Aria più pulita sì, ma a che prezzo?
La notizia arriva dal Regno Unito ed è frutto di una ricerca del gruppo Stellantis ed in particolare di Peugeot UK. Ebbene la creazione a Londra delle ULEZ, le Ultra Low Emissions Zone (che limitano o vietano la circolazione di veicoli con motori convenzionali) e che dalla fine di agosto sono state in pratica estese all’intera area metropolitana, ha ottenuto un duplice effetto: migliorare (probabilmente) la qualità d’aria degli abitanti e, certamente, rimpinguare le casse del comune. Sì, perché tra tasse e multe, l’erario di Londra ha incassato la bellezza di 319.822.943 sterline (quasi 373 milioni di euro) a partire dal mese di ottobre del 2021 fino ai nostri giorni.
SCONTI E INCENTIVI. Per questi motivi a tutti residenti dei 32 distretti londinesi che da questi giorni non possono viene offerto un incentivo fino a 2.000 sterline per la rottamazione della propria vecchia auto. E sulla scia di questa iniziativa, diverse Case automobilistiche compresa Peugeot hanno introdotto diverse iniziative commerciali rivolte alle vetture elettriche ed ibride per invogliare le persone colpite dalle nuove restrizioni a cambiare macchina. Si parla di diverse migliaia di sterline di sconto, certo, ma con i prezzi delle auto schizzati alle stelle dopo la pandemia e la crisi mondiale dei microchip, decine di migliaia di famiglie saranno costrette a sborsare almeno 25/30mila sterline per mettersi un garage una vettura che vada bene alle amministrazioni pubbliche. E se questa non è elettrica – e quindi ancora più costosa – già oggi o negli anni a venire si andrà incontro ad altri blocchi o ticket da pagare per mettersi al volante nelle aree metropolitane. Più in generale, sempre prendendo ad esempio il Regno Unito, ci sono attualmente 13 zone in tutta la Gran Bretagna con restrizioni più o meno severe alla circolazione che nel complesso hanno generato entrate pari a ben 418.501.974 sterline (488 milioni di euro circa).
POTENZIARE I TRASPORTI PUBBLICI E POI? Somme decisamente consistenti che, secondo quanto prescrive un articolo della legge inglese (il Transport Act 2000), dovranno essere reinvestite nel potenziamento dei trasporti e della rete viaria. Come nel caso di Birmingham che ha investito oltre 52 milioni di sterline arrivate dalla creazione della Clean Air Zone per finanziare una serie di test per autobus a idrogeno, aggiornare le stazioni ferroviarie e migliorare le infrastrutture ciclabili. Analogamente a Bristol queste somme vengono utilizzate per fornire sovvenzioni e prestiti a persone e imprese che devono sostituire i veicoli che non soddisfano gli ultimi standard in fatto di emissioni inquinanti. Abbastanza per sostenere questa tanto agognata svolta green? Si vedrà, certo è che per gli inglesi e un po’ per tutti i cittadini europei, la sostenibilità tocca il portafoglio senza distinzione di redditi, stato familiare o necessità lavorative. Giusto o sbagliato? A ognuno la sua opinione…