La Diablo più letale di tutte è in vendita
Una delle cose più selvagge e pornografiche che i soldi possano comprare è indubbiamente questa, una Lamborghini Diablo GTR, versione pronto pista della belva di Sant’Agata Bolognese e prodotta solamente in 30 esemplari in tutto il mondo. La GTR deriva dalla GT, versione già estrema ispirata a sua volta ad un prototipo da corsa e parecchio più cattiva rispetto alla già minacciosa SV: il V12 saliva a 575 cavalli e 630 Nm, la velocità di punta sfiora i 340 km/h, il peso scende a 1460 chili (110 in meno rispetto alla SV) e l’aspetto esteriore pare volervi incastrare in un vicolo per prendervi a pugni. Bene, la GTR è molto peggio.
MASSIMA EVOLUZIONE. Lo scopo di questo mostro viola è quello di sostituire la Diablo SV-R, che per quattro anni sfoggiò le proprie capacità nel campionato Lamborghini Supertrophy. La GTR – presentata nel 1999 – mette subito le cose in chiaro, e non certo in maniera sottile: il 6.0 litri aspirato dodici cilindri arriva a 590 cavalli e 640 Nm grazie a bielle in titanio, un nuovo scarico da corsa, variatore di fase, Ecu migliorata e un sistema di raffreddamento dell’olio di cambio e differenziale implementato. Quasi l’intera carrozzeria è in fibra di carbonio, i cerchi Speedline sono in magnesio, i finestrini in lexan e al retro – vincolata direttamente al telaio – spunta un’ala che all’epoca doveva apparire come una piattaforma d’atterraggio. Il peso a secco staziona sui 1395 chili (65 meno della GT).
I CORDOLI SONO LA SUA CASA. Gli interni sono diversi da qualunque altra Diablo, a partire dai sedili a guscio in pelle, carbonio e Alcantara (con cinture a sei punti) e dal rollbar completo che avvolge l’abitacolo. Lo sterzo è da corsa e la trasmissione è manuale a cinque marce, per godere di puro piacere mentre la GTR attenta alla vostra vita. Lambo produsse solamente trenta GTR, omologate su strada in certi paesi del mondo (non in Giappone e America ad esempio), e una di queste – l’unica verniciata in un magnifico Viola Cassis – è in vendita presso la DK Engineering. Il telaio è il numero 2, completo di foto dell’epoca e di tutte le corse affrontate nei campionati Supertrophy e GT. Tra aspetto brutale e meccanica vi sono poche cose per la quale donerei più volentieri un rene, il problema è che non basterebbe. L’esemplare in foto è in condizioni impeccabili e ha coperto solo 17.450 chilometri (anche se impegnativi…), pertanto non aspettiamoci un prezzo inferiore agli 800.000 euro. Ahia
già venduta