Valiant: l’Aston Martin con lo zampino di Alonso
In principio fu la Victor, una one off brutale con un 7.3 litri V12 aspirato rielaborato dalla Cosworth, che riuscì a ottenere qualcosina come 836 cavalli e 821 Nm di coppia. Molte componenti erano riprese dalla Vulcan e dalla One-77, oltre a vantare un look spaziale, trazione posteriore e cambio manuale. In seguito venne la Valour, versione “di produzione” (limitata a 110 esemplari, per il 110° anniversario Aston) della Victor, sempre con cambio manuale e V12, stavolta però si trattava del 5.2 litri biturbo da 715 cavalli e 753 Nm. Possiamo accontentarci. Ora è stata presentata la Aston Martin Valiant, variante ‘track-focused’ della Valour, commissionata nientemeno che da Fernando Alonso in persona.
SU RICHIESTA DI FERNANDO. Il pilota spagnolo – pluricampione in F1 e a Le Mans – è rimasto così colpito dalla Valour che ha pensato: “sai che c’è? Me ne faccio fare una meno fighetta e più estrema, votata alla pista, come piace a me”. Da questo desiderio è nata la Valiant, che verrà prodotta in soli 38 esemplari, uno per Alonso e gli altri – già venduti – per 37 facoltosi fortunati. Il propulsore resta il vorace 5.2 litri V12 biturbo con una trentina di cavalli in più (745 quindi) e sempre 753 Nm di coppia; tutta questa ondata di Nm è trasferita al solo retrotreno attraverso un differenziale autobloccante meccanico, ma cosa più importante – nonostante il focus sia sulla pista – rimane il cambio manuale a sei marce, ora con leveraggi a vista. Stupendo.
LOOK EFFICACE. Passiamo alla parte estetica: meno reginetta del ballo, più sostanza. La Aston Martin Valiant sacrifica parte dell’eleganza della Valour per una estetica più funzionale e capace di generare molta più deportanza. La carrozzeria in carbonio infatti si sviluppa in maniera più tagliente e vistosa, facendo risaltare immediatamente la nuova ala posteriore, l’enorme bocca anteriore per raffreddare il V12 – circondata da splitter e feritoie – e le ‘branchie’ laterali. Molto d’effetto i quattro scarichi centrali che rendono inconfondibile la Valiant. Il peso non è dichiarato, ma possiamo supporre tra i 16 e i 17 quintali a secco.
DETTAGLI RACING. Per far brillare in pista la nuova purosangue Aston Martin ha installato una batteria ultraleggera al litio, sospensioni adattive della Multimatic (in grado di regolare individualmente ogni ammortizzatore in soli sei millisecondi), un semi-rollbar e cerchi in magnesio da 21’’, che nascondono freni carboceramici (da ben 410 mm all’anteriore e 360 mm al posteriore) e a loro volta sono nascosti da ‘aerodiscs’ in carbonio ispirati alla temibile Aston RHAM/1 ‘Muncher’ che corse a Le Mans negli anni ’70.
QUI SI PENSA ALLA GUIDA, PUNTO. Gli interni esaltano la connessione col pilota, grazie a sedili super avvolgenti, cinture a quattro punti e – grazie al cielo – uno sterzo che ha solo la funzione di sterzare, senza nemmeno l’ombra di un tastino sulle razze. Alonso spiega di aver apprezzato moltissimo il lavoro di squadra con la divisione Q Aston, al fine di ottenere qualcosa di ancora più eccitante e rapido della Valour, e di non vedere l’ora di guidare su strada la Valiant. Nonostante la sua vocazione per i cordoli la Valiant resta omologata per la strada, il che si spera invogli i futuri proprietari ad usarla come si deve, che siano a Spa o lungo qualche strada secondaria inglese. Il debutto ufficiale avverrà all’imminente FOS di Goodwood con al volante Alonso, che dimostrerà come ogni Valiant andrebbe guidata…