Ford GT40, la regina di Le Mans festeggia 60 anni

Gli anni ’60 furono incredibilmente significativi per gli Stati Uniti. Un periodo diviso tra un desiderio collettivo di benessere e lugubri ombre generate dai conflitti in corso. La ripresa dell’economia strideva con la guerra del Vietnam e le tensioni con la Russia, la pop art faceva da sfondo al consumismo e, per la prima volta, si sbarcava sulla Luna. In quegli anni, gli americani volevano sfoggiare il proprio status, non pensare alle cose brutte che stavano accadendo nel mondo, e nulla evidenza il successo più di un’auto nuova di zecca. Nel 1964 la Ford lancia una vettura che diventerà una vera best seller, dalle linee ancora oggi fascinose e con un V8 destinato a diventare leggenda: la Mustang. Un’auto che incarnava appieno il sogno americano, ma niente di paragonabile alla supercar con cui la casa dell’ovale blu stava per avventurarsi nel mondo delle corse che contano.

UN RIFIUTO CHE DA LA CARICA. Anche la Ford vuole rimarcare la propria potenza, ufficialmente davanti al pubblico e ai clienti, ufficiosamente a una sola, distante, persona: Enzo Ferrari. Il Drake, nel bene e nel male, gioca secondo le sue regole, e rifiutando di vendere l’azienda a Henry Ford II instilla nell’americano una dose piuttosto massiccia di rancore. La storia, raccontata nel recente film Le Mans ’66 – La grande sfida, si condensa così: Henry II decide di battere Ferrari al suo stesso gioco (la 24 Ore di Le Mans), prepara una vettura, inizialmente fa cilecca, poi domina incontrastata. La “belva” protagonista di questa avvincente pagina di motorsport si chiama Ford GT40, una supercar con curve mozzafiato degne di Marilyn Monroe e veloce e aggressiva come un pugno di Mike Tyson.

ALTA UN METRO O POCO PIÙ. Il progetto si basa sulla inglese Lola Mk6GT, e vede protagonista il team capitanato dal pilota e imprenditore Carroll Shelby, l’uomo giusto, lui che la 24 Ore di Le Mans l’aveva vinta nel 1959 con una Aston Martin, per rendere vincente la GT40, dove il numero 40 indica l’altezza in pollici della vettura (appena 1,02 metri). I primi esemplari sono mossi da un 4.2 V8, presto rimpiazzato da un 4.7 con circa 390 cavalli; il telaio è in allumino, mentre la carrozzeria è in fibra di vetro, il che consente di contenere il peso ben al di sotto dei 1.000 kg. Nel 1964 la scommessa su ruote di Ford si rivela velocissima sia al Nürburgring sia a Le Mans, ma l’affidabilità dell’auto, ancora precaria, taglia le gambe a ogni possibilità di vittoria.

IL DOLCE SAPORE DELLA RIVINCITA. Si susseguono altre gare promettenti, ma è con l’arrivo della GT40 Mk2 che le cose cominciano a farsi serie. La nuova auto monta un gigantesco 7.0 da 485 CV e pesa meno di undici quintali: crescono le prestazioni, ma anche l’affidabilità e la maneggevolezza. È Jackpot. Nel 1966 la Ford asfalta la Ferrari, con una tripletta entrata nella storia, il primo di quattro anni vincenti fino all’arrivo della fantascientifica Porsche 917 e degli ancor più temibili cambi di regolamento. La sfida tra il colosso americano e la piccola e rinomatissima casa italiana è entrata nella leggenda, al pari della rivalità Lancia-Audi nel Mondiale rally 1983, e la protagonista indiscussa è qualcosa di davvero speciale.

INESTIMABILE. La fama della Ford GT40 non si deve solo al suo straordinario 1966 e ai suoi successi nella 24 Ore di Le Mans. Ad affascinare è tutto il lungo viaggio che l’ha portata alla consacrazione, dagli inizi titubanti al duro lavoro che ha reso questa supercar una autentica leggenda su ruote. Trovarne una oggi è difficile, acquistarla quasi impossibile, visto che gli esemplari stradali valgono anche tre o quattro milioni di euro, e quelli da corsa ancora di più. La vettura terza classificata a Le Mans nel 1966 è stata venduta a dieci milioni nel 2018, oggi probabilmente passerebbe di mano per cinque milioni in più. Discorsi venali che non impediscono di sognarla a occhi aperti, cosa che ogni appassionato puntualmente fa, ogni volta che ne vede una in fotografia o se ha la fortuna di vederne una dal vivo, magari in pista, con il V8 a pieni giri. A noi, giusto un paio di settimane fa, è capitato al Goodwood Revival, e dove sennò?