Volvo V40 T5 AWD: cinque cilindri sotto copertura
Vi piace la Ford Focus RS ma la trovate troppo vistosa? Ecco l’alternativa. Sobria, per alcuni fin troppo sobria. Ma tecnicamente molto simile alla cugina anglo-tedesca con cui condivideva la piattaforma, in un tempo in cui la Casa svedese era uno dei marchi del Premier Automotive Group nel quale gli Americani avevano fatto confluire i brand acquisiti nel tempo, dalla Jaguar all’Aston Martin. Si chiama Volvo V40, parliamo della seconda generazione naturalmente, quella prodotta dal 2012 al 2019, riprende l’impostazione a 2 volumi della coeva Ford Focus anche se era disponibile solo con la carrozzeria a 5 porte, ereditandone gran parte della meccanica, pur con una serie di migliorie e di caratteristiche distintive. Per le versioni AWD il sistema di trazione integrale utilizzava un giunto Haldex, come del resto molte vetture del segmento C dell’epoca, a partire dalle Audi A3 quattro e dalla Volkswagen Golf 4Motion.
SPORTIVA BEN MIMETIZZATA. Disegnata dal britannico Peter Horbury e lunga 4367 mm, la V40 è stata concepita e realizzata sulla piattaforma Ford denominata C1, la stessa sulla quale veniva prodotta la precedente Volvo C30 e la Ford Focus di terza generazione. Rispetto alla meccanica da cui deriva, sono stati modificati il servosterzo elettrico, così come il dimensionamento delle molle elicoidali delle sospensioni a ruote indipendenti anteriori e le regolazioni degli ammortizzatori idraulici.
L’AIRBAG NEL COFANO. Sulla V40 particolare attenzione, come da tradizione Volvo, venne prestata alla sicurezza attiva e passiva, così che, tra le dotazioni più significative, figuravano l’airbag per pedoni e ciclisti, che in caso di impatto andava ad aprirsi, con il suo grande cuscino d’aria, fuoriuscendo verso l’alto dalla zona collegamento tra il parabrezza e il cofano motore, allo scopo di attutire l’impatto del veicolo sul pedone in caso d’urto. La vettura era anche dotata di un sistema a tecnologia laser capace di individua un eventuale ostacolo e azionare automaticamente i freni se il veicolo procede a una velocità inferiore a 50 km/h e la eventuale differenza di velocità con il veicolo che precede non supera i 15 km/h.
LA T5 AL TOP DELLA GAMMA. Non solo: i motori 5 cilindri da 2,3 e 2,5 litri della Volvo vennero utilizzati anche dai modelli Ford, mentre alcuni dei 4 cilindri Ford-PSA vennero impiegati anche sulle Volvo meno potenti, in particolare il 4 cilindri turbodiesel da 1560 cc che, nella versione Drive-e da 110 CV, prometteva consumi da record (3,4 litri/100 km), con percorrenze dichiarate nell’ordine dei 29,4 km/litro. Entriamo ora nel merito e andiamo a conoscere meglio le versioni di punta della V40, quelle dotate dei propulsori più potenti, siglati T4 e, soprattutto, T5. Quest’ultima in particolare debuttò nel 2013, un anno dopo le versioni meno performanti, e aveva il suo fiore all’occhiello nel motore 5 cilindri da 2497 cc (poco o nulla a che vedere con il 2521 cc 5 cilindri 20 valvole turbo delle Volvo S60-V70 2.5 T e R AWD) e 254 CV, con 360 Nm di coppia massima, per 250 km/h di velocità massima. Disponibile con trazione anteriore (0-100 km/h in 6,1 secondi) e integrale (6,4 secondi e velocità autolimitata a 210 km/h), la V40 T5 (come la V40 T5 AWD, naturalmente) poteva essere ordinata nell’allestimento stradale standard e nelle versioni più caratterizzate esteticamente, la Cross Country, con assetto leggermente rialzato di 15 mm, barre portatutto al padiglione, perimetro inferiore della carrozzeria protetto da elementi in plastica scura e finte slitte paracoppa al centro degli scudi paracolpi davanti e dietro, e la R-Design, con i gusci dei retrovisori esterni in color alluminio opaco e qualche dettaglio estetico specifico. La V40 T4 e la V40 T4 AWD, da parte loro, impiegavano il 5 cilindri 2 litri turbo da 225 CV.
NEL 2016 PERDE UN CILINDRO. In occasione del Salone di Ginevra del 2016 la Volvo presentò un lieve face-lifting della V40, con l’adozione dei gruppi ottici anteriori provvisti della firma luminosa “a martello di Thor”, di una calandra inedita e con il passaggio ai motori Volvo su tutta la gamma. Le V40 T4 e T5 persero un cilindro passando al 4 cilindri turbo da 1969 cc, dotato rispettivamente di 190 e 245 CV, con una coppia massima di 320 e 350 Nm. La T5, dotata di cambio automatico a 8 marce, era accreditata di una velocità di punta di 240 km/h e di uno 0-100 km/h in soli 6,3 secondi, con la trazione integrale prevista stavolta solo sull’edizione Cross Country. Straordinari i progressi sul fronte consumi con il passaggio al 4 cilindri turbo: da 8,3 a 5,9 litri per 100 km nel ciclo combinato.
UNA SPECIAL PER LA CONFEDERAZIONE. Oltre all’allestimento speciale Polestar, la V40 venne commercializzata in una serie speciale con tiratura limitata a 200 esemplari, la Sport 200, riservata al solo mercato svizzero. Realizzata in collaborazione con l’azienda Heico Sportiv, si differenziava dal modello base per la presenza di sticker specifici e per i quattro terminali di scarico. Le sospensioni vennero irrigidite e furono montati cerchi in lega da 19 pollici. La potenza erogata dal propulsore 1.6 turbobenzina era di 200 CV, mentre gli interni sono stati realizzati con inserti in pelle e acciaio inox e la pedaliera era in alluminio.