Ginetta Akula: un po’ granturismo e un po’ GT3
SQUALO. Akula, squalo russo, è il nome scelto dalla Ginetta per la sua supercar da 450mila euro. Il costruttore britannico, attivo da più di sessant’anni nel mondo delle corse, ha deciso di trasferire le competenze acquisite con le gran turismo e i prototipi su una stradale estrema per forme e prestazioni, ma con abbastanza spazio a bordo per andarci… diciamo così, in vacanza. Raggiunge i 320 km/h e a impressionare ancora di più sono i valori relativi al rapporto peso potenza (1,8 kg/cv) e al carico aerodinamico generato in velocità (380 chili a 160 all’ora e 1200 chili a 290 km/h): abbastanza per immaginare un’esperienza di guida più simile a quella di una ‘formula’ o di una Dallara Stradale che non a quella di una tradizionale supercar.
DAVANTI, MA AL CENTRO. Basta una veloce occhiata dell’esterno per capire che alla Ginetta non hanno progettato una sportiva classica: il frontale è disegnato attorno ai concetti dell’efficienza aerodinamica; ci sono grandi aperture per incanalare l’aria nel modo più efficiente possibile, proprio come sui prototipi delle gare di durata. Solo che sulla Akula il motore non è montato dietro ai sedili ma davanti, in posizione assai arretrata, per una distribuzione dei pesi 49/51 e un comportamento da auto a motore centrale. Il propulsore è un seimila V8 aspirato da 600 cavalli con lubrificazione a carter secco (una pompa spruzza l’olio nel motore senza bisogno della coppa dell’olio, abbassandone così il baricentro e garantendo una lubrificazione più costante anche in caso di forti accelerazioni laterali). La trazione è posteriore, il differenziale meccanico autobloccante (lo schema è un transaxle) e il cambio è sequenziale a sei marce.
LEGGEREZZA. La Akula ha una massa a secco di 1100 chili: un risultato notevole ottenuto grazie all’utilizzo della fibra di carbonio per la carrozzeria e per la scocca, che incorpora le sedute dei passeggeri: sono il volante e la pedaliera a muoversi per configurare la posizione di guida. Un’altra caratteristica tecnica derivata dalle corse sono le sospensioni di tipo pushrod a doppi bracci trasversali. A frenare la Akula provvede un impianto carboceramico che, unito al peso limitato della vettura, permette una decelerazioni fino a 1,2 g.
NON SOLO PER I TRACK-DAY. Ma alla Ginetta tengono a sottolineare come la loro ultima creazione non sia destinata solo all’utilizzo in pista: il motore centrale-anteriore ha permesso, infatti, di ricavare un vano per i bagagli dietro ai sedili di 675 litri di capacità, mentre l’abitacolo è completo di infotainment touchscreen con retrocamera di parcheggio, aria condizionata e ricarica wireless per lo smartphone.