WRC a confronto. Ne parliamo con Piero Liatti
Classe 1962, biellese, Piero Liatti è l’ultimo pilota italiano ad aver vinto un rally valido per il Campionato del Mondo, il Monte-Carlo del 1997. A distanza di 26 anni del suo successo nel Principato, sulla Subaru Impreza WRC e con Fabrizia Pons a dettare le note, gli abbiamo chiesto una valutazione sull’evoluzione delle auto da rally di oggi, a confronto con quelle dei suoi primi tempi, e della sua passione per le corse. È stato pilota ufficiale nella serie iridata anche per Ford, Seat e Hyundai, dopo aver esordito al Sanremo 1990 al volante della Lancia Delta HF Integrale del team A.R.T. dei fratelli Alessandrini, vettura con cui ha concluso al quinto posto assoluto.
Al Rally di Svezia appena conclusosi si sono disputate prove speciali da 145 km/h di media, su neve e ghiaccio, con gomme chiodate. Non è che è un po’ troppo?
In Svezia le prove speciali sono sempre state ultraveloci, soprattutto per la conformazione del territorio. Si corre per lo più in zone pianeggianti e con potenze crescenti e assetti incredibilmente efficaci è naturale arrivare a quelle velocità. Ma il problema è rappresentato dalle auto troppo potenti, non dal percorso. A meno di togliere dal calendario mondiale Svezia, Finlandia ed Estonia, le gare più veloci.
C’è il pericolo che si ripresentino a breve tutte le criticità dell’era delle Gruppo B allora?
Sicuramente “San Rally” ha già evitato conseguenze tragiche da incidenti a velocità molto elevate, come quello di Tanak al Monte-Carlo 2021. E mi chiedo cosa attenda la Federazione a prendere in esame la situazione. Attende forse una tragedia del calibro di quelle di Bettega, Toivonen e Cresto in Corsica?
Cosa ne pensa delle attuali Rally 1 che corrono nel Mondiale?
Sono prototipi che hanno solo il nome delle auto di serie. Con meccaniche a sé stanti e aerodinamica portata all’estremo, un po’ come le auto del DTM degli anni d’oro. Trovo che abbiano poco appeal perché non richiamano da vicino l’auto che compri dal concessionario, come invece accadeva con le Gruppo A dei miei tempi, per esempio le Lancia Delta HF Integrale o le Subaru Impreza WRX o STi.
Un format, tra l’altro, quello attuale, che non ha un grande successo presso i Costruttori…
Esattamente. Oggi ci sono due Case ufficiali e mezza. Hyundai e Toyota più il team M-Sport per la Ford. Quando ho iniziato io, ai tempi delle Gruppo B, pur con auto solo vagamente derivate dalla serie, correvano ufficialmente Lancia, Ford, Peugeot, Audi, Austin-Rover MG, Renault, Citroen, Toyota e team europei delegati da Mazda, Mitsubishi e Porsche. Non male… E anche nella prima stagione delle Gruppo A, nel 1987, c’erano Lancia, Ford, Audi, Renault, Volkswagen, Mazda solo per citare le squadre di primo piano.
Sembra di capire che la appassionano di più i rally storici…
Proprio così. Riscopri il piacere di auto veramente derivate dalla serie, ognuna con il sound inconfondibile del proprio motore: il 4 cilindri boxer della Subaru Legacy RS, il 6 cilindri delle Porsche 911, il 4 in linea turbo delle prime Delta HF4WD, il 5 cilindri delle Audi Quattro… Non a caso c’è tanto seguito di pubblico a queste gare. E non solo di attempati nostalgici…
Ha mai pensato di partecipare?
No perché quando ho smesso di correre da professionista ho davvero appeso il casco al chiodo. Se faccio una cosa mi piace farla bene e oggi non ho più la forma fisica e la convinzione per rimettermi in gioco. Mi hanno invitato alcune volte gli organizzatori di talune gare ma ho gentilmente declinato.
Nostalgia per i tempi della Subaru ufficiale?
Si per certi versi, no per altri. Come dicevo poc’anzi, non salirei a bordo delle “mie” vecchie Legacy RS e Impreza per disputare un rally storico: l’ambiente è cambiato, oggi non c’è più il management di Subaru dei miei tempi e al massimo mi spendo da “consigliere” di Carlo Boroli che ha realizzato l’interessante programma Best Impreza per riportare ai massimi livelli le vetture di 25-30 anni fa. Certo che quelle auto mi appassionano più delle attuali Rally 1.
Cosa fa nella vita oggi?
Sono istruttore della Scuola di Andrea de’ Adamich e prendo parte alle presentazioni e agli eventi per i clienti Ferrari e Maserati in giro per l’Europa. Un’attività che mi tiene ancora legato al mondo delle automobili, e che automobili, ma senza la tensione agonistica dell’epoca WRC.