Liberty Walk, il tuner simbolo del Sol Levante
Non ci sono mezze misure con Liberty Walk: o lo amate o lo odiate. Il tuner giapponese è famoso per i suoi bodykit estremi, talmente esagerati da trasformare una piccola Daihatsu Copen in qualcosa di più aggressivo di un’Aventador. Perlomeno finché un’Aventador non riceve lo stesso trattamento… diventando una supercar praticamente diabolica. L’azienda nasce nel 1996 come rivenditore di auto usate, e sarà solo nel 2008 – grazie ad un giovane Wataru Kato – che verrà ufficialmente creata la “LB Performance”, specializzata in un tuning che spazia dalle Kei Car fino a vetture di lusso e supercar, quest’ultime certamente le creazioni più famose e chiacchierate.
TUNING PER TUTTI. Che sia una Honda S660, una Jimny, una McLaren o – ebbene sì – una F40, Kato non risparmia le idee. Idee che piacciono. Negli ultimi dieci anni la popolarità della Liberty Walk è esplosa, facendola diventare un’istituzione in Giappone con delle sedi enormi – hanno persino negozi e bar all’interno – e auto più uniche che rare parcheggiate di fronte all’ingresso. Un museo a cielo aperto in pratica. I bodykit della LB non sono adatti ai deboli di cuore, ma non si può dire che manchino di ‘drama’ o di effetto Wow. Di seguito alcune delle creazioni più significative, anche se è dura scegliere tra GT86, R34 Silhouette, Lambo, Lexus, 458 Italia…
LAMBORGHINI MURCIELAGO. Nel 2008 un cliente della LB passò da una Diablo ad una Murci, trovandola però troppo sobria rispetto all’antenata. Kato studiò un body kit che risolveva ampiamente il problema, facendo nascere nel frattempo la “LB Performance”, il cui primo lavoro fu proprio questa Murcielago. Passaruota allargati e rivettati, assetto ad aria rasoterra, nuovi cerchi, minigonne, ala, diffusore… lo stile tagliente e elegante della supercar di S. Agata viene trasformato per renderla inconfondibile.
FERRARI F40. L’F40 incarna le due correnti di pensiero rivolte verso il tuner giapponese. Arte o sacrilegio? Espressione massima di creatività o contaminazione di un classico? Nel caso della Ferrari F40 di Liberty Walk la bilancia pende un pelo dal lato sbagliato, per quanto il design non sia uno dei più estremi mai fatti. Il look si ispira – pur esagerando – alla F40 LM, con una verniciatura bianca e rossa per replicare la bandiera del Giappone, nuovi cerchi, retro allargato e uno splitter così basso che sarebbe utilissimo come schiaccianoci. Al SEMA (avevate dubbi?) fece scalpore.
NISSAN FAIRLADY 240Z. Liberty Walk ha anche una divisione ‘Classic’ rivolta ad alcune Datsun e Skyline d’epoca, le cui opere sono molto più contenute rispetto alla divisione Performance o Silhouette. La Z in questione – una bellissima 240Z – si avvicina di più ad un restomod come concetto, grazie al 2,4 litri leggermente più performante e all’estetica insaporita. La scattante Nissan guadagna carburatori Weber da 45, radiatore in alluminio, barre antirollio maggiorate, assetto regolabile, freni più efficaci e uno scarico per far cantare il sei cilindri. Esteticamente cambia poco, spicca la verniciatura rossa a contrasto con i passaruota neri e i cerchi Watanabe da 16’’. Ci piace.
LB-SILHOUETTE WORKS HURACAN GT. Non potevamo non chiudere con uno dei marchi preferiti da Liberty Walk, Lamborghini. Il brand italiano è adorato in Giappone grazie all’estetica affilata e vistosa, ma questa Huracan è di un altro livello. Il tuner del sol levante non si è trattenuto, creando una mostruosa Lambo gialla spalmata a terra e con un body kit che definire ‘estremo’ sarebbe sminuente. Il retro è cattivissimo, per non parlare dell’ala collegata alla pinna centrale. Scenografica? Assolutamente. Ancora coinvolgente e comunicativa da guidare? Probabilmente no.