Ford Transit, a volte l’abito non fa il monaco
Avete avuto una lunga settimana lavorativa, avete le pile scariche e l’unica cosa che desiderate fare è bervi una birra con i vostri amici in santa pace, accantonando per un attimo ogni pensiero? Nossignore, se fate parte del “Saturday Club”, un manipolo di dipendenti Jaguar con la passione per i progetti speciali… al di fuori dell’orario di lavoro.
DAI TAVOLI DA DISEGNO… A QUELLI DI UN PUB. O meglio, la birra (e anche più di una…) la berreste lo stesso, ma un pub dopo l’altro finireste con l’ideare qualcosa di speciale e meravigliosamente brutale. È esattamente quello che, all’alba degli Anni 90, hanno fatto i ragazzi della Jaguar con la XJ220, una supercar con motore V12, trazione 4×4 e uno scenografico sistema di apertura delle porte a forbice: nessun timore reverenziale nei confronti di Lamborghini, Porsche e Ferrari. Peccato che intoppi economici e di natura ambientale abbiano ridimensionato parecchio i target di quel progetto e la supercar del giaguaro rampante abbia messo le ruote su strada con la sola trazione posteriore e, dietro l’abitacolo a due posti secchi, un V6 biturbo derivato da quello della Metro 6R4, piccolo “mostro” da rally del Gruppo B.
UN MULETTO DECISAMENTE INUSUALE. Nonostante ciò, la Jaguar XJ220 non avrà certo problemi di potenza. Grazie alla doppia sovralimentazione forzata, il 3.5 a sei cilindri arriverà a fornire 550 CV, facendo della supercar britannica l’auto più veloce della sua epoca. Ma la cosa forse più interessante e sicuramente curiosa di questa storia è il come quelli del “Saturday Club”, con l’aiuto di alcuni amici della TWR, decisero di testare il motore e la trasmissione prima di poter avere sottomano una XJ220 funzionante. Ebbene, il primo muletto è stata una ‘sleeper’ insospettabile che più insospettabile non si può, ovvero… un Ford Transit. Vai a capire perché (Esigenze di spazio? Passo simile? Semplice goliardiata?), ma gli ingegneri della Jaguar scelsero il celebre furgone americano e gli montarono un motore, un cambio e sospensioni da corsa, “appoggiando” quel bestione normalmente dedito al facchinaggio su cerchi in alluminio da 18’’ con gomme da 345/35.
SUPERCAR KILLER. Così allestito, il Ford Transit poteva contare su una potenza di circa 540 CV e lasciarsi alle spalle, quasi “sbadigliando”, una Porsche 911 Turbo o una Ferrari F355. Questa pazza supercar mascherata da furgone comparve persino in un episodio di Top Gear e i colleghi australiani restarono letteralmente di sasso dopo che quell’apparentemente anonimo van fece mangiare la polvere a un Holden Maloo da quasi 400 cavalli. Quando la Jaguar XJ220 vide finalmente le luci della catena di montaggio, il Transit-Frankenstein non venne gettato nel dimenticatoio, ma acquistato da Justin Law, proprietario della Don Law Racing, un’officina specializzata proprio in Jaguar XJ220.
ATTENTI A QUEL TRANSIT. Sotto le sue esperte mani, il Ford Transit arrivò addirittura a 640 cavalli, beneficiando inoltre di una dinamica di guida rivista per ridurre il sottosterzo. Velocità massima? 270 km/h, il che fa sorridere pensando all’uomo della strada che imbattendosi in quel “mostro” sotto mentite spoglie dal parabrezza intravedeva una copia stropicciata del Sun, cartacce e scatolette di fast food. Geniale anche la scritta al retro “Com’è la mia guida?” e il recapito di riferimento. La Jaguar XJ220 resta una delle supercar più significative degli Anni 90, slanciata, sexy e tremendamente veloce, nonostante avesse la metà dei cilindri di un V12. Tenete sempre a mente, però, che là fuori, per le strade inglesi, si aggira senza dare nell’occhio un van dalle prestazioni simili…