Buon compleanno LaFerrari!

Il debutto piuttosto fragoroso avvenne al Salone di Ginevra di dieci anni fa, quando Ferrari la espose in anteprima per farla conoscere al grande pubblico. L’auto in questione era la LaFerrari, un nome che la diceva lunga sulle sue caratteristiche e che ben presto venne definita la supercar limited edition per eccellenza del suo tempo. Una serie speciale Ferrari che, secondo la miglior tradizione di Maranello, offriva una serie di soluzioni uniche a cominciare dal sistema di alimentazione ibrida/elettrica che comparve per la prima volta su un’auto destinata alla produzione, seppur in piccola serie. 

LA PRIMA CON IL KERS. Si trattava del KERS (sistema di recupero dell’energia cinetica) messo a punto nelle corse di F1 (comparve nel mondiale del 2009) e che contribuiva alla fornitura continua di energia elettrica integrando in tal modo la potenza del motore termico. Cuore pulsante della LaFerrari era ovviamene il V12 da 6,3 litri aspirato che erogava l’eccezionale potenza di 800 CV a 9000 giri con limitatore a 9250 giri. Il motore elettrico supplementare offriva 163 CV e innalzava così la potenza complessiva al gran totale di 963 CV. Per diversi anni, fino alla comparsa della SF90 Stradale, la LaFerrari è stata la più potente della storia del Cavallino. La scheda tecnica parlava di una velocità massima di 350 km/h, uno 0-100 km/h in meno di 3 secondi e uno 0 -200  in 6,9 secondi. Ma il gruppo motopropulsore non era certo l’unica “chicca” di questa supercar. La LaFerrari aveva un sofisticato telaio in fibra di carbonio e un’aerodinamica attiva molto curata con tre ali mobili anteriori e il posteriore con il grande estrattore e l’alettone attivo. Il risultato? Maggiore deportanza per ottimizzare il comportamento in curva e in frenata, a fronte di una eccellente resistenza all’avanzamento.

ALONSO E MASSA TRA I COLLAUDATORI. Senza contare che era davvero bella: firmata dal Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni si distingueva per la straordinaria  plasticità delle sue forme con diversi dettagli che richiamavano le Ferrari da corsa degli anni ’60, comprese la 330 P4 e la 312 P. La Casa di Maranello dichiarò che i piloti della Scuderia Ferrari di allora, Fernando Alonso e Felipe Massa, presero parte allo sviluppo del progetto fornendo indicazioni e consigli per migliorare il comportamento dinamico. Di forte impatto racing anche l’abitacolo: La LaFerrari è stata la prima Ferrari con un quadro digitale riconfigurabile, mentre sul volante si trovavano numerosi comandi, proprio in una F1. Il cambio automatico a doppia frizione a sette rapporti era controllato attraverso le classiche palette. Importante sottolineare anche che il sedile di guida era fisso: veniva sagomato e conformato in base alle richieste del cliente, pur se volante e pedaliera potevano essere regolati a seconda delle esigenze.

499 COUPÉ, ANZI 500. Numeri insomma straordinari per una Ferrari destinata a una ristretta cerchia di collezionisti: la produzione di questa supercar venne infatti limitata a 499 coupé, seguite da 210 esemplari della versione Aperta che debuttò al Salone di Parigi del 2016. Per la verità nel 2016 venne prodotta anche la coupé numero 500, su richiesta di Sergio Marchionne, allora ceo Ferrari. Questo modello fu in seguito battuto all’asta per 7,5 milioni di dollari: il ricavato venne devoluto a favore delle vittime del terremoto che quell’anno colpì l’Italia centrale. All’epoca della presentazione una coupé costava un milione di euro o poco più. Un autentico affare perché oggi una LaFerrari vale molto, molto di più: da 2 milioni e mezzo di euro in su…