Volvo XC90 PUV, una suv a dir poco sopra le righe

Dopo l’introduzione del motore 4.4 V8 fornito dalla Yamaha per la Volvo XC90 al salone di Parigi del 2004, la filiale americana della casa svedese nello stesso anno presenta quella nuova suv al Sema di Las Vegas. Inutile dire che non c’era posto migliore per mostrare un’auto così fuori dalle righe.

ROSSO FERRARI (O QUASI). Caratterizzata dalla verniciatura rosso corsa e dagli scudetti gialli con l’alce nera sui parafanghi anteriori (a un primo sguardo, sembra quasi una… Ferrari!), la Volvo XC90 PUV sembrava voler creare un’alternativa alle S60R e V70R da 300 CV, all’epoca i modelli più potenti e veloci della casa. “Era un’idea così divertente – ha osservato Vic Doolan, il numero uno della Volvo americana – che non potevamo non realizzarla. Potrebbe essere la Volvo definitiva. Ha tutta la sicurezza per cui Volvo è famosa nel mondo, con l’aspetto e le prestazioni di un’auto esotica”. Ma quell’auto, purtroppo, era destinata a rimanere un prototipo. Lo stesso Doolan, del resto, aveva aggiunto che quell’auto così “folle” era più che altro “un modo per stimolare l’interesse, per attirare l’attenzione di quelle persone che non avrebbero mai preso in considerazione l’idea di comprare una Volvo”.

GRINTA DA VENDERE. Nella parte anteriore la XC90 PUV sfoggia una larga apertura che contribuisce a convogliare l’aria nel vano motore, andando anche a raffreddare l’intercooler del compressore. L’aria scivola dolcemente sul frontale e supera i passaruota extra-large, ovviamente realizzati su misura. I tagli profondi nella parte posteriore delle soglie laterali convogliano l’aria intorno ai pneumatici verso i freni posteriori, dotati di pinze a quattro pistoncini (quelli anteriori, invece, ne hanno addirittura otto). Nella parte posteriore, il paraurti integra perfettamente i quattro terminali di scarico. I vetri oscurati, le luci posteriori, i fari e gli specchietti retrovisori in tinta con la carrozzeria completano l’estetica della XC90 PUV. Più bassa di 4 cm rispetto alla XC90 di serie, la PUV poggia su maxi-ruote di 20”.

PIÙ DEL DOPPIO DEI CAVALLI. Presentata mentre era ancora in fase di sviluppo, la Volvo XC90 PUV era destinata a raggiungere un’incredibile potenza di 650 CV (contro i 315 CV del V8 Yamaha di serie) grazie all’impiego di un grosso compressore, di una diversa gestione elettronica del motore e di uno scarico quasi libero. La potenza viene convogliata attraverso una versione modificata del sistema di trazione integrale a controllo elettronico Haldex di Volvo. Il sistema è “precaricato”, il che significa che la potenza può essere immediatamente indirizzata alla ruota con maggiore trazione. Un nuovo cambio automatico a sei marce completa la trasmissione. Mentre allo sviluppo della XC90 V8 di serie ha contribuito la filiale americana della Volvo, la realizzazione e il design dell’auto sono stati curati dalla società d’ingegneria californiana Aria Group.

UN “CUORE” COMPATTO E MOLTO RAFFINATO. Per mantenere la compattezza complessiva, tutte le unità ausiliarie, come l’alternatore, sono montate direttamente sul motore stesso, senza staffe che rubano spazio. Per lo stesso motivo, il motorino d’avviamento è montato sopra la trasmissione. Inoltre, gli alberi a camme che comandano le valvole di scarico sono azionati da catene secondarie che partono dagli alberi a camme di aspirazione, con un ulteriore risparmio di spazio. Ma c’è di più: la bancata dei cilindri di sinistra è sfalsata di mezzo cilindro rispetto a quella di destra, così che il motore possa inserirsi perfettamente nella rete di travi strutturali della XC90, migliorando la sicurezza in caso di incidente.

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