Con l’ok del Polo Storico le Lamborghini decollano

A rubare la scena è un bolide verde alto un niente da terra. Ma anche la scocca in lamiera che gli sta accanto ha molto da raccontare. Nell’anno del suo sessantesimo anniversario, alla sua prima partecipazione ad Auto e Moto d’Epoca, la Lamborghini punta i riflettori sul suo glorioso passato. Un passato che è vivo, fertile di significati, spunti, fonti d’ispirazione. La prima Countach con il telaio tubolare prodotta, scintillante nel suo accesissimo verde medio, è il primo capitolo di una storia lunga quasi vent’anni e oggi diventata leggenda – quella dell’auto che ha riscritto per sempre la definizione di supercar. Appena più in là, invece, sospesa su una pedana che la fa apparire molto più alta di quanto non sia in realtà giace immobile e priva di vita una Espada del 1972 o, per meglio dire, il suo nudo scheletro “sfigurato” da qualche chiazza di ruggine. Niente di irreparabile, ma per farle rimettere le ruote su strada, visto che degli interni e del motore per ora non c’è neppure l’ombra, gli esperti del Polo Storico Lamborghini avranno il loro bel da fare.

Alessandro Farmeschi, direttore post vendite della Lamborghini

UN LAVORO QUOTIDIANO. “Per un restauro totale come questo ci serviranno dai 18 ai 24 mesi”, ci spiega Alessandro Farmeschi, direttore dei servizi post vendite della casa del toro, sotto il cui cappello rientrano, tra le altre, pure le attività del reparto dell’azienda dedicato alla tutela, al restauro e alla certificazione dei tori del passato. “La missione del Polo Storico Lamborghini – prosegue il manager – è molto semplice: mantenere la storia della nostra azienda e delle automobili che ha costruito. È un lavoro quotidiano che parte dal nostro archivio storico. Abbiamo quasi finito di digitalizzarlo, in modo da rendere più svelte le consultazioni e la ricerca dei documenti utili al corretto ripristino delle vetture”.

LA CASA CI METTE LA FIRMA. Colori, specifiche degli allestimenti, codici indentificativi per motori, cambi, carrozzerie. Gli scaffali e i cassetti del Polo Storico Lamborghini sono una miniera d’oro per l’azienda, l’unico ente accreditato a garantire al cliente che il restauro della sua Lamborghini è stato eseguito a regola d’arte. D’altronde, in gioco c’è la reputazione di un marchio sinonimo in tutto il mondo di bellezza, potenza, lusso e velocità. “Di bravi restauratori non ne mancano – chiarisce Farmeschi -, ma come si fa ad avere la garanzia che sotto una verniciatura brillante non ci sia uno strato eccessivo di stucco al posto del metallo risanato alla perfezione? Ecco allora il nostro valore aggiunto, ossia dire al cliente: a rimettere in ordine dalla prima all’ultima vite la tua Lamborghini abbiamo pensato noi. E ci abbiamo messo il marchio di fabbrica“.

CERTIFICATA PUÒ VALERE FINO AL 10% IN PIÙ. Proprio la garanzia di autenticità, con tanto di book fotografico dei lavori svolti e timbro della casa madre, sta convincendo un numero sempre maggiore di collezionisti da ogni parte del mondo a spedire la propria Lamborghini a Sant’Agata Bolognese per un check-up o un ripristino. Ovviamente, il servizio ha un costo non indifferente, ma anche se non ci è stato fornito un ordine di cifre, Farmeschi ci ha fatto intendere che per chi ha la fortuna di possedere un’auto da sogno il gioco vale senz’altro la candela. Nelle vendite all’incanto delle più rinomate case d’asta, per rendere l’idea, nove Lamborghini d’epoca su dieci sono in possesso della certificazione di autenticità del Polo Storico. E secondo un’analisi del valore delle transazioni economiche ufficiali condotta a partire dal 2012 dal dipartimento storico dell’azienda emiliana, i bolidi del toro verificati e approvati dalla casa madre sono passati di mano per cifre mediamente superiori del 5-10% rispetto a macchine in pari condizioni vendute senza il “bollino verde” del costruttore.

LA LISTA È LUNGA… Un aspetto non certo di secondo piano, quest’ultimo, visto e considerato che vetture di questa caratura, che possono valere anche più di due milioni di euro, sono a tutti gli effetti beni di rifugio e di investimento al pari degli orologi di lusso, dei vini d’annata e delle opere d’arte. Non deve stupire, quindi, che per far certificare una Lamborghini bisogna mettersi in lista. E aspettare. “Noi non lavoriamo con la fretta – conclude Farmeschi -, ci prendiamo tutto il tempo che serve, aggiornando costantemente sull’avanzamento dei lavori il cliente”. Il quale sa benissimo che l’attesa varrà la pena…