Ammiraglie francesi, una razza quasi estinta
CITROËN E POCO ALTRO. C’erano una volta le “grandes routieres”, le ammiraglie francesi nate per macinare comodi e veloci tanti chilometri in totale relax. È in caso delle Citroën DS, CX e XM. Ma rispetto a loro, che insieme con la Traction Avant occupano quattro dei primi cinque posti tra le grandi vetture francesi più vendute della storia, i modelli delle altre case d’Oltralpe hanno macinato numeri di gran lunga inferiori, al punto da rivelarsi insuccessi commerciali e, di conseguenza, finanziari. Pensate, ad esempio, che mentre la Mercedes Classe E prodotta dal 2002 al 2009 è stata venduta in 1,5 milioni di esemplari, la contemporanea Peugeot 607 ha superato di poco le 168 mila unità e la Citroën C6 non è andata oltre quota 23 mila. E infatti, sul mercato collezionistico, le grandi berline francesi seguono più il successo che la rarità, con le DS e CX contese a prezzi da 10 a 40 mila euro, mentre Renault, Simca e Talbot sono di fatto cadute nel dimenticatoio e Peugeot pone in salvo solo 604 e 605 ma unicamente per i seguaci dello stile Pininfarina.
1 CITROËN ID/DS (1.456.115 ESEMPLARI). Il record stabilito dalla DS, la più famosa tra le ammiraglie francesi, si deve anche alla sua longevità commerciale: dal 1955 al 1975. Questo nulla toglie alle sue qualità tecniche, legate agli avveniristici dispositivi idraulici di cui era dotata e alle sospensioni idropneumatiche, capaci di regalare un comfort regale all’aerodinamica 4 porte parigina. Questo modello ha poi creato una tradizione tecnica seguita anche da modelli di fascia intermedia come GS e BX. Sul mercato collezionistico ha raggiunto quotazioni record, con punte di 40mila euro per le prime DS19 e le ultime DS23 Pallas Injection Electronique. E anche le sorelle minori D Spécial, D Super 5 e DS20 superano i 20mila euro se in buone condizioni.
2 CITROËN CX (1.043.360 ESEMPLARI). Degna erede della DS, ne segue i principi-chiave con una focalizzazione particolare sull’aerodinamica e sulle sospensioni idropneumatiche, conservando lo schema a 4 porte senza portellone posteriore. Come la progenitrice è stata prodotta con motori solo a 4 cilindri, di 2, 2,2 e 2,4 litri, prima del restyling che introdusse il 2,5 litri, anche turbo, al vertice dell’offerta. A differenza della DS, ha potuto contare su versioni ad alte prestazioni, come la CX 2400 GTI e la CX 25 Turbo 2 (oggi le più ricercate dai collezionisti), ma soprattutto è stata equipaggiata, per la prima volta per un’ammiraglia Citroën, con motori diesel (2,2 e 2,5 litri) e turbodiesel (2,5 litri) che, grazie all’aerodinamica molto efficiente, la resero inizialmente la vettura a gasolio più veloce del mondo. Il 2,5 litri turbo ha equipaggiato anche le CX Prestige Turbo 2 a passo lungo, con chassis allungato ripreso dalla CX Break. Quest’altra rappresentante illustre delle ammiraglie francesi stata costruita tra il 1974 e il 1991.
3 RENAULT 25 (781.299 ESEMPLARI). Prodotta dal 1983 al 1992, esibiva uno stile originale, con la carrozzeria a 2 volumi e mezzo, che la distingueva nettamente dalle precedenti Renault 20 e 30. Come quest’ultima, poteva contare anche su un motore V6 (PRV, da 2,7 e in seguito 2,9 litri) che però non rappresentava il cuore dell’offerta, centrato invece sulle 2 litri a benzina e 2,1 litri diesel e turbodiesel. A fine carriera fu disponibile anche con un V6 turbobenzina da 182 CV prima e 205 CV poi, per 235 km/h di velocità massima. Spaziosa e versatile, fu interessata da un sobrio restyling nel 1988. Proposta in vari livelli di equipaggiamento, aveva nell’allestimento Baccara il top di gamma (associato ai motori più potenti) e nelle varianti a passo lungo Limousine (5 posti) ed Executive (4 posti con poltrone singole posteriori) le versioni più esclusive e costose.
4 CITROËN TRACTION AVANT (759.123 ESEMPLARI). Tra le ammiraglie francesi, la “Tracta” è stata la prima autovettura dotata di scocca autoportante e il primo modello ad alta diffusione con trazione anteriore, ha visto la sua carriera commerciale avviarsi nel 1934, ben prima della Seconda Guerra Mondiale, e terminare nel 1957, con una versione (15 H) dotata di sospensioni idropneumatiche derivate da quelle della DS19. Valori record, tenuto conto della classe e del prezzo della vettura e dei tempi, ancora lontani dalla motorizzazione di massa. Inizialmente fu prodotta nelle varianti 7 e 11, rispettivamente da 1,3 litri (in seguito 1,5) e 1,9 litri, affiancate dalla 15 Six, a 6 cilindri, dal 1938. Accanto ai formati “base”, la “Tracta” fu proposta nelle varianti Familiale e Commerciale, con tre file di sedili per 9 posti complessivi e portellone posteriore.
5 CITROËN XM (333.775 ESEMPLARI). Il passaggio dall’impostazione a 4 porte della CX a quella a 5 porte con portellone posteriore non ha portato fortuna alla Casa del Double Chevron, che la produsse la XM per più di 11 anni, dal 1989 al 2000 a una media di 30 mila esemplari ogni 12 mesi. Colpa delle rivali tedesche di fascia alta, che ormai avevano soppiantato le ammiraglie francesi e italiane con le loro finiture impeccabili e un’affidabilità superiore. Eppure la XM, trazione anteriore, sospensioni idropneumatiche autolivellanti e gamma motori ampia, anche con un V6 3 litri benzina e con i turbodiesel da 2,1 e 2,5 litri campioni di risparmio, era esclusiva (disponeva di un lunotto interno per separare l’abitacolo dal portellone) e rinunciava alle “stranezze” di DS e CX al posto guida, con un quadro strumenti tradizionale e comandi intuitivi.
6 RENAULT SAFRANE (312.799 ESEMPLARI). L’erede della 25, ne riprendeva la linea a 2 volumi e mezzo, solo un po’ più arrotondata nelle forme, introducendo per la prima volta su un modello Renault gli airbag. Il successo del nuovo modello è stato però modesto: a spiccare solo le versioni Baccara e Biturbo, quest’ultima (solo 806 esemplari prodotti) dotata della trazione integrale e di un 3 litri V6 biturbo da 262 CV realizzato con la consulenza dei tedeschi Hartge e Irmscher. Prodotta dal 1992 al 2000, fu aggiornata con un facelift poco riuscito in occasione del lancio del model-year 1997, che vide l’arrivo di motori Volvo a 4 e 5 cilindri di 2 e 2,5 litri.
7 PEUGEOT 605 (254.501 ESEMPLARI). Restringendo il campo alle ammiraglie francesi, la 605 è considerata la migliore Peugeot del Dopoguerra: con la sua linea “made in Pininfarina” molto simile a quella della quasi contemporanea Alfa Romeo 164, fu apprezzata anche per l’ottimo comportamento stradale. È stata prodotta dal 1989 al 1999 sulla stessa piattaforma a trazione anteriore della Citroën XM (da cui riprendeva anche la gamma motori), con un leggero restyling introdotto nel 1995. L’abitacolo lussuoso e lo stile classico non riuscirono a decretarne, anche per le finiture non irreprensibili.
8 RENAULT FRÉGATE (180.463 ESEMPLARI). Prodotta dal 1951 al 1960 con motori a 4 cilindri di 2 e 2,2 litri, fu la prima proposta del dopoguerra della Renault tra le ammiraglie francesi. La linea americaneggiante a 3 volumi era caratterizzata dai parafanghi sporgenti. Dal 1957 venne proposta in opzione con il cambio automatico a 3 marce Transfluide. In patria non riuscì a contrastare le Citroen Traction Avant e DS19 e uscì di scena senza essere rimpiazzata, destino comune alla recente Talisman.
9 PEUGEOT 607 (168.875 ESEMPLRI). In produzione dal 1999 al 2010, non riuscì a replicare gli appena discreti risultati commerciali della 605: la linea meno gradevole, la trazione anteriore (mentre le rivali tedesche delle ammiraglie francesi optavano per quella posteriore o 4×4) e la gamma motori ristretta a cilindrate oltre 2 litri (salvo per il diesel entry-level), oltre alle finiture modeste, ne decretarono l’insuccesso. Unico motivo d’interesse, il V6 biturbodiesel da 2,7 litri e 204 CV introdotto con il facelift del 2004.
10 SIMCA VEDETTE (166.895 ESEMPLARI). Anche in questo caso linea americaneggiante e, addirittura, motore V8 di soli 2,4 litri di cilindrata, per questa 4 porte declinata in tre livelli di finitura con allestimenti via via più ricchi: Trianon, Versailles e Règence. Prodotta dal 1954 al 1961 e fino al 1966 in Brasile, beneficiò di un restyling nel 1958, quando le due varianti più costose cambiarono nome in Beaulieu e Chambord e la coda acquisì un disegno a “codine” a sottolineare ancor più l’influenza dello stile nordamericano. Successo modesto, ciononostante, per un’auto dimenticata anche dai collezionisti.
11 PEUGEOT 604 (153.252 ESEMPLARI). Tra le ammiraglie francesi non bisogna tralasciare la prima grande berlina del “leone rampante” dal dopoguerra, disegnata da Aldo Brovarone per Pininfarina e prodotta dal 1975 al 1985. La 604 è stata anche la prima vettura in Europa ad adottare un motore turbodiesel, un 4 cilindri da 2,5 litri per 95 CV. Trazione posteriore, abitacolo spazioso, ampia gamma di motori (compreso il 6 cilindri aspirato PRV da 2,8 litri) e tenuta di strada di alto livello non bastarono a garantire il successo alla 604, che vendette un ottavo degli esemplari della Citroën CX. Non fu un disastro commerciale solo perché condivideva la meccanica con quest’ultima e ampi elementi della carrozzeria e degli interni con la 504.
LE ALTRE. Nella classifica delle vendite delle ammiraglie francesi, comunque, compaiono altri modelli. La Ford Vedette costruita dalla Ford France (105.727 esemplari tra il 1948 e il 1954); l’originale Renault Vel Satis, disegnata da Patrick Le Quement (62.201 esemplari dal 2002 al 2009); la Citroën C6, l’ultima vera ammiraglia del Marchio (23.421 esemplari tra il 2005 e il 2012) e la Talbot Tagora, infelice esperimento del marchio europeo della Chrysler (20.133 esemplari solo tra il 1981 e il 1983).