perla di questo viaggio. L’Albula si distingue per una vallata più estesa di un leasing di un’Audi RS Q8, circondata da neve, cascate a sbalzo e con una quota di 2.312 metri, perfetta per avere meno ossigeno, più benzina incombusta negli scarichi e un concerto di fucilate in rilascio. La tappa successiva è Davos (passando per la pittoresca Schmitten), paese nel Cantone dei Grigioni dove dormirò ben tre ore grazie a dei compagni di stanza paragonabili a dei John Deere avviati a freddo. 

PASSI NUOVI E VECCHIE CONOSCENZE. La mattina seguente ci sono forse 4 gradi, il che non agevola il viaggio alla forneria dove ci facciamo spennare a colazione, ma per fortuna le temperature salgono rapidamente sopra i dieci gradi e per qualche minuto giuro di aver assaporato persino qualche raggio di sole. Nei successivi settanta chilometri affrontiamo il Fluela Pass – super suggestivo, la sorpresa del viaggio – e il Passo del Forno, ritrovandoci carichi di adrenalina in cima all’Umbrail Pass, un passo meno noto che sbuca appena sotto la cima dello Stelvio. Per oggi lasciamo stare quello zig zag asfaltato e scendiamo subito a S. Caterina, imboccando la via del Gavia, ultimo passo del viaggio e sempre un piacere da ammirare. In totale abbiamo coperto 530 chilometri in un weekend (neanche tanti in fin dei conti), speso una cifra umanissima e raccolto ricordi indelebili, l’obiettivo di ogni roadtrip che si rispetti. Avete già deciso con che auto ripercorrere le nostre orme?

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