Barchetta, l’essenza dell’auto? Renault Spider

Barchetta, l’essenza dell’auto? Renault Spider

La barchetta è l’auto studiata per chi non ha paura di niente e la guida sotto ogni condizione atmosferica. È l’auto da pazzi, è l’auto d’elezione di chi è disposto ad assaporare il profumo del vento, la puzza del Diesel Euro 0 che gli sta davanti o (nel caso di modelli particolarmente esotici) il canto del motore che dà benzina alle sue emozioni. Mancano capote o hardtop così il cielo caldo o piovoso (finanche nevoso) entrano hanche sotto il sedile. Eppure tutto ciò è trascurabile. L’importante di una barchetta è guidarla, viverla, assaporarla. Ne abbiamo selezionate sei che ci entusiasmano. Se sono auto marcianti va benissimo, se sono concept immobili non è importante: la guardiamo e sogniamo mentre siamo al volante lungo il percorso che scatena di più la nostra fantasia. Perché non c’è una Ferrari? Vivaddio, perché è troppo semplice! Partiamo con una barchetta che viene da Oltralpe, la Renault Spider!

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NATA PER LA PISTA. Negli Anni ’90 le Williams-Renault conquistano vittorie e brillano sul podio della Formula 1 regalando forti emozioni agli appassionati di corse. L’azienda decide di capitalizzare l’attenzione con lo sviluppo di una gamma di auto sportive. Al Salone di Parigi del 1990 il primo risultato di questa famiglia di modelli è la scioccante Laguna Roadster, una spider due posti con tutto il fascino delle barchette di almeno quattro decadi prima. Prodotta a Dieppe, negli stabilimenti Alpine, è l’essenza del massimo piacere di guida, quello che dalla fine degli Anni ’40 animò vivacizzò le gare Sport in tutta Europa. A bordo di questa eccellenza del minimalismo e della sostanza non c’è niente di ameno: si guida, si vive un profondo godimento e basta così. L’abitacolo, in posizione molto avanzata, possiede porte con apertura in avanti e verso l’alto. Gli occupanti indossano una visiera protettiva dotata di ricetrasmittenti a infrarossi per comunicare tra loro. Il sistema di-roll bar mobile è in grado di dispiegarsi in un decimo di secondo, controllato da un sistema di sensori.

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MA ANCHE PER LA STRADA. Al Salone di Ginevra del ’95 lo sviluppo del prototipo si traduce nella Renault Spider, il modello definitivo e il primo a marchio Renault Sport. Sebbene fosse stata pensata per le corse (il Trofeo Renault Sport Spider nel programma di supporto della Formula 1) gli appassionati ne richiedono a gran voce una versione stradale. Renault non delude le aspettative e l’anno successivo iniziano le consegne. Sopra un leggero telaio tubolare in alluminio (con parti a vista) è agganciata una carrozzeria in materiale plastico; dopo tutto il lavoro principale lo fa l’infrastruttura di base e il vestito, ridotto al minimo, ha l’unico scopo di tagliare l’aria con un minimo di efficienza. Dietro le spalle del pilota non c’è altro spazio se non per la parete ignifuga che divide l’abitacolo dal vano motore. Qui, in posizione centrale-trasversale, è posizionato il quattro cilindri 2.0 tipo F7R della portentosa Clio Williams con 150 cv. Più che sufficienti per far muovere una vettura di soli 930 kg e 125 cm di altezza (roll bar compreso). Il parabrezza è disponibile solo a pagamento mentre riscaldamento, radio e servosterzo non sono nemmeno previsti. E, naturalmente, neanche la capote. Lo scatto da 0 a 100 km/h richiede 6” e la punta massima è di 215 km/h. Disponibile ufficialmente solo in colore giallo o blu rimane in listino fino al 1999 a un prezzo equivalente a circa 34.000€ (una Boxster 2.5 costa 44.800€). Secondo le fonti Il numero degli esemplari prodotti (versione stradale con o senza parabrezza, versione Trofeo e allestimento con guida a destra) varia tra 1500 e poco più di 1900.

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