RAM 1500: l’Hurricane spazza via il V8, e quindi?

“There is no replacement for displacement”, dicono gli americani. Tradotto: “Non c’è rimpiazzo, per la cilindrata”. Il messaggio, in soldoni, è che non basta creare un motore piccolo ma molto potente per sostituirne senza rimpianti uno grande, grosso e con almeno un paio di cilindri in più.

PER DUE CILINDRI IN MENO… Sull’altra sponda dell’Atlantico i cosiddetti petrolhead al riguardo sono inamovibili, ma ai piani alti della RAM non se ne sono preoccupati più di tanto e – un po’ perché il downsizing in realtà va di moda ormai da un pezzo, un po’ per dare un contributo alla causa ambientalista – hanno deciso di mandare in pensione il mitico V8 Hemi e il suo sound da pelle d’oca per sostituirlo con il meno “assetato” 3.0 a sei cilindri in linea biturbo della famiglia Hurricane.

PRESTO ANCHE IN ITALIA. È questa la novità più “scottante” del RAM 1500 appena aggiornato, che nelle concessionarie italiane dovrebbe arrivare già entro la fine di quest’anno attraverso la KW Automotive, società con diverse sedi in Europa che farà sbarcare i maxi pick-up americani anche in altri mercati del Vecchio Continente. I prezzi? Sono… “consigliati”, dato che un vero listino per il nostro paese non c’è: il cartellino finale lo decide l’importatore, anche se il range, dice la casa, dovrebbe spaziare da poco meno di 70.000 a poco più di 100.000 euro. Questo tetto massimo sarà sforato (e probabilmente non di poco) dalla versione più estrema, siglata RHO, con il motore da 540 CV, gomme tassellate più alte di un mini pony, sospensioni a prova di bomba del pensionando RAM 1500 TRX col V8 sovralimentato da oltre 700 CV e una messa a punto per arrivare in capo al mondo.

SULL’ASFALTO NON SI SENTE A CASA, MA SE LA CAVA COMUNQUE. Non che l’HO Limited Night Edition che ho avuto tra le mani con il misto Langhe della pista di Balocco a disposizione per una mezz’oretta sia da meno, attenzione. Sempre mosso dall’Hurricane più potente (il sei cilindri costruito nella fabbrica Stellantis di Santillo, in Messico, c’è anche in una versione più “light”, con 120 cavalli in meno), è un filo meno aggressivo nel look e, rispetto alla versione di punta, non ha il differenziale posteriore autobloccante, che senza dubbio gli avrebbe dato una grossa mano a tirarsi fuori dalle curve più strette. Ma è pur vero che il RAM 1500, motori e cavalli a parte, non è certo il mezzo con cui aggredire cordoli e tornanti “alla garibaldina”: nei cambi di direzione non serve cercare il limite, per ricordarsi di essere al volante di un “peso massimo” molto più a suo agio nel fuori strada che sull’asfalto.

UN GIGANTE RAFFINATO. In compenso, il RAM 1500 è molto comodo, almeno considerando che la doppia cabina, costellata di comfort e lussi degni di una limousine all’ultimo grido, poggia su un granitico telaio a longheroni e traverse. Ma è pur vero che i movimenti delle ruote sono guidati da sospensioni estremamente raffinate, per il tipo di veicolo, a quadrilatero davanti e a cinque bracci dietro. Roba da super sportive.

TI PORTA OVUNQUE (E ANCHE IN FRETTA). Detto questo, il sei cilindri non fa rimpiangere troppo il motore a V con due pistoni in più – a meno di non esserne un fan sfegatato, si capisce. Certo, ha una “voce” meno calda e avvolgente, ma la melodia che contorna scatti e allunghi, brillanti e decisi grazie ai due turbo e al rapido cambio automatico, è comunque un sottofondo piacevole, mentre cerco di prendere le misure del RAM 1500 e mi rendo conto che non è proprio il caso di continuare a sottoporlo alle fatiche di un percorso per lui così impegnativo. Sarebbe molto meglio fermarsi, mettersi una camicia e un cappello da cowboy e puntare i fari verso una distesa di dune o il pendio di un monte o una mulattiera nella giungla. Fate voi: al RAM 1500 non fa tutta questa differenza…