BMW Serie 5: quanto è cambiata in più di mezzo secolo?
TRA CONTINUITÀ ED EVOLUZIONE. La nuova BMW Serie 5 è diventata un salotto su ruote ultramoderno, foderato con materiali “vegan-friendly”, vanta possibilità d’intrattenimento da far invidia alla sala giochi di uno youtuber e sfodera doti di guida autonoma che le consentono di viaggiare in autostrada da sola fino a 130 km/h (anche se non in Italia, dove non è ancora permesso). E in una sorta di continuità, che la Casa di Monaco ha voluto mantenere dal 1972 a oggi, un cambiamento così importante nella storia della BMW Serie 5, probabilmente non si verificava dal modello di quinta generazione (E60), nato sotto la direzione stilistica di Chris Bangle.
UN SUCCESSO CONTRASTATO. A quell’auto, nata nel 2003, era toccato l’arduo e ingrato compito di non far rimpiangere la precedente BMW Serie 5 E39, quella che, a detta di molti, , noi di Veloce inclusi, è stata la miglior Serie 5 di tutti i tempi. Risultato? Quello stile un po’ tozzo e strampalato, così fuori dagli schemi e distante dai canoni classici delle BMW del tempo, continua a far discutere ancora oggi, ma non ha impedito a quella generazione della Serie 5 di ottenere un successo di vendite superiore a quello di tutte le sue antenate.
NONOSTANTE TUTTO, RIMANE UN CLASSICO. Ma tornando ai giorni nostri, la domanda è: quali sono – ammesso che esistano – i filamenti nel Dna del nuovo modello appena svelato che possono in qualche modo ricondurre alla capostipite della famiglia? Che la prima BMW Serie 5 (E12), apparsa nell’ormai lontano 1972, con la sua ultima erede in ordine d’apparizione non condivida neppure una vite è nell’ordine naturale delle cose. Otto generazioni non possono non essere sinonimo di mutamenti importanti, sospinti da un progresso tecnologico sempre più rapido e totale. Quella che, per fortuna, non è cambiata – e non è una cosa così ovvia, in tempi in cui imperano la frenesia delle suv e della mobilità elettrica a ogni costo – è l’architettura generale dell’auto: più di mezzo secolo dopo, la BMW Serie 5 rimane una berlina a tre volumi classica, con il motore anteriore disposto in senso longitudinale e la trazione di base sulle ruote posteriori. Anche se, nel corso della sua evoluzione, sono arrivate anche le varianti 4×4.
ALLA COSTANTE RICERCA DEL PROGRESSO. Per il resto, mettendo una accanto all’altra la prima BMW Serie 5, alimentata a carburatore, e l’ultima, mossa da motori elettrificati ma anche al 100% elettrica, si scoprono due mondi (e due modi di intendere una BMW di lusso) profondamente diversi. Diversi, certo, ma entrambi nettamente orientati da una precisa volontà di voltare pagina rispetto al recente passato. Basta osservare proprio la prima BMW Serie 5 per intuire la portata del salto di modernità nei confronti dei modelli a quattro porte della cosiddetta Neue Klasse (1962-1972) che si preparava a mandare in pensione. Macchine tutto sommato ancora recenti, essendo nate appena dieci anni prima, ma invecchiate di colpo al cospetto della nuova berlina bavarese.
UN “DOPPIO RENE” GRANDE, MA NON GIGANTE. Un gran lavoro, in tal senso, lo svolsero gli stilisti guidati da Paul Bracq, il cui team, nei suoi anni al timone del centro stile della BMW, dal 1970 al 1974, ha firmato anche i progetti della più piccola Serie 3 e dell’ammiraglia Serie 7. Auto, insieme alla Serie 5, destinate a diventare per l’eternità sinonimo di BMW in ogni angolo del pianeta. Esattamente come la sua antenata più lontana, anche la nuova Serie 5 marca quindi un netto taglio col passato. E lo fa nel pieno di un contesto in cui, a vederle, si fatica a credere che le attuali BMW siano parenti di quelle di solo qualche anno fa. In tutto ciò, però, va sottolineata una cosa. E cioè che, nella definizione dello stile della nuova BMW Serie 5, i designer hanno resistito alla tentazione di innestare gli stilemi graficamente più “impattanti”, come il gigantesco doppio rene a sviluppo verticale che troneggia sul muso della Serie 7 e di tutti i modelli a ruote rialzate della famiglia X.
UN’EREDITÀ IMPORTANTE. Nonostante ciò, la BMW Serie 5 del 2023 risulta comunque più “pesante” alla vista rispetto a quella di cui raccoglie il testimone, la Serie 5 G30 del 2017, assai armoniosa, con le sue forme più “decise”, rispetto alla Serie 5 F10, ovvero l’erede di quella, eternamente controversa, firmata da Chris Bangle.
ELEGANZA SENZA TEMPO. E il prima? L’eleganza pulita e senza tempo della BMW Serie 5 E39 di metà anni ’90, un’auto sulla quale la Casa bavarese aveva lavorato ben 39 mesi, prima di “concederle” le luci della catena di montaggio, altro non è che lo straordinario risultato degli step precedenti. Meno clamorosi, forse, ma fondamentali nel tracciare i successivi capitoli di una saga che prosegue ancora oggi.