Il flat six della Porsche 911 schizza a 10.000 giri
Lo so, lo so, un altro restomod, e toh guarda, nuovamente basato su una Porsche 911 classica. Tuttavia abbiate pazienza e concedete il beneficio del dubbio, perché questa nuova rivisitazione Porsche – chiamata European RS – arriva dalla Thornley Kelham Company.
BIGLIETTI DA VISITA. Se non ricordate questo elaborato nome lasciate che vi rinfreschiamo la memoria: si tratta della stessa azienda inglese artefice della Lancia Aurelia Outlaw, una B20 GT rivista nella linea, negli interni e nella dinamica e con un V6 Busso da 220 CV la ormai onnipresente 964, che viene allargata, allungata e abbassata, mentre la rigidità cresce grazie a un rollbar su misura e a decine di nuovi punti saldatura lungo il telaio.
VEDO NON VEDO. Ad avvolgere il tutto ci pensa una carrozzeria accattivante, ispirata alla Porsche 911 Carrera RS 2.7, ma ancora più cattiva: i passaruota posteriori fanno a gara con quelli di una 993 GT2, il frontale abbandona il look classico per uno più minaccioso e al posteriore c’è un ripido spoiler a coda d’anatra cavo che è un vero spettacolo. I cerchi non potevano essere che dei Fuchs, in questo caso Replica, di 18”, dalle cui razze si intravedono i freni carboceramici.
DA 8.000 A 10.000 GIRI. Paraurti anteriore e posteriore e ducktail sono in fibra di carbonio, i piccoli finestrini posteriori sono in lexan e porte e cofano anteriore sono in alluminio. L’intera carrozzeria, poi, è levigata e lavorata con standard così elevati che una sola European RS richiede – pronti? – 2.500 ore di lavoro. Ora, però, passiamo alla sostanza: il motore, o meglio i motori. La Thornley Kelham offre tre soluzioni: la prima opzione è un 3.8 raffreddato ad aria derivato da quello della 993, profondamente modificato (pistoni forgiati, camme più spinte, ITB, nuove teste…) e in grado di fornire 390 CV, con la zona rossa del contagiri a quota 8.000. La seconda opzione è un 4.0 da oltre 400 CV e, poi, per chi non si accontenta, c’è un 3.6 senza turbo che canta a squarciagola fino a 10.000 giri.
QUESTE SÌ CHE SONO FINEZZE. L’azienda con sede nei Cotswolds si è ispirata alla 2.7 RS per quanto riguarda l’estetica; la guida, invece, si rifà a quella 997 GT3 RS, ritenuta una delle migliori Porsche di sempre. L’obiettivo non è così infattibile, a giudicare dai lavori dietro alla European RS: il cambio a sei marce, che è il super collaudato G50 delle 911 anni ’80, fa il paio con un differenziale autobloccante della Wavetrac, lo sterzo è stato migliorato con una cremagliera della Quaife e le sospensioni anteriori regolabili sono a doppi triangoli sovrapposti, come nella 992 GT3.
MEGLIO DI COSÌ… Tutta questa meraviglia è impreziosita da sedili Recaro in carbonio rifoderati secondo i gusti del cliente, tendenzialmente con Alcantara e pelle. Non mancano il “clima” e un meraviglioso Momo Prototipo tra le vostre mani. Ciascuna delle 25 European RS previste richiederà qualcosa come 6.000 ore di lavoro, a un costo che probabilmente supererà i 600.000 euro. Diciamoci la verità, è un prezzo pazzesco e tra tutti questi restomod – Singer, Theon, Gunther Werks, Emory… – l’azienda inglese dovrà davvero svettare per distinguersi. Ma, tra il design incantevole e l’approccio al puro piacere di guida, sembrerebbero proprio aver imboccato la strada giusta.