Porsche 911, in giallo banana sa di California
Ho ancora chiare nella mia mente le immagini della Porsche 968 cabriolet che dovetti fotografare un paio d’anni fa. Come dimenticare, d’altronde, quella livrea color melanzana: tono su tono con gli interni, era alquanto stravagante, ma devo ammettere che la macchina, nella sua stranezza, aveva il suo bel perché. E un perché deve averlo avuto anche il primo proprietario della Porsche 911 Speedster che vedete nelle immagini a corredo di quest’articolo, andata di recente all’asta. La carrozzeria, i cerchi Fuchs e la copertura rigida del soft top sono in un colore che la casa chiama Light Yellow ed è, in pratica, un acceso giallo banana. Ma non temete, tettuccio in tela e interni sono stati risparmiati: sarebbe stato troppo.
ESSENZIALE PER TRADIZIONE. Nata nel 1988, la Porsche 911 3.2 Speedster è si rifà alla gloriosa 356 Speedster, una versione più spartana e ancor più leggera della 356 standard. Inutile dire che sulle strade belle e assolate della California fece furore. La prima 911 Speedster è mossa dallo stesso flat six da 231 CV della Carrera (quelle vendute negli Stati Uniti hanno una ventina di cavalli in meno), ha un parabrezza più striminzito e inclinato, cerchi Fuchs di 16’’, capote in tela e la carrozzeria allargata della Turbo. Il risultato non è leggero come lo zucchero a velo alla vista, ma fa la sua sporca figura.
PROFUMA D’ESTATE. Questo esemplare è stato venduto di recente per 239.930 dollari (quel 930 alla fine, sigla della prima, mitica 911 Turbo, sarà stato un caso?) negli States. Rarissima per il suo equipaggiamento (antifurto, aria condizionata, sedili elettrici, lettore a cassette originale e persino il cruise control) e soprattutto per l’appariscente combinazione di colori: Light Yellow L117 per tutto l’esterno e un raffinato Mahogany (color mogano) per interni e soft top. Più la fissate, più quella 911 giallo banana comincia stranamente a rapirvi, specialmente quando la vedete di fronte a una magnifica porzione di oceano con il caldo sole californiano a scaldare le sue curve.
SOLARE, LETTERALMENTE. L’abitacolo è molto accogliente e contraddistinto da un design semplice e piacevole, peccato per lo sterzo troppo paffuto e ingombrante, “inconveniente” risolvibile piazzandoci un bel Momo Prototipo dell’epoca. Sedili e moquette sono intonsi, la luminosa verniciatura pure e la strumentazione segna solo 13.000 miglia, circa 20.000 chilometri. Per quanto questa Speedster non sia spartana e pura come la 356 a cui s’ispira, conserva un sei cilindri boxer di carattere e tocca i 245 km/h, quindi tra le curve qualche sorriso ve lo riuscirebbe a strappare. Con quei colori, poi…