Sapete perché la Tyrrell P34 aveva sei ruote?
Non può vantare un palmarès da fuoriclasse, né potrà mai reclamare numeri da capogiro, eppure un primato lo detiene, e nessuna, con grandissima probabilità, potrà mai toglierglielo. La Tyrrell P34 è stata l’unica vettura di Formula 1 a sei ruote della storia, ed è senza dubbio la monoposto più celebre della scuderia britannica.
IL PERCHÉ DELLE SEI RUOTE. Tutto ebbe inizio nella prima metà degli anni ’70, quando la Tyrrell decise di mettere in pista una monoposto di Formula 1 rivoluzionaria affidandosi all’estro del progettista Derek Gardner, a cui si deve, per l’appunto, la “folle” idea delle sei ruote. Il progettista inglese era convinto che con due assi anteriori e gomme più piccole sarebbe riuscito a rendere più basso il muso dell’auto, ottenendo, anche grazie a un grande alettone “a martello”, una minor resistenza all’avanzamento. Inoltre, sempre secondo le teorie di Gardner, la ridotta carreggiata anteriore e la maggiore impronta a terra delle ruote anteriori avrebbero garantito più grip e un miglior inserimento in curva.
FATTE APPOSTA PER LEI. Il progetto prese piede e nello sviluppo coinvolse diverse aziende, a cominciare dalla Goodyear, che mise a punto e costruì una nuova gomma, di diametro inferiore (10 pollici anziché 13, come nelle altre Formula 1 dell’epoca). Variava anche la mescola, che doveva essere in grado di resistere alle maggiori sollecitazioni, a parità di prestazioni rispetto ad una gomma tradizionale.
UN BATTESIMO CON QUALCHE PROBLEMA. Nel progetto venne coinvolta anche la Koni, che ebbe il compito di realizzare ammortizzatori anteriori specifici. Dopo una lunga gestazione, la Tyrrell P34 fu pronta per il battesimo della pista alla vigilia della stagione di Formula 1 1976. La ridotta carreggiata anteriore, in effetti, migliorava l’inserimento in curva, ma non la velocità massima. A quel punto, però, emersero diversi problemi, soprattutto a livello di gomme: la Goodyear, a cui evidentemente non interessava approfondire e portare avanti il progetto, non proseguì nella messa a punto delle piccole ruote anteriori e ben presto emersero seri problemi di surriscaldamento.
MODICHE IN ITINERE. Per il 1977 Gardner progettò una “versione B” della monoposto, con scocca irrobustita e con modifiche aerodinamiche che, tuttavia, non diedero i risultati sperati. Poco tempo dopo il progettista, deluso, decise di lasciare la Tyrrell, e venne sostituito da Maurice Philippe che, per prima cosa, allargò le carreggiate facendo sporgere le piccole ruote dalla carenatura per permetterne un miglior raffreddamento. In ogni caso, il destino della P34 era ormai segnato, e la Tyrrell abbandonò il progetto nel nel 1978.
QUALCHE SODDISFAZIONE SE L’È TOLTA. Nonostante il sostanziale insuccesso del progetto, la Tyrrell a sei ruote si tolse comunque qualche soddisfazione nel mondiale di Formula 1. L’auto esordì nel quarto gran premio della stagione 1976 a Jarama in Spagna. Patrick Depailler si qualificò con il terzo miglior tempo e la vettura andò bene in gara fino al 26º giro, quando un guasto tecnico la costrinse al ritiro. Dal GP successivo la Tyrrell schierò sempre due P34, conquistando diversi podi e soprattutto una storica doppietta nel Gran Premio di Svezia: primo Jody Scheckter e secondo Patrick Depailler. Al termine della stagione Scheckter si classificò al terzo posto nel Mondiale. L’anno dopo però la P34 non riuscì a ripetere i risultati del 1976: collezionò parecchi ritiri in gran parte legati ai problemi causati dal surriscaldamento delle gomme. Ciononostante la P34 conquistò 4 podi.
QUALCUNO CI HA PROVATO, MA È INIMITABILE. Così si concluse la carriera di una Formula 1 certo singolare e forse un tantino bizzarra, e che di certo non passò inosservata. Al punto che alcuni team, tra cui la Lotus, la Williams e la March, copiarono l’idea delle sei ruote, allestendo monoposto che, però, non parteciparono mai alle corse.
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