Perché le quotazioni della Lexus LFA sono esplose?
La Lexus LFA, prima e unica supercar del marchio di lusso giapponese, era così difficile da comprare (e inizialmente anche da rivendere) che secondo alcuni non desta stupore oggi il fatto che abbia raggiunto quotazioni da capogiro e che i pochi esemplari disponibili, dei 500 prodotti all’epoca, tra il dicembre del 2010 e lo stesso mese del 2012, siano contesi nelle aste più importanti di tutto il mondo, come quelle di Bonhams e RM Sotheby’s. Quindi “mettiamo per un attimo da parte” il sound, glorioso, del 10 cilindri che pulsa sotto il cofano e il suo telaio in fibra di carbonio e andiamo a mettere a confronto le ultime aggiudicazioni all’incanto per vedere come si sta evolvendo il mercato di una delle supercar più desiderate degli anni recenti.
VALGONO TRE VOLTE TANTO. Per stare ai numeri, la più recente vendita di una LFA Nürburgring Package, la serie speciale prodotta in soli 64 esemplari e caratterizzata da una serie di upgrade aerodinamici e tecnici, ha fruttato la bellezza di 1.875.000 dollari nell’asta organizzata da RM Sotheby’s a Las Vegas un anno fa, mentre un analogo esemplare (anch’esso color arancione) passato di mano nel 2019, sempre tramite la casa d’aste canadese, aveva fruttato al venditore 912.500 dollari. Anche se la vettura venduta nel 2022 si trovava in condizioni pari al nuovo con poco più di 100 miglia all’attivo, è facile notare l’incredibile progressione delle quotazioni, testimoniata anche dal prezzo di 1,6 milioni di dollari pagato a Monterey nel 2021 per un’altra LFA Nürburgring, stavolta nera. Anche le Lexus LFA “base” stanno conoscendo un’autentica esplosione delle valutazioni: se nel 2013 erano bastati 312.000 dollari per diventare proprietari di un esemplare prodotto nel 2012, una sorta di “vettura semestrale”, le più recenti aggiudicazioni di RM Sotheby’s sono avvenute nell’intorno del milione di dollari, precisamente 1.105.000 per una bianca venduta durante la Monterey Car Week e 940.000 per una gialla ceduta nell’asta di Las Vegas a margine del penultimo Gran Premio di Formula 1 della stagione 2023.
PIÙ RARA DI UNA F40… Ma come mai era tanto difficile comprare una LFA all’inizio del decennio scorso? La Lexus iniziò a raccogliere l’interesse per la sua supercar il 23 ottobre 2009. Da lì a pochi mesi vennero selezionati i clienti e la produzione prese il via alla fine del 2010. Sono state prodotte 500 vetture per tutto il mondo al ritmo di 20 esemplari al mese e un prezzo base di 375.000 dollari. Ogni Lexus LFA è stata fatta su misura in base alle specifiche del cliente che, attraverso un configuratore, poteva selezionare i colori degli esterni e degli interni, i colori delle pinze dei freni, i sedili, la pelle del volante e altri design degli interni. In totale, erano milioni le combinazioni possibili. Ogni Lexus LFA è stata costruita a mano da un team di produzione dedicato di ingegneri e specialisti presso lo stabilimento Toyota di Motomatchi ad Aichi, in Giappone.
IN AMERICA SOLO IN LEASING. Sul mercato nordamericano, le prime 150 vetture sono state vendute attraverso un programma di leasing di due anni concepito per evitare che i proprietari potessero rivendere il veicolo per trarne profitto. In seguito Lexus ha modificato la propria posizione e ha consentito l’acquisto a titolo definitivo, ma solo a condizione di firmare un accordo che concedesse al concessionario il diritto di prelazione per il riacquisto della LFA se il proprietario avesse voluto venderla entro i primi due anni. Il concessionario avrebbe avuto l’opzione di riacquistare la LFA usata al valore di mercato o al prezzo di listino originale, a seconda di quale fosse il più basso. Nel mercato europeo, gli acquirenti potevano ordinare la LFA attraverso un unico concessionario Lexus situato a Park Lane, Londra, dove invece veniva acquistata a titolo definitivo.
UNA SIGLA, DUE IPOTESI. Un dubbio ancora irrisolto riguarda l’origine della sigla LFA: ufficialmente viene indicata come l’acronimo di Lexus Future-Advance, un claim “vivo” al momento della realizzazione della omonima concept-car nella cui sigla di identificazione LF-A è presente un trattino poi scomparso sul modello di serie) svelata al Salone di Detroit del 2005 ma poi abbandonato dal chief-engineer Tanahashi, ma un’altra corrente di pensiero fa riferimento alle iniziali di Leonardo Fioravanti, il car designer italiano che disegnò (all’epoca nella più totale segretezza) la hypercar giapponese.
PER LA PISTA. Il Nürburgring Package che caratterizza gli esemplari più desiderabili, applicato a una sessantina di LFA, prevede un incremento di potenza del motore V10, pari a 10 CV, portando il totale a 571. Inoltre l’auto presenta una trasmissione ricalibrata con cambi di marcia più veloci di 0,05 secondi, uno splitter anteriore, sospensioni più rigide e regolabili, cerchi leggeri in magnesio BBS con pneumatici stradali ad alte prestazioni, baffi aerodinamici ai lati del paraurti anteriore e un grande alettone posteriore fisso che aumenta la deportanza del 33 percento rispetto alla vettura standard. La Lexus LFA con il Nürburgring Package è una variante incentrata sui trackday ed era disponibile in soli quattro colori di carrozzeria: nero lucido, nero opaco, giallo corsa e bianco. Gli acquirenti delle Lexus LFA Nürburgring Package hanno ricevuto sessioni di allenamento sulla Nordschleife, accompagnati da istruttori.
SULLA NORDSCHLEIFE CON GOMME STRADALI. La Lexus LFA con pacchetto Nürburgring è stata testata al ‘Ring nel giugno 2011. Guidata da Akira Iida, ha fatto segnare un tempo di 7:22.85, il 7° tempo più veloce di sempre per un veicolo di serie omologato. Il risultato fu reso ancora più significativo dal fatto che la vettura utilizzava pneumatici stradali Bridgestone Potenza RE70 di primo equipaggiamento. (Foto: RM Sotheby’s)