Audi 2.5 TFSI, i segreti di un 5 cilindri da favola
Non molti possono vantare di essere i migliori nel proprio settore per dieci anni di fila. Lo può fare però il 2.5 TFSI dell’Audi, il cinque cilindri che il marchio tedesco ha cominciato produrre nel 2009 e che ha vinto il premio di “International Engine of the Year” nella categoria da 2 a 2,5 litri ininterrottamente dal 2010 al 2018.
UN SUONO INCONFONDIBILE. Un frazionamento, quello dei cinque cilindri in linea, che fa parte del Dna della casa di Ingolstadt fin dalla metà degli anni ‘70, quando debuttò sull’Audi 100, e che ha raggiunto il suo apice nell’estate del 1987, quando Walter Röhrl con un’Audi Sport quattro S1 da 590 CV conquistò la mitica Pikes Peak. Il successo del cinque cilindri dell’Audi è da ricercare non solo nelle vittorie, ma anche – e forse soprattutto – nel suo inconfondibile suono, un ruggito potente e profondo che ha mantenuto le sue caratteristiche nel corso degli anni. Ciò è dato dalla particolare sequenza di accensione dei cilindri: 1 – 2 – 4 – 5 – 3. L’ordine di accensione di cilindri adiacenti e non adiacenti che si accendono alternativamente produce un timbro molto specifico e il numero dispari di pistoni crea frequenze armoniche inconfondibili. Se ciò non bastasse, con un carico maggiore, le alette nel tratto dei gas di scarico si aprono, regalando un suono ancora più pieno.
DALLA TT ALLE RS 3 E RS Q3. La storia del cinque cilindri sulle vetture dei quattro anelli ha una svolta proprio nel 2009: sulla TT RS debutta il nuovo 2.5 turbo con iniezione diretta di benzina. La cosa bella è che, in origine, questo motore non doveva finire sotto il cofano di un’Audi: il progetto, infatti, era pensato per la Volkswagen Jetta e prodotto dalla divisione messicana del colosso di Wolfsburg. I 340 CV di potenza consentono alla TT di “bruciare” lo “0-100” in 4,6 secondi, con il cinque cilindri che si rivela estremamente fluido. Oltre che le versioni Coupé e Roadster della TT RS, il 2.5 TFSI equipaggia anche altri due modelli compatti dell’Audi: la RS 3 e la suv RS Q3.
GIÙ IL PESO, SU I CAVALLI. Nel 2012 la potenza aumenta fino a 360 CV (+20 CV), ma è nel 2016, per la nuova generazione della TT RS, che gli ingegneri dell’Audi mettono mano al 2.5 TFSI, rivedendolo a fondo fino a fargli raggiungere quota 400 CV. Ma i tecnici dell’Audi non si sono fermati qui; hanno lavorat anche per limare il peso del motore, adottando un basamento in alluminio che ha contribuito a far scendere di 26 kg l’ago della bilancia. Non sembrano molti, ma fanno una gran differenza, in macchine con il motore posizionato davanti all’asse anteriore…
TANTE PICCOLE FINEZZE PER UN GRAN MOTORE. Gli ingegneri dell’Audi hanno integrato alberi a camme regolabili nella testata per una fasatura variabile delle valvole. Con il sistema Audi Valvelift varia la corsa delle valvole di scarico. In questo modo si riducono le perdite di lavaggio nella camera di combustione e si facilita un flusso ottimale dei gas di scarico al turbocompressore, soprattutto ai bassi giri. Il risultato, in pratica, è una maggior reattività e una spinta più corposa. È stato anche ridotto l’attrito interno, aumentando la potenza erogata. Le canne dei cilindri sono rivestite al plasma, mentre i cuscinetti principali dell’albero motore hanno un diametro inferiore di 6 mm. L’albero motore è cavo, e per questo più leggero di 1 kg. I pistoni in alluminio sono dotati di canali integrati per il raffreddamento dell’olio.
IL RECORD AL ‘RING. I risultati di tutti questi miglioramenti si notano nell’estate del 2021, quando Frank Stippler porta l’Audi RS 3 a girare in 7:40.748 sulla Nordschleife del Nürburgring, facendo segnare un nuovo record nel settore delle compatte. Un risultato da incorniciare.