Ford e Red Bull: matrimonio con vista 2026
A VOLTE RITORNANO. La Ford tornerà in F1 nel 2026, in collaborazione con Red Bull. Caso vuole che l’impegno nel mondiale avvenga proprio con il team che, di fatto, ha rilevato le attività Ford quando, a fine 2004, la casa dell’Ovale blu decise di vendere la struttura di Milton Keynes, dove aveva operato tra il 1996 e il 2004, sotto varie forme.
IL COSWORTH DEI “GARAGISTI” – La storia Ford in F1 è una di lunga data e l’inizio risale agli anni ’60, agli albori del mondiale. Come fornitrice di motori, la Ford ha conquistato 13 titoli mondiali per piloti e 10 per costruttori. Da Graham Hill – iridato nel 1968 su Lotus – ai trionfi di Jackie Stewart, passando per Jochen Rindt, Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet, James Hunt, Mario Andretti, Alan Jones, Ayrton Senna e Michael Schumacher, la storia Ford in F1 è legata a doppio filo al motore Ford Cosworth. Mike Costin e Keith Duckworth furono gli ingegneri a realizzare il motore più longevo della storia, rimasto sulla scena dal 1966 al 1983. Non è un caso se caso quel V8 ha caratterizzato un’epoca della F1: quella dei cosiddetti team “garagisti” inglesi. Cioé di squadre che assemblavano da sé il telaio e si affidavano a un fornitore esterno per il motore, diversamente da chi, come Ferrari, realizzava l’intera mononosto.
L’ULTIMO TITOLO CON SCHUMACHER. La storia Ford in F1 registra l’ultimo titolo mondiale vinto nel 1994, con Michael Schumacher sulla Benetton. È del 2003, invece, l’ultima vittoria di un GP, con il nostro Giancarlo Fisichella sulla Jordan, in Brasile. Ma all’attività come motorista, Ford ha abbinato una presenza molto più rilevante in F1 a partire dal 1996 quando diede un ampio supporto alla Stewart GP, squadra creata da Jackie Stewart (che con Ford vinse i mondiali del 1969 su Matra e del 1971 su Tyrrell). Nel 2000, poi, Ford rilevò direttamente la struttura della Stewart GP e la trasformò in Jaguar Racing, gareggiando fino alla stagione 2004.
UNA F1 “GREEN” – Il contesto nel quale Ford ritroverà la F1 nel 2026 è diversissimo da quello di un tempo. Anzitutto, Ford darà un supporto tecnico alla divisione Red Bull Powertrains, che realizzerà la power unit. Oltre a fornire un corposo contributo finanziario, Ford darà una mano nello sviluppo della parte elettrica della power unit, ma non sarà impegnata direttamente nell’ideazione del motore. Mentre Red Bull Powertrains ha realizzato una struttura che ne curerà lo sviluppo e produzione.
Nel 2026 inizierà una nuova fase per la F1. Le power unit avranno una potenza elettrica di 475 CV, in un sistema completato dalla parte termica costituita da motori V6. Complessivamente saranno disponibili circa 1000 CV erogati da motori alimentati da e-fuels sintetici e a basso impatto ambientale, che saranno anche tecnicamente meno complessi rispetto a quelli di oggi, che sono stati introdotti nel 2014. Ford tornerà quindi in una F1 che pone l’accento molto più sulla potenza di origine elettrica e sui combustibili ecologici di terza generazione. Due temi in chiave green che saranno essenziali per attrarre i grandi costruttori automobilistici e giustificare il relativo impegno economico.
DOPO PORSCHE, FORD – L’accordo di Red Bull con Ford è giunto dopo che nel 2022 è naufragata la possibile partnership tra Red Bull e Porsche, perché alla squadra inglese non stava bene la proposta tedesca di un controllo congiunto e alla pari sulle attività. Porsche rivendicava la possibilità di incidere sulle decisioni del team. L’accordo è venuto meno su questa condizione irrinunciabile per Red Bull: garantirsi indipendenza nella gestione del team.
VETRINA GLOBALE – Per un marchio di origine statunitense, poi, l’investimento su una squadra di primissimo piano sarà cruciale per l’esposizione mediatica globale che otterrà in cambio. La F1, infatti, è in clamorosa ascesa negli USA, una crescita iniziata grazie anche al format “Drive to Survive”, serie trasmessa da Netflix, seguita dall’aumento del numero di GP organizzati negli Stati Uniti. Dopo Austin e Miami, il 2023 vedrà il ritorno del GP di Las Vegas.
GRADIMENTO USA. La F1, del resto, è una categoria che gode di ottima salute oltreoceano, che riesce a portare ai GP fino a oltre 400 mila spettatori a week end di gara. E Ford ha deciso di cavalcare la tendenza ricorrendo a un investimento finanziario meno elevato rispetto a quello che avrebbe comportato la creazione di un team ufficiale (come invece ha fatto Audi). A questo punto dovremo solo aspettare per capire se ai grandissimi piloti che hanno portato la Ford ai vertici della F1 se ne affiancherà un altro dal 2026. Ovviamente il candidato principale è Max Verstappen, che in Red Bull resterà fino al 2028.