Il ritorno al presente di una Porsche 959
RINASCITA DI UNA REGINA. Avevamo anticipato che i festeggiamenti per i 75 anni della Porsche avrebbero avute tante sfaccettature. Ad esempio, dopo 36 anni dalla vittoria alla Parigi-Dakar, gli specialisti Porsche Classics hanno revisionato una delle 959 che parteciparono alla gara del 1986. E per la prima volta da allora, Jacky Ickx è tornato a guidare la vettura, che verrà esposta al Retro Classic di Stoccarda (in programma dal 23 al 26 febbraio) nella mostra “75 anni di sportive Porsche”. La Porsche celebra così una storia da corsa nata negli anni ’80, che si è sviluppata per tre edizioni del rally raid più famoso di sempre e ha regalato alla Casa tedesca due vittorie: nel 1984 con la 911/953 e, appunto, nel 1986 con la 959. Per la cronaca, quest’ultima partecipò anche all’edizione del 1985, ma nessuna delle tre vetture iscritte arrivò al traguardo.
MITO RINNOVATO. I progetti Porsche 953 del 1984 e Porsche 959 del 1985 e 1986 sono rimasti nella storia del marchio tedesco. Tanto è vero che la 911 Dakar di oggi riprende lo spirito di quelle auto da corsa pensate per affrontare e vincere il rally raid, creando una versione unica, in tiratura limitata.
Ma cosa ne è stato delle tre 959 che parteciparono alla Parigi-Dakar del 1986 giunte prima, seconda e sesta? Le vetture sono conservate al Museo Porsche e quella vincitrice di Metge-Lemoyne è ancora ancora nelle esatte condizioni in cui rientrò dall’Africa.
DA ESPORRE E DA GUIDARE – Sulla Porsche 959 guidata da Jacky Ickx e “navigata” da Claude Brasseur, giunta seconda, si sono concentrate le attenzioni degli specialisti del reparto Classics con l’obiettivo di rimettere il prototipo in condizioni operative.
RESTAURO CONSERVATIVO – L’operazione di restauro, comunque, ha puntato a mantenere quanto più possibile i componenti e le condizioni originali della 959 del 1986. I tecnici Porsche Classics hanno smontato e aperto il motore boxer 6 cilindri, raffreddato ad aria-acqua, revisionandolo. Gli stessi interventi di verifica sono stati condotti sul cambio e su tutto il sistema di trazione integrale. Ma le riparazioni sono state effettuate solo dove strettamente necessarie. Dopo 18 mila km – tanti sono quelli riportati dalla strumentazione, dei quali 14 mila percorsi durante la gara – nel ripristinare la 959 è emersa addirittura la sabbia del deserto, rimasta tra carrozzeria e meccanica in tutti questi anni.
COME SI DIVENTA 959 DAKAR – Com’era stata attrezzata la Porsche 959 per la Parigi-Dakar rispetto al progetto stradale? Ammortizzatori doppi, anzitutto. Poi, gomme All Terrain, un differenziale centrale a controllo elettro-idraulico per ripartire la coppia sulle quattro ruote. Ma tanti interventi si resero necessari per le sfide di un rally raid così duro come la Parigi-Dakar. La centralina motore fu riposizionata in alto, nell’auto, per evitare problemi nei guadi. Il radiatore dell’olio e i relativi tubi vennero installati sotto l’ala posteriore. Senza contare gli interventi di alleggerimento, tra freni forati e carrozzeria in kevlar, impiegato per le portiere, il cofano anteriore e posteriore. Il tutto per un peso di 1260 kg contro i 1450 della versione stradale e una velocità massima che, a causa dei rapporti di trasmissione accorciati, scendeva da 315 a circa 210 km/h. Del resto, il 6 cilindri boxer turbocompresso di 2,8 litri aveva dovuto essere regolato per poter funzionare anche con la benzina di bassa qualità disponibile in Africa e questo gli aveva fatto perdere potenza: da 450 a 400 CV.
ORA E SEMPRE JACKY ICKX – Le varie fasi dell’intervento di restauro condotto da Porsche Heritage, dal Museo della Casa di Stoccarda e dai tecnici di Porsche Classics possono essere seguite nelle sei puntate presenti sul canale YouTube di Porsche. E una volta terminata l’operazione, lo stesso Jacky Ickx, oggi 78enne, è stato il primo a rimettersi al volante della “sua” Porsche 959 del 1986, quando portò a termine un’avventura affrontata sul campo di gara con un team di appena 18 persone.