Ritorno al passato: quando il Diesel dominava Le Mans
Ormai sembra preistoria eppure sono trascorsi meno di vent’anni. Per l’esattezza siamo al 13 dicembre 2005: quel giorno Audi presentava una sport prototipo categoria LMP1 (endurance) che avrebbe cambiato radicalmente l’approccio alle corse di durata. Era la R10 TDI che sottopelle nascondeva una autentica rivoluzione: un motore a gasolio. All’epoca, dissero in Audi, l’obiettivo di questa vettura era decisamente ambizioso: vincere Le Mans. Detto fatto: la R10 mostrò subito al mondo le sue qualità vincendo le prime due gare della stagione 2006, vale a dire 12 Ore di Sebring e, appunto, 24 Ore di Le Mans. Un risultato straordinario che consegnò questa Audi alla storia: la prima auto da corsa Diesel al mondo ad aggiudicarsi delle gare di durata. E che Diesel…
V12 E DUE TURBINE GARRETT. Il motore della R10 era un V12 di 90° di 5550 cc: monoblocco e testate erano in lega di alluminio e la sovralimentazione era affidata a due turbine Garrett. Aveva quattro valvole per cilindro e l’alimentazione era ad iniezione diretta con common-rail Bosch con pressioni fino ad oltre 1.600 bar. La potenza dichiarata era superiore ai 650 CV (si dice che le R10 arrivassero facilmente a 700 CV) con una coppia superiore a 1100 Nm. La pressione massima di sovralimentazione era di 2,94 bar. Un motore straordinariamente potente, certo, ma soprattutto più efficiente – tanto che da regolamento montavano un serbatoio più piccolo delle competitor a benzina per equilibrare la competizione – e molto elastico. Talmente “morbido” e reattivo che bastava, si fa per dire, un cambio sequenziale elettropneumatico ad appena 5 rapporti in luogo di quelli a sei marce normalmente utilizzati nelle competizioni. Un vantaggio importante, dissero i piloti, poiché alla riduzione delle cambiate corrispondevano migliori rilievi cronometrici.
OLTRE OGNI PREVISIONE. Come detto il programma agonistico iniziale di Audi Sport prevedeva la partecipazione soprattutto a Le Mans: in realtà la R10 andò subito così forte che i vertici di Audi cambiarono rotta pensionando la R8, all’epoca la vettura di punta, e puntando tutto su questa straordinaria turbodiesel. Che ricambiò la fiducia vincendo 36 gare, quattro mondiali costruttori e quattro mondiali piloti. Letteralmente inarrestabile!
SEGUIRONO LE SUE ORME. Va anche sottolineato che tra i tanti meriti della R10 ci fu anche quello di aprire la strada a un altro marchio che a Le Mans aveva grandi ambizioni: si trattava di Peugeot che quasi in contemporanea con i tedeschi annunciò il suo ingresso nelle corse di durata. Nel 2005 infatti la casa del Leone comunicò il ritiro dal Campionato mondiale rally per dar vita a un nuovo programma sportivo che doveva culminare con la vittoria della 24 Ore di Le Mans. Anche in questo caso naturalmente le ambizioni di Peugeot si affidavano alle risorse di un motore diesel. Fu così che nacque la 908 HDi Fap che si aggiudicò la 24 Ore di Le Mans del 2009. Quanto alla R10 la cavalcata trionfale di queste vetture (che nel frattempo si erano evolute nella R18 e nella R18 e-tron quattro con sistema di motorizzazione ibrida), terminò bruscamente nel 2017, quando il board di Audi decise il ritiro dalle corse. Non tanto per mancanza di competitività, anzi, quanto perché un nuovo avversario spietato e crudele si era delineato all’orizzonte: lo scandalo Dieselgate.