Sì, il dream team Dacia punta alla Dakar 2025
Le Dacia non sono esattamente l’archetipo dell’auto sportiva. Sono pratiche, razionali, affidabili economiche e soprattutto essenziali. Molti esperti le consigliano a occhi chiusi a parenti e amici che cercano un’auto con queste caratteristiche. Ma se uno cerca la sportività, è meglio che si rivolga altrove.
STUPISCE… FINO A UN CERTO PUNTO. Tuttavia, l’essenzialità è una caratteristica tipica delle auto da competizione, che badano al sodo e lasciano perdere inutili fronzoli: esattamente come le Dacia. Ecco allora che stupisce fino a un certo punto la notizia che la casa rumena di proprietà del gruppo Renault parteciperà alla prossima edizione della Dakar e al Campionato mondiale di rally raid del 2025. Lo farà con la Dacia Sandrider, un prototipo appositamente progettato per queste competizioni e ispirato alla concept car Manifesto.
UN NOME, UNA GARANZIA. Oltre che sulla lunga esperienza del gruppo Renault nelle corse, il team Dacia potrà contate su un nome che nel mondo delle competizioni non ha bisogno di presentazioni, quello della Prodrive. L’obiettivo, senza girarci troppo intorno, è la vittoria, ed è proprio per essere vincente che la Dacia Sandrider, omologata secondo le specifiche della categoria Ultimate T1+, punta innanzitutto su agilità e leggerezza. La squadra? Un vero dream team: Sébastien Loeb, nove volte (consecutive) campione del mondo di rally, sarà affiancato da un veterano delle gare nel deserto come Nasser Al-Attiyah, cinque volte vincitore della Coppa del Mondo dei Rally Tout-Terrain e due volte campione del mondo di rally raid, nonché 5 volte vincitore della Dakar. Completa questo “squadrone”, a cui peraltro si deve lo sviluppo dell’auto, Cristina Gutierrez Herrero, che a soli 32 anni ha già all’attivo otto Dakar e nel 2010 ha vinto la Coppa del Mondo di Rally-Raid nella categoria T3.
POCHI CHILI, SEI CILINDRI E DUE TURBO. A far volare la Dacia Sandrider sulle dune del deserto saudita sarà un motore 3.0 V6 biturbo a iniezione diretta alimentato con un carburante sintetico. In assetto di gara, il sei cilindri, collegato ai due assali da una trasmissione sequenziale a sei rapporti, fornisce una potenza massima di 360 CV. Per ridurre la “sete” del motore, gli ingegneri hanno lavorato sodo sull’aerodinamica e cercato di limare ogni grammo superfluo, facendo un uso esteso di fibra di carbonio. Risultato? Sul piatto della bilancia sono circa 15 i chili di vantaggio sulle dirette rivali.
SOFISTICATA BRUTALITÀ. Come sulla concept Manifesto, anche sulla Dacia Sandrider il cruscotto è modulare, e ogni equipaggio può adattarne a piacimento la disposizione dei comandi. Corto, spiovente e flottante, il cofano anteriore non “sporca” la visuale dell’equipaggio. Sempre per migliorare la visibilità la parte superiore della plancia è stata verniciata con una speciale tinta antiriflesso di derivazione aeronautica. I sedili sono rivestiti in tessuti tecnici e antibatterici che non trattengono l’umidità, e per evitare che la temperatura si alzi troppo nell’abitacolo i progettisti hanno aggiunto alla fibra di carbonio pigmenti che agiscono contro i raggi infrarossi. Per facilitarne il montaggio, le ruote di scorta non sono carenate e i dadi di fissaggio possono essere appoggiati su un’apposita superficie magnetica integrata nella carrozzeria, in modo da evitare che vadano persi nella sabbia durante il cambio gomme.
DEBUTTO IN MAROCCO. La Dacia Sandrider è ora pronta ad affrontare una lunga serie di test in vari paesi per arrivare alla messa a punto finale. Il debutto ufficiale avverà al Rally del Marocco 2024, appuntamento del Campionato mondiale di rally raid in programma dal 5 all’11 ottobre prossimi. Successivamente, il team Dacia parteciperà alla sua prima Dakar e a tutte le gare del Mondiale 2025.