Il muro dei 200 km/h? Lo ruppe una Benz, nel 1909
Duecento all’ora. Solo a pronunciarlo, vengono i brividi persino oggi che quel “muro” è alla portata di molte auto. Normale, quindi, che corra un brivido sulla pelle nello scoprire che una vettura stradale con il motore a scoppio lo infranse per la prima volta 115 anni fa. L’impresa, in tempi in cui quelle punte erano appannaggio dei soli treni (gli aerei volavano alla metà della velocità…), porta la firma del pilota francese Victor Hémery, che l’8 novembre 1909 al volante di una Benz 200 PS, un bolide a forma di sigaro passato alla storia come “Blitzen-Benz”, sul circuito di Brooklands, in Inghilterra, fece registrare una media di 202,648 km/h sul chilometro lanciato.
UNO STRETTO BOLIDE “TUTTO MOTORE”. Alta e stretta, la carrozzeria della “Blitzen-Benz” ha preso forma quando in campo automobilistico l’aerodinamica era una disciplina per lo più empirica e le gallerie del vento ancora lontane da venire. Eppure, quelle forme erano in grado di fendere l’aria come un falco. Non meno sorprendente era il gigantesco motore, derivato da quello di una Benz da Gran Premio: un quattro cilindri da ben 21,5 litri di cilindrata, pesante 407 kg e in grado di fornire 200 CV a soli 1600 giri. Della serie, i numeri non dicono tutto, ma vorranno pur dire qualcosa. Ma a lasciare davvero senza fiato, mettendo un attimo da parte la scheda tecnica, sono i quattro cannoni di scarico che sbucano minacciosi dalla fiancata sinistra. E che dire dell’avviamento a manovella e della trasmissione della potenza alle ruote posteriori attraverso due grosse catene? Prove inequivocabili di una brutalità meccanica antica che affascina ancora oggi.
DA RECORD ANCHE OLTREOCEANO. Varcando la fatidica soglia dei 200 orari, nel 1909 la “Blitzen-Benz”, con le sue gomme striminzite e i suoi esili cerchioni di legno, dimostrò a un intero continente che un’auto poteva correre più veloce di un treno. Ma quel manifesto di progresso era destinato a oltrepassare i confini dell’Europa. In quello stesso anno la Benz decise di spedire la sua auto da record negli Stati Uniti. Nuova pista, nuovo primato: il 16 marzo 1910 Barney Oldfield divorò il rettilineo di Daytona Beach sfiorando i 212 all’ora sul miglio con partenza lanciata, e poco più di un mese dopo, il 23 aprile, Bob Burman raggiunse i 228,1 km/h, stabilendo un nuovo record che sarebbe rimasto inviolato per otto anni. Inutile dire che, da quel momento in poi, l’auto non fu più la stessa…
LEGGI ANCHE: Fiat S76: una ‘belva’ da 28 litri e 212 km/h