Vector M12, l’astronave degli Anni ’90
Anni fa, mentre mi stavo avviando verso la piazza del Casinò di Montecarlo, fui sfilato da una Porsche 911 GT1 Strassenversion. Dovetti raccogliere la mascella da terra. La spettacolare homologation special di Stoccarda è stata prodotta – forse – in 25 esemplari, ma la vettura in foto sarebbe praticamente impossibile da avvistare persino nel principato di Monaco. Questo per due motivi: l’astronave rossa della gallery è una Vector M12, supercar Anni ’90 prodotta in soli quattordici esemplari (più tre prototipi), inoltre non è esattamente famosa quanto la sopracitata Porsche… né ugualmente desiderata dai collezionisti. La verità è che il 90 percento delle persone la conosce perché è cresciuta a pane e GT2, mentre la nicchia di persone sufficientemente abbienti da permettersene una – e soprattutto sufficientemente interessati ad una M12 anziché a qualunque altra supercar – è tremendamente ristretta.
CUORE MADE IN SANT’AGATA. Non che la Vector sia da snobbare, è pur sempre frutto degli Anni ’90, anch’essa parte del variegato ed eclettico mondo delle supercar di quei tempi. Sotto la fiammante carrozzeria in fibra di vetro si cela il telaio – allungato – della Diablo, mentre il motore è un 5.7 litri V12 (sempre Lamborghini) accreditato di circa 500 cavalli, con 576 Nm di coppia. A differenza della precedente Vector W8 o della AWX-3 (il concept da cui deriverà la M12), la casa californiana decise di non adottare più la soluzione dei V8 turbocompressi, ritenuti troppo costosi. Non che la soluzione del V12 si rivelò economica: la produzione della M12 termino difatti nel ’99, quando la casa non riuscì più a pagare la fornitura dei propulsori.
HOW HARD CAN IT BE? Il cambio invece è uno ZF a cinque marce, i freni Brembo sono nascosti da cerchi a tre razze che gridano ‘Gran Turismo’ e le sospensioni sono indipendenti. Questo specifico esemplare messa all’incanto da Bring a Trailer è del Marzo 1996, uno dei primi realizzati, e venne testato da un giovane Jeremy Clarkson durante una puntata di Top Gear. Non ne restò troppo colpito. La M12 è stata acquistata da un rivenditore nel 2018, leggermente restaurata, ed è dotata di aria condizionata, finestrini elettrici, interni in pelle chiara e di un graditissimo scarico artigianale. La strumentazione segna solo 4400 miglia (nemmeno 7000 chilometri) in oltre venticinque anni, e probabilmente la M12 è destinata a non percorrere molta più strada in futuro, visto il suo comfort ridotto e l’impegno richiesto alla guida.
CONCEPT DA STRADA. La Vector ha tante frecce al suo arco: un look assurdo (a partire da quelle voragini sulle fiancate e dai finestrini sdoppiati) e più consono ad una concept car, portiere a forbice, un V12 made in Italy, fari a scomparsa e prestazioni di tutto rispetto, dato che la velocità di punta supera i 300 km/h. Peccato per la povera qualità costruttiva e dettagli decisamente poco sportivi, come il volante che pare ripeso da una Xsara diesel. Le offerte hanno già superato i 230.000 dollari, nonostante manchino quattro giorni alla chiusura dell’asta, quindi l’interesse è alto. Chiunque se la aggiudicherà si porterà a casa un emblema dell’audacia degli anni ’90, qualcosa di assolutamente unico per quanto imperfetto.
Io ho avuto la Xsara diesel e il volante era diverso. Molto più bello! 🙂