Ma la Porsche 924 c’era Targa? Beh, non proprio…

Nel grande dizionario dell’automobile la parola Targa, con la “T” rigorosamente maiuscola, l’ha inserita la Porsche.

Una delle primissime Porsche 911 Targa

UNA CABRIOLET PIÙ RIGIDA E SICURA. Correva l’anno 1966 e con quella denominazione, che in italiano ha tutto un altro significato, la casa tedesca identificò una 911 con una carrozzeria, per così dire, “ibrida”: un po’ coupé, un po’ cabriolet, con un tetto rimbovibile in vinile, un ampio lunotto panoramico in vetro o in plastica e il montante centrale formato da un arco in acciaio satinato che, oltre a dare rigidità alla scocca, proteggeva le persone a bordo in caso di ribaltamento.

Porsche 914/6

NIENTE PIÙ PICCOLE COL TETTO RIMOVIBILE. Sin da subito la Porsche propose con quel tipo di carrozzeria anche la più economica 912, che fuori era pressoché identica alla “sorella” maggiore, ma al posto del boxer a sei cilindri montava quello, con due pistoni in meno, delle vecchie 356. Nel 1969 alla base della gamma s’inserì la 914, nata da un progetto con la Volkswagen e addirittura disponibile solo come Targa. Così non fu per la successiva “baby” Porsche, la 924 del 1976, anch’essa frutto di una collaborazione con il colosso di Wolfsburg. Ma il fatto che una 924 Targa non abbia mai visto le luci della catena di montaggio non significa che la Porsche non ci abbia provato.

Nelle due immagini qui sopra, il prototipo della 924 Turbo Targa conservato al museo Porsche

UN VUOTO DA RIEMPIRE. Occorre precisare che, all’epoca, nella gamma della Porsche una cabriolet pura non esisteva; l’ultima era stata la 356 degli anni ’60, e per vedere la prima 911 con il tetto in tela si dovettero attendere quasi due decenni. Ai piani alti di Zuffenhausen erano ben consci di quella “lacuna” (evidente soprattutto nel mercato statunitense, storicamente una miniera d’oro per la casa tedesca), e così nel 1977 decisero di avviare il progetto di una 924 con carrozzeria Targa.

RIMOVIBILE O SCORREVOLE? Sin dall’inizio i progettisti portarono avanti due configurazioni: una con il tetto asportabile, come nella 911, da cui venne ripreso anche il rivestimento in vinile per la struttura di rinforzo, l’altra con una copertura in grado di scorrere sotto il lunotto (soluzione, quest’ultima, che la Porsche adotterà per la prima volta negli anni ’90 per la versione Targa della 911 Tipo 993). Le immagini dell’auto protagonista del nostro articolo raffigurano il prototipo oggi conservato nel museo della casa, e che, nello specifico, dà un’idea molto precisa di come sarebbe stata una Porsche 924 Turbo Targa.

Porsche 944 S2 Cabriolet

Porsche 911 Targa (Tipo 993)

DIVERSAMENTE TARGA. Lo studio dell’auto fu interrotto nel 1980: ma perché il progetto di una Porsche 924 Targa finì in fondo a un cassetto? La casa avrebbe dovuto far fronte a due ordini di problemi, uno relativo ai costi di sviluppo e produzione, che si rivelarono più alti del previsto, l’altro legato a questioni tecniche e di omologazione, perché da un lato le auto non erano abbastanza rigide, dall’altro, almeno nel caso della versione con il tetto scorrevole, la visibilità posteriore era pressoché nulla. Di lì a breve, inoltre, la 944, erede della 924, oltre che con il tetto in lamiera sarebbe stata offerta anche con la capote, e quindi con la denominazione Targa furono battezzate le versioni delle 924 e 944 equipaggiate con un più tradizionale tetto rimovibile. Ma questa è storia nota…

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